Ma cosa c'è dietro l'amore di Dalila?

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Ma cosa c'è dietro l'amore di Dalila?

Messaggioda MatMarazzi » mer 28 lug 2010, 16:23

Riapro un thread vecchio di decenni... come passa il tempo.
E rispondo a un mio intervento...

MatMarazzi ha scritto:Io ho le mie idee, certo, le mie teorie.
Ma alla fine conta il risultato.
Ad esempio, una delle mie convinzioni più radicate è che l'interprete musicale deve stare MOLTO ATTENTO al ritmo quando si trova di fronte a melodie semplici, specialmente se sentimentali.
Altrimenti le involgarisce.

Una cosa che ho più volte ripetuto alle mie amiche mezzoprano quando mi chiedevano consiglio su "Mon coeur s'ouvre à ta voix" è di non cedere MAI alla tentazione di sbracare e allargare sul refrain.
L'effetto è plateale, da avan-spettacolo. Che rispettino invece la "linearità" della melodia, che ne acquisterà in nobiltà, pulizia, modernità scultorea.

Bene. Sono convintissimo della validità di questa posizione teorica. Formalmente la considero giusta.
Ma solo formalmente.
Perché in pratica ci sarà la cantante che va a tempo e nonostante questo risulterà volgare.
Poi ci sarà la cantante che si prende le peggiori libertà e nonostante questo sarà fantastica.

Basta sentire la Normann, che fa esattamente il contrario di quanto predico: si permette in quest'aria indugi inauditi.
Ed è fantastica! Il più bel "mon coeur" che abbia mai sentito.
La melodia non si spappola perché il "controllo" che lei ha sullo sviluppo della frase è semplicemente spaventoso (e assecondato in modo geometrico dall'orchestra). La sostanza "sonora" si imprime alla melodia come cemento armato.
Pur nella radicale libertà, tutto resta saldissimamente ancorato a un disegno architettonico poderoso.



Perché ho di nuovo tirato in ballo questo post?
Perché ora (a differenza dell'epoca in cui fu scritto) siamo in grado di inserire brani da youtube.
E quindi posso inserire il "Mon coeur s'ovure à ta voix" di cui avevo parlato, il più grande, il più geniale, il più rivelatore che abbia sentito in vita mia.
Quello di Jessye Normann...
Anzi dirò di più: l'unico "Mon coeur s'ouvre à ta voix" che abbia senso!

Cosa fanno di solito i mezzosoprani quando eseguono questo pezzo?
Fanno le porcone... ancheggiano, si sdilinquiscono in legati e indugi tutti di crema: devo sedurre no? e allora lasciatemi fare la porca, anche se sono affascinante come uno stoccafisso (la Borodina) e sensuale come un carrettiere (la Cossotto)
Oppure fanno le sentimentalone, cosa ancora più idiota...
Con una musica così dolce e sentimentale, perché non far finta che Dalila ami davvero il suo bel maschio dai lunghi capelli... almeno per un attimo?
Ed ecco tutti gli effettini dolciastri, come le Garanca o la Bruna Castagna.
O semplicemente fanno le matrone scultoree che pontificano sulla bella melodia: la Schumann Heink e le tedesche in generale (compresa l'immensa Klose) e naturalmente l'inascoltabile - per me - zietta Ebe.

Eppure secondo me le cose non tornano.
Se si canta l'aria in questo modo (seduttività tutta languori o sentimentalismo...) il personaggio non ha senso.

In fondo cosa muove Dalilah? Cosa la fa essere così distruttiva?
Quali sono le radici del suo odio? Perché vuole distruggere Sansone?
E soprattutto - è questa la cosa più interessante - come può essere così sicura di averlo in pugno?

E d'altro canto cos'è che fa tremare l'eroe antico-testamentario?
Cosa gli fa rinnegare il suo credo? il suo Dio?
Solo due belle tette?
Solo un canto sdolcinato?
Ma è davvero possibile?
Non pensate che se Saint Saens avesse voluto semplicemente raccontarci un amorazzo facile facile, una semplice "ivresse" ormonale (con caduta del maschio ai piedi della figona e poi riscatto finale in Dio) non si sarebbe stato alcun bisogno di scomdare l'Antico Testamento?
bastava una storia qualsiasi...

Ma allora qual'è la forza "vera" che vibra in Dalila e che si estrinseca in un'aria fra le più sconvolgenti e fraintese di tutto il repertorio?

E' ovvio che dietro a Dalila e al suo canto che inebria e terrorizza si muove una forza mitica e grandiosa!
Non c'è amore, ma non c'è nemmeno "sesso" nel senso più banale del termine.
C'è invece una potenza "mitologica", un mistero atavico e terrorizzante: c'è l'urlo di quella parte dell'uomo che è preistorico, pre-civile, irrazionale e pre-razionale delle nostre coscienze; c'è quell'animalità superstiziosa, dominata dall'istinto, che - negata e contraddetta dalla civiltà - l'uomo si porta dietro da sempre.

E' questa grandezza, questo mistero, questa forza preistorica, bestemmiatrice di Dio e di tutta la civiltà, che non ho mai ritrovato in NESSUNA Dalila.
Solo il solito "sentimentalismo" o il solito effettismo "sensualone".
Tutte si fidano della superficie e ne fanno un banale canto d'amore e di sesso, un irritante miscuglio di caramello e languore adatto ai salotti di vecchie signore e ai gala natalizi del Met.

Sono arrivato al punto che evito quest'aria con irritazione: persino la Verrett, la Bumbry, la Horne mi fanno girare le palle (e sto parlando delle migliori, non parliamo delle altre).
Alla fine sono arrivato a soportarne solo tre: la Litvinne, la Callas e la Madeira, non perché siano specialissime, ma perché almeno in loro non manca l'emotività zuccherosa e banale delle altre.
Ma nemmeno loro mi hanno fatto capire cosa c'è di così grande dietro a Dalila, al suo odio e alla sua potenza.

Chi è Dalila, intanto?
Non una prostituta. Piuttosto una sacerdotessa.
Una sacerdotessa che però professa una religione opposta al Dio di Sansone.

E non sto certo parlando della religione dei Filistei!!

La sua religione è la più antica di tutte, la più preistorica, la più affondata nelle radici della coscienza antropologica.
E' quella religione che descrisse Bakhofen nel 1861, solo sei anni prima che Saint Saens decidesse di comporre il Sanson (e il "Matriarcato" di Bakhofen fu una bomba, un caso editoriale, un fenomeno di costume).

Quella professata da Dalila è una religione preistorica, non solo pre-giudaica, la religione delle paure arcane e insondabili dell'umanità preistorica.
Al centro di queste paure c'era la donna, col suo mistero, la miracolosa e terrorizzante capacità di procreare, come la terra, con la sua capacità di intrattenere misteriose relazioni coi cieli (il perdere sangue ogni cambio lunare).
Parliamo della religione dominata dagli istinti e dalla paura degli elementi, soggiogata dal mistero della terra, di cui la donna e la sua potenza "animale" era un simbolo vivente, come dimostrano le veneri paleotiche di Willendorf
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e soprattutto di Hohle Fels (la più antica statua conosciuta)
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Una religione in cui la donna difende, contro la civiltà (maschile), contro la morale (maschile), contro la razionalità (maschile), contro un Dio (maschile), le ragioni di un istinto primordiale, di una sensualità fatta di carne e di terra, in cui urlano le forze più segrete, bestiali, istintive, ma ancora vive alla base della nostra coscienza.

Quella di Dalila non è solo "porconeria"; ma è la sfida che questa sorta di Donna universale, proveniente dalle origini dell'umanità, lancia contro la Storia, contro la civiltà dell'Uomo, contro Dio.

Vista in quest'ottica non ci fa più sorridere il crollo di Sanson (il maschio eroico, tutto muscoli e poco cervello, che si fa manipolare dal bel figone).
Anzi, la sua sconfitta è normalissima.
nell'ottica antico-testamentaria, è solo col miracolo della grazia che l'uomo può riscattarsi da Baal, dall'animalità della sua origine.
Da solo non può farcela.
La "donna universale", la "venere paleolitica" è più forte; la preistoria lo schiaccia.
Proprio come Oreste, che sarebbe destinato a soccombere alle Furie, senza l'intervento divino (una donna ancora, certo, ma nata dal cervello di un maschio, senza bisogno di madre) e l'areopago ateniese (simbolo dalla civiltà razionale e "maschile", che porta "ordine" in un mondo spaventoso e selvaggio, dominato da ataviche leggi di sangue, vincoli animali e preistoriche rivendicazioni del matriarcato).

Altro che "musica sdolcinata". Altro che banale sensualità e languorosa femminilità.
In quest'aria dovrebbe suonare, fra le volute melodiche sublimi, una sfida millenaria: la parte "animale" dell'umanità, il suo lascito primigenio e pre-civile, che dagli abissi della coscienza risorge e sfida la più recente parte "civile".

Questo dovrebbe essere "mon coeur s'ouvre à ta voix"!!!

Ora, so anche io che è molto difficile che la Normann si sia posta di questi problemi.
Eppure....
Come spiegate allora la sua faccia? La sua espressione?
Evidentemente istinto artistico: ossia quella misteriosa voce interiore che spinge un interprete verso soluzioni rivelatrici!

Per la prima volta, ascoltando lei, ho trovato una Dalila che non sorride.
Nel suo canto e nella sua voce si imprime un'espressione crudele, spaventosa, sprezzante e persino ironica: l'espressione di una sfida incommensurabile, di una minaccia blasfema e bestiale!
Pensateci anche voi: quale altra Dalila della storia ha mai esibito (in questo brano) un'espressione simile?
Nessuna...

Macché occhioni socchiusi e sorrisi languidi!
La Dalila di Jessye Normann non è più una donna e non è mai stata un'amante: è una specie di idolo pagano, gigantesco, maestoso, senza sentimenti, se non una millenaria ansia di vendetta e la determinazione implacabile di distruggere l'uomo che ha di fronte e il Dio "civile" che egli difende.
Sembra una raffigurazione orrifica e bellissima della "madre terra", una sanguinaria Venere paleolitica, ascesa dalle profondità della Storia per annientare Samson, NON PER AMARLO.

Che volete che vi dica! La Normann ci sarà arrivata coll'istinto... non importa.
Importa invece che è la prima volta che questo brano mi fa tremare.

Sentite, vi prego, quando la Normann attacca il refrain ..."Ah reponds" (sia la prima, sia la seconda volta).

Proprio come dichiaravo nel pezzo che ho quotato, la cantante fa il contrario di ciò che il buon gusto direbbe di fare.
Invece di aderire alla melodia senza sbrodolamenti ritmici (che accentuano il caramello), lei la fa a pezzi la melodia.
La stira ritmicamente fino a farla diventare irriconoscibile, la dilata fino a farla svanire, la fa diventare come un odore, o meglio un alito che i venti (la "brise legere") portano su dalla terra, dall'alba dei tempi: e ne fa un canto eterno, primigenio, di profumi animali e di sesso.
E soprattutto un canto di morte: guardate come si eccita e strabuzzi i suoi enormi occhi neri quando afferma "la freccia è più lenta a portare la morte di quanto è la tua amante ad abbracciarti".
Con fiati disumani, lunghissimi, che sembrano non finire più... con legati cementificati in un velluto nero come la pece, che straborda di armonici, che incatena questa melodia pur privandola di ritmo e pulsazione, e con lo sguardo carico d'odio e di disprezzo, la sua Dalila seduce e distrugge, e soprattutto mette paura.

Ecco cos'è il potere del canto.
E se anche prevedo che Tuc dirà che a lui la Normann in questo brano non piace (me lo sento) lascio a voi giudicare.



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Re: Ma cosa c'è dietro l'amore di Dalila?

Messaggioda Riccardo » mer 28 lug 2010, 17:36

MatMarazzi ha scritto:Sentite, vi prego, quando la Normann attacca il refrain ..."Ah reponds" (sia la prima, sia la seconda volta).

La prima volta è quasi normale, la seconda fa semplicemente paura senza la presa di fiato.
E poi sembra inghiottire Sansone ad ogni campata melodica, rivelando quegli ansimi dei fiati in orchestra che - l'avrò sentita mille volte in altre esecuzioni - non avevo mai notato.
E' mostruosa!

Grazie Matt...mi sono emozionato anche a leggere l'introduzione al video!
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Re: Ma cosa c'è dietro l'amore di Dalila?

Messaggioda Tucidide » mer 28 lug 2010, 18:04

Riccardo ha scritto:E poi sembra inghiottire Sansone ad ogni campata melodica, rivelando quegli ansimi dei fiati in orchestra che - l'avrò sentita mille volte in altre esecuzioni - non avevo mai notato.

Se alludi alla seconda volta, quei fiati sono la sostituzione della parte di Samson, che nell'originale canta "Par mes baisers je veux sécher tes larmes et de ton cœur éloigner les alarmes. Dalila! Dalila! Je t'aime". L'ultima invocazione, di prassi, passa a Dalila.

Su quest'esecuzione, devo dire solo GRANDIOSA!!!! Altro che non piacermi! :D La Norman è terribile (in senso letterale) anche nella frase succitata, scippata a Samson "Samson, Samson, je t'aime". Detta con quella faccia è terrificante. :shock: :shock:
E' senza dubbio uno dei "Mon coeur s'ouvre à ta voix" più belli che conosca. Davvero.
Che dire? Come sempre, le riflessioni antropologiche di Mat sono sempre stimolanti, ma stavolta si è superato. Addirittura le Vergini paleolitiche! L'idea di una Dalila rappresentante del matriarcato primordiale, della Dea Terra che attira e soffoca nelle sue spire, è davvero bella, e certamente suggerita dal contesto: la figura della Norman, la sua voce, i suoi capelli, :D i suoi vestiti, le sue espressioni, anche e soprattutto il suo fraseggio. Insomma, tutto bellissimo, tutto perfetto!
Come suggerisci, Mat, anch'io sono convinto che la Norman faccia tutto per istinto: di certo, stante la sua figura, difficilmente avrebbe potuto fare la figona. E d'altro canto, spiegami: una Garanca, bionda, eterea, con quella faccia e quel portamento (e quella voce!!!), come potrebbe ottenere lo stesso risultato? Hai voglia a fraseggiare con fantasia! Al massimo potrebbe ispirarsi alla cosiddetta Dama di Bressempouy! :mrgreen:
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Solo una provocazione (giusto per rompere le palle :mrgreen: ): è senz'altro curioso che tu, Mat, che spesso esalti la discesa dal "piedistallo", l'umanizzazione, la "normalizzazione" dei personaggi troppo ieratici, una loro attualizzazione (penso alla tua simpatica interpretazione della DiDonato versione Colbran come donna in carriera, che esce dall'ufficio e va in palestra e la sera esce con le amiche) questa volta dica che la chiave di lettura corretta (eh eh... pericoloso assioma) del personaggio sia quella da... nientepopodimeno che... DIVINITA' PRIMORDIALE!!!! :shock: :shock:
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Re: Ma cosa c'è dietro l'amore di Dalila?

Messaggioda Luca » mer 28 lug 2010, 18:21

Interessante ed approfondita la disamina di Matteo. Due aspetti:
Primo: le stesse coordinate di Dalila le vedo applicabili anche a Carmen, tenendo conto di quanto Nietzsche diceva che in quella musica si sente l'Africa: e per caso l'Africa non è forse la culla della preistoria con tutti i suoi miti atavici?

Secondo aspetto: grande Dalila la Norman (con una N), ma altrettanto grande e - a mio avviso - poco capita Carmen (accusa di affettazione ed innaturalità). Gli stessi discorsi di Matteo sulla dimensione di sfida (dimensione esistenziale, sartriana direi), più che di tentazione sensualeggiante propri di Dalila, li ritrovo anche nella sua Carmen in disco (quella diretta da Ozawa): ad esempio, nel motivo cantato dopo l'arresto del I atto ("Tralalala... Coupe moi brule moi...", etc.), ma anche nella scena delle carte.

Pareri in merito?

Saluti, Luca.
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Re: Ma cosa c'è dietro l'amore di Dalila?

Messaggioda Riccardo » mer 28 lug 2010, 19:06

Tucidide ha scritto:
Riccardo ha scritto:E poi sembra inghiottire Sansone ad ogni campata melodica, rivelando quegli ansimi dei fiati in orchestra che - l'avrò sentita mille volte in altre esecuzioni - non avevo mai notato.

Se alludi alla seconda volta, quei fiati sono la sostituzione della parte di Samson, che nell'originale canta "Par mes baisers je veux sécher tes larmes et de ton cœur éloigner les alarmes. Dalila! Dalila! Je t'aime". L'ultima invocazione, di prassi, passa a Dalila.

No no certo, ma io mi riferivo alla prima volta... Ad ogni frase c'è un accordo dei fiati che cade sul levare della frase successiva, ossia il momento in cui la Norman prende quei tremendi respiri a bocca spalancata...
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Re: Ma cosa c'è dietro l'amore di Dalila?

Messaggioda Maugham » mer 28 lug 2010, 20:26

Tucidide ha scritto:
Come suggerisci, Mat, anch'io sono convinto che la Norman faccia tutto per istinto: di certo, stante la sua figura, difficilmente avrebbe potuto fare la figona


Be', Tuc, non penso che la Norman abbia fatto di necessità virtù. Ovvero "non posso permettermi di fare la Dalila figona e quindi faccio la Dalila più sconvolgente che vi sia mai dato ascoltare." :D
Comunque, ognuno ha il suo concetto di "figona". E devo dire che la Norman, sarà anche una balenottera, ma è di sicuro molto più sensuale, che so io, di una Cedolins o di una Dessì. Non trovi? E poi, secondo me, ha delle mani di una bellezza straordinaria.
A parte questo "divago", se davvero la Norman non poteva permettersi Dalila in quanto non figona, come mai altre orride salamandre dell'opera non l'hanno cantata così, ma hanno fatto lo stesso le figone?
In realtà, ricordo una serata alla Scala dove lei fece, col piano, quest'aria come bis. E' uno di quei ricordi che ti rimangono impressi e non ti mollano più. Ero vicino all'allora responsabile della Philips il quale mi disse che la stavano scongiurando di registrare Dalila. Penso fosse per l'edizione con Carreras dove misero la Baltsa. Lei continuava a rifiutare anche se le offrivano, giorno dopo giorno, cifre da capogiro. Motivo? Era un soprano e non si sarebbe mai sognata di registrare un ruolo da mezzo. Tolto Carmen, che poi fece.

Solo una provocazione (giusto per rompere le palle :mrgreen: ): è senz'altro curioso che tu, Mat, che spesso esalti la discesa dal "piedistallo", l'umanizzazione, la "normalizzazione" dei personaggi troppo ieratici, una loro attualizzazione (penso alla tua simpatica interpretazione della DiDonato versione Colbran come donna in carriera, che esce dall'ufficio e va in palestra e la sera esce con le amiche) questa volta dica che la chiave di lettura corretta (eh eh... pericoloso assioma) del personaggio sia quella da... nientepopodimeno che... DIVINITA' PRIMORDIALE!!!! :shock: :shock:
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Ti risponderà mat. Io posso solo dire che forse hai equivocato il concetto di piedistallo espresso da Matteo. Il piedistallo è riferito a un senso di falsità che trasmette un cantante alle prese con un personaggio. Si può essere piedistallosi anche facendo la segretaria che esce dall'ufficio per la palestra e non esserlo nei panni di una maga ariostesca. Oppure facendo la Marescialla stile Olivia Newton-John in qualche Rosenkavalier.... non vado oltre perchè altrimenti mi mandi un virus che mi cancella l'hard disk. :evil: :evil: :evil:
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Re: Ma cosa c'è dietro l'amore di Dalila?

Messaggioda Tucidide » mer 28 lug 2010, 20:54

Maugham ha scritto:Be', Tuc, non penso che la Norman abbia fatto di necessità virtù. Ovvero "non posso permettermi di fare la Dalila figona e quindi faccio la Dalila più sconvolgente che vi sia mai dato ascoltare." :D

Beh, tu mi parli di risultato: "la Dalila più sconvolgente". Io parlo di linea interpretativa. Sono due cose diverse. :wink:
A priori, non è impossibile che una Dalila "versante figa" possa essere altrettanto sconvolgente della Norman. Se nessuna c'è riuscita, significa che nessuna è stata tanto brava.
Allo stesso modo, come dici, non è sufficiente stare sul versante "cibelico" per essere automaticamente grandiose. La Norman c'è riuscita... perché è una grande. :)

Io posso solo dire che forse hai equivocato il concetto di piedistallo espresso da Matteo. Il piedistallo è riferito a un senso di falsità che trasmette un cantante alle prese con un personaggio. Si può essere piedistallosi anche facendo la segretaria che esce dall'ufficio per la palestra e non esserlo nei panni di una maga ariostesca. Oppure facendo la Marescialla stile Olivia Newton-John in qualche Rosenkavalier.... non vado oltre perchè altrimenti mi mandi un virus che mi cancella l'hard disk. :evil: :evil: :evil:
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Vai tranquillo, oltre che con l'inglese parlato, sono una schiappa pure con il computer. Se decidessi di mandarti un virus, incasinerei solo il mio PC. : Chessygrin :
Non capisco a chi ti riferisca... :mrgreen: Mai vista una Marescialla stile "Grease". :wink:
Più che alla falsità, intendevo riferirmi alla modernità. Un personaggio assimilato ad una divintà ctonia è "attuale"? Abbiamo noi, nell'anno di grazia 2010, percezione della divinità della terra?
A me sta bene, benissimo, che un personaggio sia "inattuale", che parli di qualcosa di passato. Se però si ricerca un'attualizzazione, un'umanizzazione, allora Dalila può essere benissimo un'avvenente mannequin come la Garanca. :)
Elsa von Brabant può essere reinterpretata come un'operaia... e Dalila deve "restare" una divinità tellurica, perché
Questo dovrebbe essere "mon coeur s'ouvre à ta voix"
?
Ultima modifica di Tucidide il mer 28 lug 2010, 21:46, modificato 1 volta in totale.
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Re: Ma cosa c'è dietro l'amore di Dalila?

Messaggioda Riccardo » mer 28 lug 2010, 20:57

Maugham ha scritto:In realtà, ricordo una serata alla Scala dove lei fece, col piano, quest'aria come bis. E' uno di quei ricordi che ti rimangono impressi e non ti mollano più. Ero vicino all'allora responsabile della Philips il quale mi disse che la stavano scongiurando di registrare Dalila. Penso fosse per l'edizione con Carreras dove misero la Baltsa.

...che comunque, tra quelle che hanno cantato il ruolo più volte in scena, non se la cava poi tanto male no?
Specialmente qui e nel duetto col baritono che però non trovo su youtube...

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Re: Ma cosa c'è dietro l'amore di Dalila?

Messaggioda MatMarazzi » mer 28 lug 2010, 21:57

Maugham è già stato chiarissimo, quindi non aggiungo altro sulla questione del "piedistallo", di cui si è già parlato a iosa.
Evidentemente, Tuc, non avevi capito quel che intendo.
Ammetto che è un concetto non semplice da comunicare. Ci torneremo sopra.

Ric ha scritto:la Baltsa ... che comunque, tra quelle che hanno cantato il ruolo più volte in scena, non se la cava poi tanto male no?


Assolutamente no! :)
La Baltsa è una signora Dalila... però anche lei è troppo ancorata alla solita formula cattiva contro buono.
Le ragioni, nemmeno con lei, vengono a galla.

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Re: Ma cosa c'è dietro l'amore di Dalila?

Messaggioda MatMarazzi » gio 29 lug 2010, 12:21

Maugham ha scritto: E poi, secondo me, ha delle mani di una bellezza straordinaria.

Hai notato, nella prima parte dell'aria, quando si tiene un dito della mano sinistra con l'altra mano! :) E' geniale anche in questi dettagli...

In realtà, ricordo una serata alla Scala dove lei fece, col piano, quest'aria come bis. E' uno di quei ricordi che ti rimangono impressi e non ti mollano più. Ero vicino all'allora responsabile della Philips il quale mi disse che la stavano scongiurando di registrare Dalila. Penso fosse per l'edizione con Carreras dove misero la Baltsa. Lei continuava a rifiutare anche se le offrivano, giorno dopo giorno, cifre da capogiro. Motivo? Era un soprano e non si sarebbe mai sognata di registrare un ruolo da mezzo. Tolto Carmen, che poi fece.


Ma non solo Carmen!
Con Abbado ha fatto il Requiem di Verdi nella parte del contralto (il soprano era Margareth Price). E non ha forse inciso con Muti la rapsodia per "contralto" di Brahms? Chissà che argomenti avrà usato il direttore per convincerla che la RAPSODIA PER CONTRALTO in realtà è scritta per un soprano! :)

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Re: Ma cosa c'è dietro l'amore di Dalila?

Messaggioda Maugham » gio 29 lug 2010, 12:49

MatMarazzi ha scritto:Ma non solo Carmen!
Con Abbado ha fatto il Requiem di Verdi nella parte del contralto (il soprano era Margareth Price). E non ha forse inciso con Muti la rapsodia per "contralto" di Brahms? Chissà che argomenti avrà usato il direttore per convincerla che la RAPSODIA PER CONTRALTO in realtà è scritta per un soprano! :)

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Boh. Penso si riferisse al repertorio operistico. Gli avevano offerto anche Eboli nella registrazione di Haitink e lei aveva detto di no. Forse pensava. come mezzo, di confinarsi in un ruolo più riduttivo.
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Re: Ma cosa c'è dietro l'amore di Dalila?

Messaggioda MatMarazzi » gio 29 lug 2010, 13:18

Maugham ha scritto:Boh. Penso si riferisse al repertorio operistico. Gli avevano offerto anche Eboli nella registrazione di Haitink e lei aveva detto di no. Forse pensava. come mezzo, di confinarsi in un ruolo più riduttivo.
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Be' se fossi stato la Normann anche io avrei rinunciato a Eboli. Spartire il campo con un'altra star non va bene.
Però aveva accettato (per restare in ambito operistico) due Giuliette che per scrittura o prassi esecutive erano spesso affidate a mezzosoprani (quella del verdiano Giorno di Regno e quella dei Racconti di Hoffman). Non parliamo della frequentazione di ruoli Falcon come Selika e Marguerite della Damnation.
E dove mettiamo la Phèdre dell'Hippolyte e Aricie di Rameau, che la rilanciò come "operista" a livello internazionale? Non è un mezzosoprano quello?
E la stessa Belle Helène? La creatrice (Hortense Schneider) era un classico mezzosoprano: è vero che l'hanno cantata anche soprani, ma solo in fase avanzata di carriera (la Crespin) e a prezzo di qualche disagio (la stessa Lott). Al tempo in cui la Norman incise l'opera, esisteva solo l'edizione cantata da Jean Rodhes (mezzosoprano, sia pure - come la Normann - con diversi ruoli sopranili in repertorio).

Io penso che la Norman fosse una cantante intelligente e sapesse di avere una voce "a metà" fra i due registri. Non poteva non accorgersi delle difficoltà paurose a issarsi non dico sul do, ma persino sul si bemolle. In compenso non poteva non accorgersi di scendere agli abissi della vocalità contraltile (certi mi naturali degni della Marion Anderson) e di possedere un timbro scurissimo e ridondante.
Capisco benissimo che non ammettesse di essere confinata al repertorio di "mezzo" (etichetta che le avrebbe precluso tanti personaggi importanti a cui non avrebbe rinunciato), ma secondo me era abbastanza intelligente da scegliere (anche in ambito sopranile) tessiture ambigue o considerate tali, come sono Kundry, Didone, Giocasta, Leonora, Judith, Santuzza.

Personalmente ho la sensazione che l'aver risposto ai dirigenti della Philips "Dalila è un mezzo, io sono un soprano" fosse solo strumentale alla scelta di non cantare integralmente l'opera senza dare troppe spiegazioni. Le ragioni vere potrebbero essere altre.
Tu infatti stai parlando di anni in cui la Normann cantava pochissime opere dal vivo, e sceglieva i personaggi con estrema cautela.
Dieci anni dopo avrebbe perso ogni ritengo (Salome, Carmen, Santuzza), ma allora sceglieva solo personaggi in cui - secondo lei - la pesantezza non fosse occasione di lazzi e ironie: Ariadne, metafora della primadonna, Madame Lidoine (una suora), oppure icone classiche come Giocasta, Dido, Cassandre, Alceste...
Non dimentichiamo che gli anni di cui stiamo parlando (metà degli anni '80) erano quelli in cui la Norman era da poco tornata al teatro dopo un lungo periodo di soli concerti e dischi (periodo coinciso col suo ...esplosivo ingrassamento). Forse allora non se la sentiva di cimentarsi con un ruolo che nell'immaginario collettivo era riservato ai "figoni". Probabilmente all'epoca avrebbe detto di no anche a Carmen.

Tutte supposizioni... Il fatto, purtroppo, è che abbiamo perso la più impressionante Dalila che si poteva sentire.

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Re: Ma cosa c'è dietro l'amore di Dalila?

Messaggioda Tucidide » gio 29 lug 2010, 14:19

MatMarazzi ha scritto:Maugham è già stato chiarissimo, quindi non aggiungo altro sulla questione del "piedistallo", di cui si è già parlato a iosa.
Evidentemente, Tuc, non avevi capito quel che intendo.
Ammetto che è un concetto non semplice da comunicare. Ci torneremo sopra.

No no... ho capito benissimo. :D
Solo mi sembra un po' eccessivo dire che tutto la corda mezzosopranile documentata su disco, dalla Schumann-Heink fino alla Garanca, non ha capito una mazza dell'aria e di Dalila in generale, e ci voleva la Norman per capire che Dalila rappresenta il culto primordiale.
Ne prendo atto. :)
Io, invero più modestamente, ritengo che essa sia solo una bella, bellissima, geniale idea, che ha prodotto un risultato esaltante perché portata avanti e sostenuta da un'artista somma, ma che non si possa assolutizzare un'interpretazione ponendola come paradigma "si fa così - si deve fare così - così dovrebbe essere", e si possa interpretare Dalila anche in un altro modo, senza fare piazza pulita di 110 anni di Dalile dai differenti approcci.
Tutto qui. :wink: Evidentemente non mi ero spiegato bene.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Re: Ma cosa c'è dietro l'amore di Dalila?

Messaggioda Riccardo » sab 31 lug 2010, 15:00

http://www.deutscheoperberlin.de/index. ... te=6947481

Vedo che la Kasarova tra un anno debutta Dalila a Berlino. Penso che sarà molto particolare...
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Re: Ma cosa c'è dietro l'amore di Dalila?

Messaggioda MatMarazzi » sab 31 lug 2010, 21:20

Riccardo ha scritto:http://www.deutscheoperberlin.de/index.php?page=spielplandetail&id_event_date=6947481

Vedo che la Kasarova tra un anno debutta Dalila a Berlino. Penso che sarà molto particolare...


Il suo "mon coeur" è già da tempo disponibile su Youtube.
Peccato che a darle il controcanto sia Todorovich, con i limiti che sappiamo (tenta addirittura il si bemolle in pianissimo, calando almeno di un tono e un quarto)
Lei invece non è male e, seppure con la sua solita androginia glaciale (da Geschwitz più che da Carmen), pare avvicinarsi in certo senso al modello della Normann.



Cosa ne pensi?
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