![Laughing :lol:](./images/smilies/icon_lol.gif)
Vado anch'io per punti:
1) antistorico ovviamente non perché, tenacemente abbarbicata all'ovvio, la Cavani mise in scena l'opera nei costumi dell'epoca della prima rappresentazione. Nessuno voleva vedere le toghe. Antistorico perché all'epoca di quella Vestale (che anno era? Fine Anni Ottanta, inizio Novanta?) nel resto del mondo era già attiva e operativa una generazione di registi veri (quella che poi, a differenza della Cavani e degli altri scritturati da Muti alla Scala, il mondo l'ha conquistato) di cui evidentemente Muti, la Scala e la critica italiana ignoravano l'esistenza. Poi qualcuno li ha portati a Milano e, ovviamente, gli stessi che osannavano la Cavani li hanno stroncati... I teo.emme del 2050 diranno: ah, Carsen, ah Guth, quelli sì che erano registi...
2) Dio li fa e poi li accoppia. Non è sbagliata l'idea di fare La Vestale, chiaramente. E' sbagliatissima l'idea di fare La Vestale "perché è un capolavoro". E' giusta l'idea di fare La Vestale al seguito di un ragionamento un po' meno basico, chiedendosi se quest'opera abbia un senso per il pubblico di oggi e se sì quale, e orientando la produzione in quel senso. Magari con un regista vero e dei cantanti veri;
3) la "roba" di Py a Bruxelles che sarebbe? Quest'anno Py a Bruxelles fa l'Amlieto di Thomas
![Thumbup : Thumbup :](./images/smilies/thumbup.gif)
4) guarda che di opere che durano tre ore è pieno il mondo. La Vestale iperintegrale di Muti sta in due cd, quindi credo che alle tre ore proprio non arrivi. Ribadisco che le parti non prevedono alcuna difficoltà particolare, tranne l'imperiosa necessità di una grande personalità, ovviamente specie nel caso di Giulia. Quindi i direttori che interpretano l'opera come un one man show sequestrando un teatro per vent'anni chiameranno a cantarla qualcuno che non solo stona una nota su due, ma è assolutamente inesistente proprio sul fronte interpretativo. In un'intervista a Le Monde qualche mese prima della prima, Jessye Norman (che era ancora LA Norman) si sdilinquì sul fatto che finalmente qualcuno faceva La Vestale, che le sarebbe tanto piaciuto cantarla. Ovviamente no: meglio la Huffstodt (ah, ah, ah);
5) le ragioni per cui il barocco oggi è l'unica vera musica contemporanea (l'"apertura" drammaturgica, l'ambiguità sessuale, la prevalenza del ritmo) le abbiamo già sviscerate milioni di volte. Quelle che tu chiami "fregnacce sociologiche ed elucubrazioni fantaregistiche" sono, diciamo così, le normali riflessioni di qualcuno che constata un fatto e, invece di dire "è così perché è così, ma non dovrebbe essere così", prova a ragionarci sopra. Ti chiamala, se vuoi, Storia. Ma, chissà perché, a differenza di ogni altro ramo dell'umana attività, il teatro musicale è sottratto al suo fluire. Si canta in un modo solo, si mette in scena in un modo solo, il repertorio è quello. Boh...
6) arroganza, maleducazione, presunzione: e perché mai? Oltretutto, buon Dio, scaldarsi per Pfitzner...
![Nar : Nar :](./images/smilies/nar.gif)
Beh, comunque è una discussione oziosa. Stare a dibattere una Vestale di vent'anni fa che non ha cambiato in nulla il triste destino di quest'opera è un po' inutile. Il verdetto è già stato dato. Maleducatamente, la finisco qui.
Sai, teo.emme, noi cafoni siamo così: a un certo punto ci stufiamo
![PirateCap : PirateCap :](./images/smilies/piratecap.gif)
Scusa scusa (adesso metto un po' di faccine così non ti scaldi)...
Ciao miao bao
AM