Caro Arcadio,
intanto benvenuto anche da parte mia!
La questione che poni è interessantissima.
Arcadio ha scritto:sempre ho sentito dire ch'è stata scritta per un tenore lirico; Duprez fu il primo e avendo il mente il repertorio che cantava dev'essere così, anche se la tecnica di quelli anni era un'altra.
Io non definirei "lirico" Duprez.
Anzitutto perché il termine è anacronistico; è stato coniato un quarantina di anni dopo il Poliuto e indicava gli interpreti usciti dall'Opéra Lyrique di Parigi (Gounod, Massenett, ecc...). Il tenore lirico come lo intendiamo noi è un prodotto della fine dell'800.
Duprez era invece il modello del tenore "contraltino" proto-romantico, lucente, sfavillante, veemente, o - come si diceva allora - "di forza".
Il modello di un Tamagno per intenderci.
Come sai, fu Duprez a inventare il do di petto, emblema e vessillo del romanticismo più cannonaro e maledicente.
E' innegabile che Duprez fosse anche un vocalista vario e proteiforme, ma non mi risulta che fosse altrettanto abile nelle sottigliezze (vocali e psicologiche) e in questo (anche in questo) si differenziava dal suo storico rivale Nourrit, il quale non arrivò a possedere il do di petto, ma era attore e vocalista infinitamente più sfumato, sobrio, raccolto.
Duprez fece scuola per il suo splendore eroico, ma non mi pare fosse particolarmente introspettivo.
E' questo dunque il modello a cui attingere per il personaggio di Poliuto?
Forse... eppure... va ricordato che la singolarissima parte di Poliuto era stata pensata da Donizetti non già per Duprez, quanto per il povero Nourrit.
E questo deve pur significare qualcosa....
Io la penso così: Poliuto è veramente un personaggio singolare.
Il fatto di essere pensato per un vecchio leone ormai sfinito (Nourrit, prossimo al suicidio), ma che era ancora immenso nella profondità umana e psicologica, nella sofferenza e nella lacerazione, nella più intima dolcezza... ci fa capire di che pasta dovrebbe essere il personaggio.
Finalmente un tenore che non è il "bello" della situazione, non è l'oggetto dell'amore del soprano, non è l'eroe pugnace e bellicoso...
Al contrario, un personaggio spirituale e quasi mistico, avvolto da una luce irreale e sublime, che nel sacrificio e nel martirio risplende vittorioso.
Insomma... un tipico ruolo Nourrit, anche se - per ovvio ragioni - fu Duprez a crearlo.
E' il ruolo su cui avrebbe dovuto puntare, per la sua terza età, un Alfredo Kraus.
Un ruolo che - acuti a parte - avrebbe fatto la gloria di Aureliano Pertile (scioccamente voluto da Toscanini in Edgardo, quello sì un puro ruolo Duprez).
Un ruolo in cui avrei sognato di sentire un Gedda.
Corelli, quando l'ha fatto è stato un "transgresore"? Quando lo ascolto cantare l'aria "D'un alma troppo fervida", sento che magari non è la voce giusta; anche se, secondo me, la fa da dio. Ma solo lì, perche per esempio nel duetto finale la voce che mi piace di più è quella spinto, quasi dramatica.
Concordo sul fatto che Corelli ha toccato in questo Poliuto uno dei vertici della sua carriera.
Io non stravedo per Corelli, lo ammetto, ma di fronte al suo Poliuto mi inchino.
Eppure è vero che, in fondo in fondo, c'entra poco.
Corelli e Nourrit avevano poco a che spartire (lo dimostrano anche gli Ugonotti secondo me).
Alla fine Corelli è esaltante: era l'unico tenore della sua generazione a poter far fronte a queste tessiture e in questo modo...
epppure io non vedo mai brillare, nel suo canto, la luce del mistero divino.
Più che un martire, mi pare un gladiatore!
Se la Scala avesse montato l'opera un paio di anni prima e invece di Corelli avesse chiamato Bjoerling... credo che ne saremmo stati tutti più contenti.
Sarebbe stato meglio anche per la "Divina".
Poi, quando ho ascoltato altri come Carreras (tenore che amo molto), mi manca quel spingere delle voci più "grosse", tipo Franco e Martinucci (che l'ha cantata).
Anche io preferisco mille volte Corelli a Carreras.
Corelli almeno questo linguaggio eroico ottocentosco lo dominava. Carreras invece no! E' un figlio del declmato distefaniano...
Capisce solo il martellamento enfatico del tardo-ottocento.
Nulla di aulico sento in lui, nè di eroico... non parliamo poi di misticismo!!!
Quanto a Martinucci il massimo che si possa dire è che si impegna, ma è talmente fuori parte che tanto valeva fargli fare Idomeneo o Orfeo (se ben ricordo era affiancato dalla Connell, altra grande artista sperperata in un'opera che non sapeva nemmeno cosa fosse: anche all'epoca dovevano esserci dei bruti a fare i cast operistici in Italia... dagli anni '80 a oggi la situazione italiana non pare molto cambiata)
Io non amo Pavarotti, ma avrei preferito mille volte sentirlo in questo ruolo (negli anni buoni) che in Elisir d'amore o Lucia.
Qualche Poliuto di oggi? Abbiamo aspettato troppo: fino a qualche anno fa, si potevano coinvolgere un Ford e un Kunde.
questa parte va meglio per una voce tipo Carreras o più vicina a quella di Corelli?
riassumendo (per rispondere alla tua domanda) dirò che per me va meglio a Corelli, che almeno era nato per fare il Duprez redivivo (magari avesse fatto di Edgardo il suo role fetiche...). Carreras, al di là della voce, mi pare non c'entri nulla.
Magari voi avete più info su che tenori la facevano nel primo novecento. Credo che Gigli l'ha fatta spesso.
A me invece risulta che Gigli l'abbia fatta poche volte: a Roma e nella fase del declino.
Salutoni e grazie del bellissimo argomento,
Mat