Bassi virtuosi

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Bassi virtuosi

Messaggioda MatMarazzi » dom 29 lug 2012, 21:14

Non abbiamo mai parlato di bassi specializzati nel repertorio barocco.
Eppure oggi ce ne sono diversi, molti dei quali sono italiani

Prendiamo ad esempio "Sorge infausta una procella" dell'Orlando, parte scritta da Haendel per Montagnana.


Vi propongo per primo D'Arcangelo, che in quest'aria è davvero brillante. Le agilità sono (quasi sempre) sgranate e pulite.
Ma soprattutto le variazioni, specie nella seconda parte, sono spettacolari.
Peccato che nemmeno a lui (come a nessuno) riescano i micro trilli previsti.



Se proprio dovessi trovare un limite in D'Arcangelo è la monocromaticità di colori. E' tutto concentrato sul suono tondo, bello, netto, screziato di "sensualità" mediterranea, tanto da non concentrarsi abbastanza sui concetti e sulle atmosfere.
Quando canta queste arie, è sempre piuttosto uguale a se stesso.
Che ne dite?


Non male anche l'esecuzione di Lorenzo Regazzo.


Peccato che il video sia interrotto da commenti (peraltro banalissimi e evitabilissimi) del cantante.
Da un punto di vista vocale gli preferisco D'Arcangelo.
Le agilità mi sembrano meno a fuoco e qualche nota non è bellissima.
Però Regazzo mi sembra più animato, più espressivo, più colorato e anche consapevole della natura delirante-luciferina del brano.
Nel complesso comunque bravissimo anche lui.


Dai quarantenni ai trentenni.
Vi propongo buon terzo il giovane Kontantin Wolff, una delle maggiori novità dei palcoscenici internazionali.
Jacobs l'ha scelto per il suo Orlando a Bruxelles ed è da quella recita che è tratto il prossimo estratto.
il direttore è un ciclone! La sua direzione è stratosferica... e straccia le due precedenti.
Per quanto riguarda il basso, purtroppo, il suono è impreciso e non permette un giudizio sereno.
Quello che si coglie, oltre a una voce di timbro sontuoso e a un bell'accento (più deciso e aggressivo degli altri due), è una reale fatica a star dietro al ritmo forsennato di Jacob!
Inoltre, dati gli acuti un po' legnosi, certe variazioni acute sarebbero state (per me) da evitare.
Comunque niente male nemmeno lui.
Preparatevi perché c'è un finale a sorpresa! :)




Concludo con due registrazioni... diciamo ...storiche.

La prima esecuzione è di Samuel Ramey.
Con grande rammarico, devo dire che mi sembra molto superata.
E dire che ai suoi anni Ramey pareva una manno per questo repertorio... e lo era.
Oggi però un simile tempo da marcia funebre è poco tollerabile: a quella velocità le agilità non hanno più nemmeno ragione d'essere.
Anche dal punto di vista tecnico ed espressivo Ramey rischia di sembrare piuttosto generico. La sua osannata agilità non appare poi così ...osannabile.
Ingiustizia del tempo...
Il fatto è che in questo repertorio il passo compiuto negli ultimi vent'anni è enorme.
A Ramey va comunque il merito di essere stato il modello e ispiratore per le successive generazioni di bassi barocchi e virtuosi.




La seconda è un gioco... :) Non credo siano necessari commenti.
Hvorostovski...


:) chissà perché l'avrà incisa! Forse si sarà lasciato convincere da qualcuno che con la stessa tecnica vocale si canta tutto!

Salutoni,
Mat
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Re: Bassi virtuosi

Messaggioda mattioli » lun 30 lug 2012, 13:48

Aria che adoro e, modestamente, cavallo di battaglia dei miei concerti per esecutore-ascoltatore.

Bravo GM a postare. Eccezionalmente sono anche d'accordo seco lui. D'Arcangelo è quello che canta meglio, ma in effetti è un po' noioso. Regazzo canta peggio ma è più vivace. Dovendo scegliere, sceglierei Wolff, ma per due ragioni extra-Wolff: a) la direzione di Jacobs (che effettivamente straccia tutti gli altri); b) le controscene di Bejun Mehta. Questo però è l'Orlando di Bruxelles, laddove Wolff c'è anche nel dvd dell'Orlando di Zurigo, direttore William Christie e regia molto bella e spiritosa di Herzog, naturalmente Jens-Daniel (al GM non piace, lo trova frivolo. A me invece sì. E comunque stasera su Arte danno la sua Zauberflote da Salisburgo : Tv Happy : ).

Ramey? Erano altri tempi. Ed è un altro tempo. Voce e tecnica sono bellissime, ma in effetti così il brano non dice molto.
Hvorostovsky? Vabbé. Piuttosto, a me non dispiaceva (ma il disco è desaparecido come tutti gli altri :cry: ) l'incisione di Bryn Terfel, che faceva uno Zoroastro gradasso, rutilante, eccessivo e forse un po' sudato: insomma, Mangiafuoco (forse bruciando un po' l'Ariosto :mrgreen: ).
Chi ha detto che nel barocco basti cantare e non si debba anche interpretare?
Miao

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Re: Bassi virtuosi

Messaggioda Luca » lun 30 lug 2012, 15:44

D'Arcangelo su tutti, molto pesante Hvorostovsky. Devo dire, però, che le arie di tempesta le preferisco cantate dalle donne (Streich, Gruberova, Dessay, ecc.), pur apprezzando - quando c'è - la bravura vocale degli uomini.

Saluti e grazie a Matteo delle proposte.
Luca.
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Re: Bassi virtuosi

Messaggioda mattioli » lun 30 lug 2012, 17:05

Dimenticavo però di dire che la cadenza di Wolff ha risvegliato in me i peggiori furori cellettiani...
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Re: Bassi virtuosi

Messaggioda DottorMalatesta » lun 30 lug 2012, 17:09

Splendida anche la celeberrima aria di Argante dal Rinaldo "Sibilar gli angui d'Aletto".
Bella l'interpretazione del grande Ramey (sebbene i commenti di Matteo sull'intepretazione Rameyriana di "Sorge irata una procella" mi sembra si addicano perfettamente anche a quest'aria, anche a prescindere dai tempi scelti dal direttore...).
http://www.youtube.com/watch?v=nepYa_0e--g

Ildrebrando D'Argangelo (nel suo recente recital dedicato alle arie da basso di Handel pubblicato da DG) anche in questo brano mi è parso superiore al pur storicamente fondamentale Ramey.

E comunque per gli eterni scontenti (e per accentuare ulteriormente i furori cellettiani di Alberto) c'è sempre questo:
http://www.youtube.com/watch?v=Dp07sUoOjYs :shock:

Viva Handel! Viva il belcanto! 8)

Ciao!
Francesco

P.S.: ma come si fa a postare i video di youtube???

P.P.S.:
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Re: Bassi virtuosi

Messaggioda DottorMalatesta » lun 30 lug 2012, 17:18

MITICO, ho imparato!!!!!!!!!!!! 8)


Ecco Ramey



Per la gioia dei cellettiani (ma perché la canta uno che è tutto tranne che basso???!!!):



Ciao,
Francesco
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Re: Bassi virtuosi

Messaggioda MatMarazzi » mar 31 lug 2012, 12:55

:lol: :lol: :lol:
Non vedo l'ora di sentire Mattioli impegnato in un concerto esecutore-ascoltatore di arie Haendeliane.
La prossima volta che vengo a Parigi sei prenotato.

Grazie a Francesco per i link (postati perfettamente) :)
Sono infine d'accordo con Luca che le donne in genere fanno miglior figura nel virtuosismo barocco, ma questo è perché loro non hanno mai smarrito l'abitudine col canto di coloratura. I bassi la stanno riscoprendo solo da poche generazioni...
Normale che ci appaiano un po' indietro.
Personalmente trovo già sensazionale che oggi ve ne siano diversi che risultino quanto meno accettabili in questi pezzi di bravura.
Se la nostra zietta Ebe, oltre a chiedersi dove sono finiti i veri baritononi verdiani di una volta (dei quali peraltro faccio volentieri a meno), si chiedesse quanti bassi avrebbero potuto cantare quest'aria in questo modo negli anni 30 o 40 o 50 o 60 o 70, forse tempererebbe un po' le sue teorie sulla fine dei tempi...


Comunque proseguiamo con i nostri ascolto.
Vi sottopongo un altro brano, meno spettacolare ma secondo me altrettanto bello e satanico (anzi di più visto che a cantarlo è Lucifero in persona).
"O voi dell'erebo" dall'oratorio La Resurrezione.


Partiamo da un altro italiano divenuto a sua volta una stella fra gli haendeliani.
Luca Pisaroni, annata 1975, brillante attore e amatissimo dalla signore. :)


Nelle agilità è bravo ma non trascendentale (almeno in questo brano), ma la voce è singolarmente morbida e affettuosa.
Anche se non esagera nell'espressione, c'è sempre qualcosa di ammiccante nel suo canto che lo rende simpatico.
Semmai (ma questo non è un appunto che muoverei solo a lui) noto che molti dei bassi barocchi italiani sono più baritoni che bassi. Forse la tendenza si spiega con l'ossessione di variare i brani in acuto (a imitazione dei soprani) per cui se un basso non trova il modo di inserire dei fa o dei sol nelle variazioni di un'aria si resta quasi delusi...
E dire che i preferirei semmai variazioni nei gravi...
E' un problema che riguarda, secondo me, anche i contralti che sostituiscono i castrati. L'ossessione di spingere in acuto le loro variazioni fa sì che, molto spesso, le sonorità che noi sentiamo siano più sopranili che "virili".
La Prina è un buon esempio.
Ma torniamo a noi...

Il nostro Pisaroni ha cantato questo brano anche nell'assurdo pasticcio (Enchanted Island) che ha aperto lo scorso anno la stagione del Met. L'aria, tradotta in inglese, è messa in bocca a Calibano.
Meriti e limiti sono gli stessi (anche se con un grande direttore come Christie tutto funziona meglio) ma l'impatto scenico è notevole. :)
Anche lui, come vedete, tenta una variazione acuta non solo del tutto evitabile, ma anche piuttosto avventurosa.



Un passo indietro e torniamo alla generazione dei quarantenni (quella di D'Arcangelo e Regazzo).
Sergio Foresti (1968)


La voce è meno morbida e simpatica di quella di Pisaroni, ma ha più i colori del basso.
Musicalmente però Foresti mi pare più vario... Sembra che giochi con la musica, che si diverta, come se i turbini degli archi trascinassero anche lui. Alla fine questa è l'esecuzione che a me piace di più.
Voi che ne dite?


Un altro giovane che sta facendo strada come barocchista è il tedesco Tobias Berndt (1979).
I bassi tedeschi, in questo repertorio, non sono più tanto considerati oggi.
Per anni sono stati gli unici a cantarlo, applicandovi però, con sovrana indifferenza, l'emissione e la tecnica del loro incisivo declamato (vi ricordate quando Adam cantava Giulio Cesare e Salminen Seneca?).
E tuttavia questo Berndt (nonostante il suono più virile) vocalizza in modo sopraffino, persino meglio dei due italiani.
Anche la voce è bella (a parte un acuto faticosissimo) ed è adatta alla tessitura.
Ciò che gli manca, semmai, sono l'ironia e la fantasia... è pur sempre un tedesco. :)
E' di una seriosità accademica che oggi tendiamo a non associare più a Haendel.
Comunque tanto di cappello anche a lui. Vocalmente a me pare perfetto...




Attendo i vostri commenti...

salutoni,
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Re: Bassi virtuosi

Messaggioda DottorMalatesta » gio 02 ago 2012, 9:44

A me ha sempre fatto impazzire Ramey nell'aria di Lord Sidney nel viaggio a Reims naturalmente con l'impareggiabile accompagnamento del divin Claudio. Eccellente l'edizione fonit del 1984, ma non male neanche la DG del 1992:



E un'altra aria splendida per basso virtuoso è "Già d'insolito ardore" dall'Italiana in Algeri (e uno dei miei pezzi da battaglia per soirees musicali ;-)).
Eccola cantata a suo modo ( ;-)) dal grande Raimondi nell'edizione DG sempre diretta dal divin Claudio (per buona parte un museo degli orrori vocali):



Eccola invece nell'interpretazione di Ramey (ignoro l'edizione, ma non mi sembra quella diretta da Scimone che ricordo meno letargica nei tempi):



Ed infine la stessa aria. Non è indicato l'interprete ma mi sembra Bruscantini. Grande senso della parola (ad onta di una direzione piuttosto spenta). Confermate? Si tratta forse dell'edizione con Bruscantini e Berganza diretti da Sonzogno?



Infine... uno scherzo: sempre a proposito di bassi virtuosi, ecco Alberto Mattioli che piega la sua voce da basso profondo (!) ai falsetti miagolanti rossiniani nel "duetto dei gatti" interpretato non so bene se da Violetta o da Isotta... ;-)



:lol:

Ciao,
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Re: Bassi virtuosi

Messaggioda Riccardo » gio 02 ago 2012, 10:21

DottorMalatesta ha scritto:Ed infine la stessa aria. Non è indicato l'interprete ma mi sembra Bruscantini. Grande senso della parola (ad onta di una direzione piuttosto spenta). Confermate? Si tratta forse dell'edizione con Bruscantini e Berganza diretti da Sonzogno?

Niente Sonzogno, qui dirige Gary Bertini. E' un disco inciso in studio negli anni Settanta con Bruscantini non più in forma smagliante ma secondo me comunque strepitoso. Doveva essere la colonna sonora di un film che poi non si fece.
E la direzione non mi sembra per niente spenta, è solo generalmente lenta ma piena di dettagli e sonorità di un nitore che raramente siamo abituati a sentire in questo repertorio, stiamo infatti parlando della Staatskapelle Dresden! Diciamo che l'Italiana rossiniana può comunque ritenersi fortunata: anche i Wiener di Abbado le rendono un gran servizio.

Qui ancora uno stralcio del disco di Bertini.
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Re: Bassi virtuosi

Messaggioda DottorMalatesta » gio 02 ago 2012, 10:50

Ringrazio Riccardo della precisazione: hai ragione, si tratta dell'incisione diretta da Bertini, in effetti una delle più belle (e con un cast strepitoso: Valentini Terrani, Bruscantini, Dara, Benelli).
L'ho riascoltata di recente e ricordo che nel complesso la direzione è ottima, anche se nel brano riportato avrei preferito un tempo più brillante (ma forse il direttore ha scelto di non esagerare per venire incontro ad un Bruscantini di quasi 60 anni). Comunque si parla pur sempre della Staatskapelle di Dresda, una delle migliori compagini orchestrali d'Europa!!
Leggo dal "Giudici" che questa sarebbe la "banda sonora d'una produzione televisiva girata in studio da Ugo Gregoretti". Sembra quindi che il video sia stato realizzato (ma forse mai commercializzato, il che mi seccherebbe molto, ma non mi stupirebbe più di tanto!!!). Ne sapete qualcosa?
Concordo sul Rossini di Abbado : Love : , ma IMHO la sua Italiana raduna un cast impossibile (con la luminosa eccezione di Dara e di Corbelli): la Baltsa, Lopardo e soprattutto Raimondi sono terribili (quest'ultimo sembra, ancor più del solito, l'orco di pollicino :mrgreen: )!!!! Altro che opera comica: a tratti sembra una vera e propria tregenda!!!
Grazie e ciao,
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Re: Bassi virtuosi

Messaggioda Tamerlano » sab 04 ago 2012, 12:52

Sono bravissimi sia Bruscantini, sia Ramey.
Ma io voto Ramey, perché Bruscantini sembra il solito buffo e non mette in risalto l'aspetto "macho" di Mustafa.
ciao e grazie. Carlo
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Re: Bassi virtuosi

Messaggioda Riccardo » sab 04 ago 2012, 13:30

DottorMalatesta ha scritto:Leggo dal "Giudici" che questa sarebbe la "banda sonora d'una produzione televisiva girata in studio da Ugo Gregoretti". Sembra quindi che il video sia stato realizzato (ma forse mai commercializzato, il che mi seccherebbe molto, ma non mi stupirebbe più di tanto!!!).

Grazie a te della precisazione, non ricordavo questo!
I tempi di Bertini sicuramente aiutano Bruscantini, ma comunque anche lenta la sua aria secondo me funziona benissimo...si sentono tante cose che di solito sfuggono! Diventa la barcarola di un povero vecchio disgraziato; mi ricorda un po' un Falstaff ante litteram. Senti il finale!

Per quanto riguarda il disco di Abbado, per me è un classico assoluto, checché ne dicano Giudici e compagnia. Ed è secondo me pure complessivamente molto più brillante degli altri due dischi rossiniani storici di Abbado, appesantiti ancora da una certa genericità che Abbado a mio avviso ravvisava negli '70. Anche il Barbiere in studio inciso a Ferrara nel 1992 con al Chamber Orchestra of Europe ha tutto un altro brio rispetto a quello precedente!
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Re: Bassi virtuosi

Messaggioda DottorMalatesta » sab 04 ago 2012, 14:04

Tamerlano ha scritto:Ma io voto Ramey, perché Bruscantini sembra il solito buffo e non mette in risalto l'aspetto "macho" di Mustafa.


Concordo pienamente!!!

Riccardo ha scritto:I tempi di Bertini sicuramente aiutano Bruscantini, ma comunque anche lenta la sua aria secondo me funziona benissimo...si sentono tante cose che di solito sfuggono! Diventa la barcarola di un povero vecchio disgraziato; mi ricorda un po' un Falstaff ante litteram. Senti il finale!


Anche se a mio parere l'Italiana è più opera buffa dove agiscono dei "tipi" nello spirito di una comicità un po' astratta e geometrica (quella folie organise che faceva impazzire Stendhal), mentre Falstaff mi sembra più opera comica, in cui agiscono persone in carne ed ossa (al pari del donizettiano Don Pasquale).

Riccardo ha scritto:Per quanto riguarda il disco di Abbado, per me è un classico assoluto, checché ne dicano Giudici e compagnia. Ed è secondo me pure complessivamente molto più brillante degli altri due dischi rossiniani storici di Abbado, appesantiti ancora da una certa genericità che Abbado a mio avviso ravvisava negli '70. Anche il Barbiere in studio inciso a Ferrara nel 1992 con al Chamber Orchestra of Europe ha tutto un altro brio rispetto a quello precedente!


L'Italiana è diretta splendidamente, nessun dubbio! E non dimentichiamo il suo splendido Viaggio a Reims (che preferisco più nell'edizione Fonit che in quella DG). Per quanto riguarda il Barbiere continuo a preferire la prima edizione alla seconda, ma è sicuramente una questione di gusto personale.

Viva Rossini!!!!

Ciao
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Re: Bassi virtuosi

Messaggioda Ebestignani » ven 17 ago 2012, 0:08

Eh Matt. Questa povera zietta che ha da ridire sulle odierne skills,eh? Prima di tutto: hai ragione a dire che non di bassi trattasi,ma di baritoni prestati all'uso.
Io ricordo,ero molto giovane, Ramey dal vivo: anche lui aveva una voce "anfotera",a parte le sue rilevantissime qualita' naturali.
Del Barocco maschile conosco molto poco, e su quel poco sono abbastanza inabile a giudicare con un minimo di know how.
Sulla vocalita' di D'Arcangelo,che ho sentito a casa nella replica dell'orrendo Leporello di chi so io,e in cui non si e' coperto di gloria,diciamo,ho peraltro qualche dubbio. Non mi sembra che abbia un suono particolarmente rotondo,ne' una patina cosi' solare e mediterranea. Certo che c'e' di peggio.
Del Ramey barocco non so, il Ramey rossiniano a me faceva saltare sulla sedia.Anche in ruoli non primari,tipo il basso della Gazza Ladra.
E se proprio devo dire quel che dentro m'urge,considero Ramey il piu' grande cantante degli ultimi vent'anni del secolo.
La zietta e' invece preoccupata del fatto che la situazione della corda di basso sembri perfino peggiore di quella baritonale.
All'est come all'Ovest. Quando penso che ancora scritturano Furlanetto nelle grandi opere italiane,o che alla Scala,dicesi Scala,ho sentito il Commendatore affidato a Kim Il Sung o Ho-Ci-Minh o come si chiama,mi sembra che abbiamo detto tutto.
E c'e' di meglio: da qualche parte ho letto che,Dio vi perdoni :twisted: , trattavasi di basso particolarmente promettente.
Ma vedremo il futuro: quanto mi piacerebbe venire smentita nelle mie cupe previsioni...Nel frattempo,proprio mentre sto barcamenandomi con la tastiera,dietro a me sta tuonando Sir John Falstaff nel suo monologo, in salsa gallese :twisted:
completa di sghignazzi e di acuto finale che sarebbe piaciuto a François Villon.

"Et de la corde d'une toise
saura mon col que mon cul poise"

Guarda questo Terfel cosa fa dire a una vecchia brava zietta....

Bacioni canadesi

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Re: Bassi virtuosi

Messaggioda MatMarazzi » sab 25 ago 2012, 21:04

Ma caspita!!! Mi era sfuggito il ritorno di Zia Ebe!
:) E' sempre un piacere leggerti.

Del Barocco maschile conosco molto poco, e su quel poco sono abbastanza inabile a giudicare con un minimo di know how.


No, no! aspetta, Maria Chiara!
Io ti avevo tirato in ballo su una questione molto precisa!
Ti avevo chiesto quanti cantanti degli anni 20-30 avrebbero potuto eseguire le arie virtuose di Haendel non dico "meglio" dei disgraziatissimi "finti bassi" di oggi ( :roll: ), ma almeno come loro.
Quanti avrebbero potuto staccare in quel modo le agilità o variarne effetti e colori.
E tu sorvoli.
"Non me ne intendo" :)
"Mi intendo più di barocco femminile"!
Bella forza! :) Perché all'epoca i soprani virtuosi c'erano, i bassi no! NESSUNO!

E' un punto importante.
Quello infatti che cercavo di dimostrare è che la tecnica vocale non è qualcosa che cresce e cala, che da buona diventa cattiva e viceversa: è qualcosa che "si adatta".
Vi sono autori che, nell'evoluzione storica, vengono serviti peggio in un'epoca piuttosto che in un'altra; altri autori che invece sono serviti meglio.
Mi spiego.
Tu ripeti sempre che oggi c'è un diffuso impaccio tecnico a proposito di Verdi.
Ne convengo!
Poi magari non saremo d'accordo su certi baritoni coloristi (che a me piacciono moltissimo in Verdi) e tuttavia, nel complesso, riconosco anche io che , con Verdi, la contemporaneità gira su se stessa, alla ricerca di una risposta globalmente e non singolarmente persuasiva.
E questo non vale solo per i cantanti.

Tu però non consideri che, se guardiamo ad altri autori, è inconfutabile che le tecniche attuali hanno dato frutti che in passato sarebbero stati pura fantascienza.
Non ti citerò Janacek o Britten (che so non rientrare nei tuoi gusti... nei miei sì)... ma Haendel? Rossini?
Quanti Assur, quanti Argante si sarebbero potuti scritturare negli anni 20?
E il tenore rossiniano? Quanti, nell'età dell'ora in cui la Stignani si produceva, avrebbero potuto eseguire Rodrigo di Dhu o Otello in maniera piccolissimamente presentabile?
Te li immagini i campioni del tenorismo dell'epoca (i Lauri Volpi, i Gigli, ma anche i Roswaenge) alle prese coi vortici rossiniani?
Certo... se per noi Rossini è l'unico compositore degno di nota (come per te è Verdi), allora dovremmo concludere che negli anni 20-30 non un tenore sapeva cantare...
Peccato che allora (sono io a dirlo) si incontravano certi Radames e certi Manrichi di fronte ai quali giù il cappello.

Nè alla tua epoca, nè alla nostra... si troverà mai una generazione vocale in grado di cantare tutto.
Le stirpi canore, più o meno consapevolmente, selezionano i loro autori e solo per loro... si sforzano di individuare le opportune soluzioni tecniche.
Sai semmai cosa sarebbe interessante approfondire, invece della nota querimonia sul degrado dei tempi?
Sarebbe interessante chiedersi "perché" oggi certi autori eccitano la fantasia dei cantanti e altri no...
ICosa rappresenta per noi Haendel, che non rappresentava 100 ani fa?
questo sì che sarebbe interessante!

Un salutone e ...cerca di scrivere più spesso! :)
Matteo
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