Heldentenor di oggi

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Heldentenor di oggi

Messaggioda MatMarazzi » dom 29 mag 2011, 14:34

Visto che si è tanto parlato di Lohengrin (grazie a Luca e al suo reseconto che ci ha permesso una carrellata di cinque generazioni di heldentenor) e approffittando del fatto che sono state rese note quasi tutti le stagioni internazionali, non sarebbe male concentrarci un poco su questa tipologia vocale così particolare e così necessaria, particolarmente oggi.
L'heldentenor (da non confondersi con quello che noi chiamiamo "tenore eroico") descrive una tipologia tenorile dal baricentro baritonaleggiante e l'emissione potentemente declamatoria.
Essi sono non solo perfetti ma gli unici possibili interpreti del Wagner maturo (qualsiasi tentativo da parte di altre categorie vocali di conquistare ruoli come Siegmund e Tristano sarebbe votato alla catastrofe, alla faccia dei vetero-cellettiani e altri patetici sostenitori della tecnica "unica"), fatto sta che finché si eseguirà Wagner gli Heldentenor non verranno mai meno.
Oltre a Wagner, molti ruoli (specialmente posteriori, ad esempio del primo 900, ma anche più recenti) sono stati scritti per loro e questo rende ancora più indispensabile la loro esistenza; oggi poi che Wagner è diventato quasi più eseguito dei suoi colleghi Mozart e Verdi, l'Heldentenor gode di un prestigio del tutto eccezionale, tanto che può persino succedere che uno di loro (Jonas Kaufmann) sia divenuto - caso eccezionale fra gli Heldentenor - una star da masse furoreggianti.

E tuttavia vorrei sottoporvi un problema che da sempre ha accompagnato la storia di questa tipologia operistica, causando immancabilmente grossi guai.
Proprio per la loro particolare "baritonalità", la difficoltà a sostenere tessiture acute, la scarsa (anzi, direi nulla) dimestichezza con scritture vocalistiche, agli Heldentenor sono preclusi una grande quantità di ruoli "topici" del registro tenorile, ruoli ai quali però (lo dicevamo a proposito della Frau ohne Schatten) essi sono stati di prepotenza collegati, per ragioni spesso sciocche. Ad esempio la convinzione che solo essi - abitutati a Tristano e Siegfried, figuriamoci - siano in grado di esprimere l'eroismo.
Ma l'eroismo (così come la forza, il vigore, ecc...) sono elementi teatrali, non tecnici! :)
Qualsiasi tecnica può esprimerli, mentre non tutte le tecniche e tutte le vocalità possono risolvere i problemi di una scrittura.
Noi dobbiamo esaltarci della presenza di così tanti e così valorosi Heldentenor ai giorni d'oggi, ma dovremmo fare il possibile per evitare che essi persistano nello scantonare (come hanno fatto per oltre un secolo) in terreni per loro proibiti.

A questo proposito vorrei fare una considerazione: spesso i registri (in questo caso il registro di "tenore") sono solo indicativi. Spesso esistono terreni anfibi fra due registri e la lettura dello spartito dovrebbe convincerci che vi sono personaggi teoricamente "mezzospranili" che sono più acuti di personaggi teoricamente "sopranili", o che i legami, per esempio, fra i proto-baritoni donizettiani (alla Ronconi) e i vecchi baritenori rossiniani (alla Garcia) sono strettissimi.
Nella prima metà del secolo al Met (sull'esempio della Matzenauer, della Fuchs, della Lawerence, della Harshaw) molte hochdramatische wagneriane cantavano i soprani in Wagner (Bruennhilde e Isolde) ma i mezzo in VErdi (Amneris, Eboli, Azucena). Nessuno se ne scandalizzava: era perfettamente giusto, in quanto i mezzo verdiani erano alti quanto i soprani wagneriani. La stessa Materna fu a Vienna la prima Isolde e pure la prima Amneris.
Oggi sarebbe uno scandalo!!! Le Isolde (a meno che non siano partite da mezzo, come la Meier) si sentirebbero mortificate a cantare Amneris: sono soprani, giusto? E allora faranno Aida... malissimo ovviamente, perché troppo alta per loro, ma la faranno.
Questa digressione mi serve per dire che gli Heldentenor, fuori da Wagner, potrebbero tranquillamente dedicarsi anche a personaggi "baritonali", per esempio di tessitura acutissima come i baritoni verdiani o come certi splendidi personaggi francesi per baritono. E non come ripiego (penso alle geriatriche espansioni di Domingo) ma come scelta di repertorio. Cosa sarebbe stato ad esempio il giovane Peter Hoffman nelle vesti di Atanael o di Carlo di Vargas o Ruprecht dell'angelo di Fuoco, ruoli perfetti per tessitura e linguaggio, ruoli in cui l'impeto declamatorio poteva farne creature giovani, pure e perturbatrici come il suo Siegmund o il suo Parsifal! No, meglio sentirlo schiantarsi in Florestan o in Max (sono tenori, no?) o addirittura in Orfeo.
Il mio sogno è che questi heldentenor (specie quelli più baritonali) capiscano che non c'è nulla di male a sguazzare fra i registri e i repertori, purché le singole scritture si adattino alle specificità della loro vocalità ...CHE NON E' QUELLA DI OTELLO, DI ENEA, DI SANSONE E NEMMENO DEL KAISER E DI CALAF.

Mi piacerebbe che ragionassimo su alcuni dei maggiori heldentenor di oggi.
Partirei da 5 di loro (ma ce ne sono a decine).
Kaufmann, Vogt, Ryan, Gould e Lehman.

Kaufmann, che è diventato l'heldentenor per eccellenza dei nostri anni, oltre che uno dei maggiori di tutti i tempi.
Nonostante gli acuti perentori e squillanti (almeno fino al si bemolle, dopo diventano un po' tirati), il suo baricentro è (specialmente oggi) considerevolemente baritonale. La sua tecnica è declamatoria ai livelli più alti: dinamica colorista e fraseggio, esaltazione della parola, uso a contrasto di emissioni differenti fanno di lui un modello tecnico che fa proprie le secolari conquiste del declamato tedesco, eppure è anche modernissimo tanto nell'accento quanto nella recitazione: in lui non vi è un'ombra della pomposità spaccatutto degli heldentenor del passato, ma anzi un eccesso di sensibilità e umanità ferita.
Sarebbe (ed è) un prodigio vivente in tutti i ruoli da Heldentenor wagneriano: eppure quest'anno riprenderà solo Lohengrin (a Monaco nella fantastica produzione di Jones) e Siegmund al Met.
Prorio Siegmund (in attesa che affronti Tristano e riprenda Parsifal) è, ora come ora, il suo più straordinario approccio in ambito wagneriano (più straordinario ancora del pur sublime Lohengirn) e sorprende quindi che non sia proposto più frequentemente in giro per il mondo.
Temo che anche Kaufmann sia affetto da "negazione". Cioè che non ammetta di essere quello che è e sogni piuttosto di essere il tenore "tuttofare"; un eccesso di impegni wagneriani finirebbero - secondo lui - per ridurre la possibilità di spaziare nei più vasti repertori.
E così ci attendono due debutti francesi a dir poco sorprendenti.
Enea: non mi stancherò mai di dire che, nonostante Vickers, nonostante Del Monaco, nonostante Gary Lakes, Enea non c'entra nulla con gli Heldentenor.
Tessitura acuta, linguaggio vocalistico da Grand-Opéra, declamazione, sì, ma alla francese, alla "ottocentesca", non alla Wagneriana.
L'amico Mattioli, parlando di mitici Troyens che entrambi vedemmo a Parigi nel 2003, con GArdiner e Kunde, disse che, per quanto riguarda quell'opera, "Gardiner aveva fissato il prima e il dopo".
Magari fosse stato così: ma non lo è stato. Dopo Gardiner sono tornati fuori i direttori tonitruanti che affrontano l'epopea di Berlioz con piglio colossal para-wagneriano e soprattutto i tenori declamatori wagneriani che tradiscono il protagonista su un presunto "eroismo", fatto di urla, lacerazioni, battaglie impari con la scrittura.
Certo a Londra (con Mc Vicar, Pappano, la Westbroek e la Antonacci) Kaufmann sarà il più seducente, il più cinematografico degli Enea! Pazzo chi non andrà a sentirlo...
Ma questo non toglie che la sua vocalità (sia fisicamente, sia tecnicamente) non c'entra nulla con la parte: ne verrà fuori un eroe da filmone d'avventura, su cui le signore palpiteranno, che bacerà voluttuosamente Didone, che farà tante faccine tristi e sensibili al momento di abbandonarla... ma ci allontanerà ancora di più dal ruolo.
E tuttavia, se Enea ha avuto (magra giustificazione) una lunga tradizione di tenoroni declamatori, così non è per Faust.
Io non so quale insetto si nutra, alle volte, del cervello di direttori artistici (anche illuminati) come Gelb, ma mi chiedo che razza di stupida, inconcepibile idea sia quella di sperperare un Kaufmann nel ruolo di Faust. E non quello della Damnation (già cantato da Kaufmann e in qualche - vaghissimo - modo riconducibile a una scrittura più centralizzante, sopracuti in falsetto a parte) ma proprio quello di Gounod.
Il tentativo di dimostrare di poter far tutto? Il tentativo di tener dietro ai recenti miti dei tenori lirici (da Alagna e Villazon)? La voglia di sfoderare un bel do in falsetto (e allora perché non limitarsi a ficcare il "salut" in qualche concerto o disco monografico?)

Come ogni divo che si rispetti, anche Kaufmann ha un diretto rivale: in questo caso è il conterraneo e coetaneo Klaus Florian Voght, con il quale ha in comune la piacevolezza fisica, l'ottimo impatto scenico e l'incondizionato appoggio delle signore del pubblico.
Detto questo, le affinità sono finite.
Vogt non è un heldentenor nel senso classico del termini (ricorda più il giovane Kollo che il giovane Hoffman): la timbrica è chiara, l'acuto svettante. L'aspetto è biondo e nordico, quanto scuro e latino è quello dell'altro. Come declamatore non regge nemmeno da lontano la dialettica strepitosa di Kaufmann, però è più a suo agio nelle linee vocalistiche. Vogt quindi vince nei ruoli più acuti (il suo Walther è decisamente migliore di quello di Kaufmann) mentre perde in quelli più centralizzanti (Parsifal).
In Lohengrin la guerra è senza frontiere: a Bayreuth, sul DVD e nel resto del mondo i due si affrontano come gladiatori nell'arena. Kauffman vince per calore, umanità, senso espressivo, sensualità, senso della tragedia (che Vogt non ha affatto); Vogt però dà del cavaliere una dimensione lunare e spirituale, quasi astratta nel suo alone di luce, tale da renderlo a sua volta di grande suggestione.
In realtà Vogt non dovrebbe essere trattato in questa sede, perché - a differenza dei veri Heldentenor - la sua estensione è schiettamente tenorile, tanto che potrebbe - lui sì - volgersi a quei personaggi "eroici" del repertorio tedesco che reclamano più splendore che declamato puro: penso ai supereroi straussiani (Bacchus e il Kaiser) da cui opportunamente Kaufmann si tiene distante: il mio sogno sarebbe sentire Vogt come Menelao e come Apollo. Invece che perdere tempo dietro a Cavaradossi (tanto per tenere d'occhio il rivale) potrebbe anche cominciare a pensare a Calaf.
Curioso e intellettuale (più di Kaufmann) Vogt si cimenta con Alwa, Andrei della Kovanchina, Paul della Città Morta, Boris della Kabanova, il Principe della Russalka.
Un certo rudimentale vocalismo (considerando che sempre di tenore tedesco e declamatorio si tratta) ce l'ha, e lo ha dimostrato nei personaggi pre-wagneriani da lui affrontati: Adolar dell'Euryante, Florestan. In questa stagione si butterà in Tito all'Opéra di Parigi e secondo me ha fatto male, perché - per quanto migliore vocalista di quanto di solito siano i tedeschi - questo è ruolo in cui la tradizione dei veri vocalisti (o coloristi mozartiani) è intimidatoria; contro i grandi Tito del presente e del passato Vogt è disarmato. Meglio avrebbe fatto a guardare a Schubert, Weber e persino a certi ruoli italiani e francesi di fine 800 o primi 900 nei quali i declamatori puri continuano a fare danni (lui sì che avrebbe potuto essere convincente come Paolo il Bello a Parigi).
Venedo a Wagner, proprio per la propulsione acuta del suo canto, potrebbe cominciare fin d'ora a buttare un occhio su Siegfried, ruolo che assolutamente va strappato ai declamatori (i Franz, i Gould) tradizionali, costretti a fingere eroismo e strillare a più non posso, e ricondotto ai colori chiari dell'adolescenza e allo scintillio dei do sopracuti.
E invece? Invece, per tentare di star dietro al rivale, ha accettato di cantare Siegmund (!!!!) e proprio nella patria di Kaufmann, Monaco.
Forse quando sarà vecchio e fuori carriera, Vogt ripenserà all'assurdo di sprecare i suoi preziosi quarant'anni in un ruolo di cui masticherà a stento la scrittura centralissima, per il quale non ha la dialettica, il calore umano, la disperazione, l'umiliazione e per il quale il confronto con Kaufmann è ancora più catastrofico di quello in Traviata fra Callas e Tebaldi. Peggio per lui.

A proposito di Siegfried, pare che il nostro tempo abbia trovato il suo.
Lance Ryan da qualche anno impazza nel mondo con questo ruolo, affrontato con un entusiasmo e uno spacconeria di mezzi che forza la simpatia (come il modo loggionistico con cui tiene per mezz'ora il do sopracuto del Crepuscolo, che da spartito andrebbe semplicemente sfiorato). In scena fa capriole, costante esibizione di atletismo e risulta insomma singolarmente simpatico e convincente in uno dei ruoli in cui essere convincenti risulta incredibile.
Prevedibile che anche quest'anno, in questa parte, sbaragli la concorrenza. Lo troveremo a Francoforte, alla Scala e a Monaco.
E tuttavia nel suo canto c'è quel qualcosa di grezzo, di trascurato, di assolutamente negato alle scritture vocalistiche che ci riporta indietro di decenni, quando lo sentiamo fuori da Siegfried, nei ruoli che per lungo tempo gli heldentenor hanno tenuto in repertorio senza dominarne la scrittura.
Nel suo repertorio figurano non solo i supereroi straussiani (quei Bacco, Kaiser e Apollo che invece erano scritti per luminosi vocalisti alla tedesca) ricondotti da Ryan al solito urlare monolitico, ma addirittura Enea, Max, Florestano, Calaf... persino Don José e Enzo Grimaldo.
Assurdo, tutto veramente assurdo...
Possibile che un valido Siegfried, sia pure tutto in muscoli, non possa trovare altri ambiti di manovra, che tengano conto della sua emissione declamatoria?

Una delle calamità dell'heldentenorismo di tutti i tempi è la questione anagrafica.
Non si capisce per quale ragione un heldentenor debba continuare a cimentarsi con gli eroi wagneriani, sfolgaranti di gioventù e passione, fin oltre i sessant'anni.
Anche oggi è incredibile come un Seiffert continui a far ballonzolare per il mondo i suoi anni e sui doppi e tripli menti in personaggi come Otello, TAnnhauser, Max. Non sono così vecchi, ma gli vanno vicino Robert Dean Smith e ormai anche Ventris (che male c'è ad avere cinquant'anni? Nessuno, purché non ci si vesta da bambino per fare il milionesimo Parsifal).
Al Met (così come nella Berlino di Rattle) non avevano avuto dubbi a chiamare Heppner per Siegfried.
Bene: Heppner è del 56! Anche senza contare il fatto che la sua voce non è mai stata ideale per Siegfried (credetemi: l'ho sentito dal vivo), mi spiegate che senso ha che un quindicenne, in piena tempesta ormonale e che mena sberle a destra e a manca, debba essere affidato a un signore grassoccio che potrebbe essere nonno?
E' sempre stato così (mi si dirà)... fin dagli anni terribili del Wagner interbellico e internazionale (quelli di Melchior)!
E con questo? Un'antica assurdità diventa meno assurda per essere antica?

Per fortuna il grande canadese ha tirato i remi in barca e si è ritirato dal progetto newyorkese (quest'anno è previsto solo un Achab in America).
In compenso a sostituirlo hanno chiamato Gary Lehman e Stephen Gould, che sessantenni non sono (ancora), ma la cui voce e l'accento hanno comunque qualcosa di pienamente, dolorosamente, grandiosamente maturo.
Adolescenza? Purezza? tempesta ormonale? eroismo privo di ragione? Niente di tutto questo.
Maturi signori con i calzoncini corti....
L'uno e l'altro interpretano la versione attuale dell'heldentenor macho nella variante americana (alla Jess Thomas, ma senza lo speventoso carisma di quest'ultimo): in pratica, bel timbro baritonale (Lehman era proprio partito come baritono), sonorità aspre e carnali, acuti perentori fino al la, grande virilità di articolazione.
I pregi: bella dialettica, bella espressività purché restino nel medium e in scritture esclusivamente declamatorie. I difetti: gli stessi pregi applicati a ruoli acuti, giovanili e soprattutto vocalistici.

Quello che mi stupisce di Lehman ha interrotto per tre anni la carriera per prepararsi bene a passare dal registro di baritono a quello di tenore: a me queste cose fanno sempre molto ridere....
tre anni? e per cosa? Per violentare la propria voce? Per conquistare, a prezzo di non si sa quali sacrifici, un mezzotono in altezza?
Per condannarsi a cantare tutta la vita al di sopra del proprio baricentro?
Prova ne sia che, passati i tre anni, Lehman si è ripresentato al pubblico identico a come era prima, ossia un baritono acuto (o se preferite un tenore molto baritonale), dotato di grande carisma e sapienza di declamazione.
C'era da aspettare tre anni per questo?
Che ci vuole a capire che un buon Tristano ha pressapoco le stesse note che sono richieste a un buon Hamlet di Thomas o a un buon Cristoforo Colombo di Franchetti?
Il problema semmai è che un buon Tristano (o un buon Hamlet e un buon Cristoforo) NON HA le note richieste da Siegfried e meno ancora quelle di Florestano, l'altro ruolo che Lehman canterà nella presente stagione. Né hanno quelle che servono a Samson, Don José, Otello, Alwa e altri ruoli che Lehman si ostina a tenere in repertorio, per forza di etichetta.
Stephen Gould ha avuto un percorso meno accidentato ma simile nell'approdo. Lanciato ai più alti livelli (come Siegfried a Bayreuth) incarna tutti gli ipotetici pregi (ed evidenti difetti) dell'heldentenor odierno. Col suo canto perenotrio, ok, fieramente sillabante, con i suoi si bemolle (ma anche la naturali) potenti e allo stesso tempo aspri e forzati, ha validi numeri in certo repertorio wagneriano (ma non Siegfried): il suo Tristan e persino il suo Tannhauser hanno varie frecce al loro arco.
Il problema è che anche a lui fanno cantare Otello, Florestan, Enea, Peter Grimes e tutti gli altri personaggi a cui gli Heldentenor dovrebbero dire addio (probabilmente Simon Boccanegra lo farebbe benissimo).
A me Gould (nel Tristano ad esempio) piace molto, ma quello che ci propinerà a Salisburgo nella Frau di quest'estate sarà la solita sequela di urla laceranti...
Chi non potrà andare non tema: sarà la stessa sequela che Botha ci propinerà a Milano.

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Re: Heldentenor di oggi

Messaggioda pbagnoli » dom 29 mag 2011, 21:20

Bellissimo argomento, davvero.
Voglio rispondere in modo un po' articolato, ma sono di fretta per cui mi limito a un'osservazione, su Gould.
Io l'ho ascoltato a lungo, in Siegfried e in Otello.
In Otello è un disastro (e dire che aveva accanto la Stoyanova, probabilmente la miglior Desdemona di oggi).
In Siegfried...quasi: a Bayreuth con Thielemann faticava in modo infernale a sostenere la tessitura del primo e del terzo atto. Negli altri ruoli cui facevi riferimento non l'ho sentito
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Re: Heldentenor di oggi

Messaggioda MatMarazzi » dom 29 mag 2011, 22:36

pbagnoli ha scritto:Bellissimo argomento, davvero.
Voglio rispondere in modo un po' articolato, ma sono di fretta per cui mi limito a un'osservazione, su Gould.
Io l'ho ascoltato a lungo, in Siegfried e in Otello.
In Otello è un disastro (e dire che aveva accanto la Stoyanova, probabilmente la miglior Desdemona di oggi).
In Siegfried...quasi: a Bayreuth con Thielemann faticava in modo infernale a sostenere la tessitura del primo e del terzo atto. Negli altri ruoli cui facevi riferimento non l'ho sentito


Perfettamente d'accordo.
Sentilo qui (Florestan)



Orrore! Se fossimo degli ascoltatori pasticcioni alle prime armi diremmo "pessimo".

Poi sentilo qui (Tristan)



Un altro mondo.

Ora, a parte la constatazione che nel mondo wagneriano occorrerebbe mettere a posto le cose (ad esempio svellere il ricordo degli heldentenor della decadenza, quelli fra le due guerre mondiali) e che anche al Met fanno le scelte a capocchia (ti imbroccano il più grande dei Siegmund e cascano come pere mature su Siegfried), non sarebbe male puntare il discorso sugli heldentenor americani di oggi, di cui Gould e Lehman (e anche Ryan) sono appunto esponenti.
Tra i grandi vecchi Heppner.
Tra i "maturi" ci sono Forbis, Gambill, Robert Dean Smith e i due suddetti: Gourd e Lehman.
Tra i giovani, oltre a Ryan e Storey, ci sono Jason Collins, Jeffrey Dowd, Brandon Jovanovich, Craig Bermingham.

Personalmente, fra quelli di oggi, preferisco i wagneriani scandinavi e tedeschi, ma si deve ammettere che anche gli americani si fanno rispettare.
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Re: Heldentenor di oggi

Messaggioda pbagnoli » lun 30 mag 2011, 11:02

Teoricamente ci sarebbe anche Stieg Andresen, no?
Gli hanno caricato sul gobbo tutta la tenorilità del Ring di Copenhagen; a me non entusiasma e poi credo che sia ormai passato un po' di cottura. Se non sbaglio dovrebbe essere passato a ruoli un po' più di carattere, tipo Herodes, ma vado a memoria e siccome sono vecchio non mi fido.
Mi potresti illuminare? :D
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Re: Heldentenor di oggi

Messaggioda MatMarazzi » lun 30 mag 2011, 12:52

pbagnoli ha scritto:Teoricamente ci sarebbe anche Stieg Andresen, no?
Gli hanno caricato sul gobbo tutta la tenorilità del Ring di Copenhagen; a me non entusiasma e poi credo che sia ormai passato un po' di cottura. Se non sbaglio dovrebbe essere passato a ruoli un po' più di carattere, tipo Herodes, ma vado a memoria e siccome sono vecchio non mi fido.
Mi potresti illuminare? :D


Vedo che leggi con attenzione i miei editoriali! :)
Per caso, l'ho proprio visto a Salisburgo nella parte di Herode, qualche settimana fa, con Rattle e Herheim.
A parte gli scherzi, per prima cosa Andersen appartiene ai wagneriani scandinavi, che hanno caratteristiche del tutto particolari, soprattutto oggi.
Sono carichi di un'umanità e di un tormento interiore che gli americani si sognano.
Non lo avevo citato perché, almeno nel mio ultimo post, c'eravamo più concentrati sugli heldentenor made in USA e soprattutto odierni.

Andersen è nato nel 1950 è oggi un signore di 61 anni: normale che non sia più credibile in Siegfried.
Ma attenzione: per lui occorre avere rispetto.
Negli anni 80 e 90 non c'era nel mondo un heldentenor vitale e altero come lui. Purtroppo su Youtube non ho trovato grandi cose dei suoi anni migliori.
Solo un frammento di un Siegfried in cui aveva già quasi cinquant'anni. E tuttavia, almeno a mio gusto, si mangia tutti gli interpreti della sua generazione.



Nel Ring di Copenaghen non fa grande figura, ma questo perché - è tanto che lo dico - nel mondo dell'opera si finge che l'età non esista.
Invece di essere un arricchimento arrivare a 50 anni o a 60 (apertura di repertori nuovi, ripensamento dei propri criteri espressivi, aumento della musicalità sulla base dell'esperienza, ecc...) diventa un fardello penoso che si finge di non vedere!
E poi dicono che la negazione dell'età rappresenta un degrado della nostra attualità schiava dell'immagine!
Be'.. all'opera è da un secolo che si nega sistematicamente l'età e nemmeno oggi ci si rende conto che le scelte di casting devano trovare nel rapporto anagrafico fra personaggio ed esecutore un proprio cardine.
E' per questo che anche un grandissimo wagneriano come Andersen arriva a farsi compatire cantando Siegfried e Tristano fino a 60!
D'altronde se pensi che c'è persino chi sfrutta i sessant'anni della Sutherland in Bolena o della Gruberova in Linda di Chamounix per sfoderare maldigeriti concetti come "verisimile" (che peraltro, sia in estetica, sia nel linguaggio corrente, vuol dire "simile al vero")...

Comunque se vuoi possiamo proseguire con gli heldentenor scandinavi di oggi!
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Re: Heldentenor di oggi

Messaggioda pbagnoli » mer 01 giu 2011, 17:19

MatMarazzi ha scritto:
pbagnoli ha scritto:Teoricamente ci sarebbe anche Stieg Andresen, no?
Gli hanno caricato sul gobbo tutta la tenorilità del Ring di Copenhagen; a me non entusiasma e poi credo che sia ormai passato un po' di cottura. Se non sbaglio dovrebbe essere passato a ruoli un po' più di carattere, tipo Herodes, ma vado a memoria e siccome sono vecchio non mi fido.
Mi potresti illuminare? :D


Vedo che leggi con attenzione i miei editoriali! :)

...ecco dove era andata a pescare la mia memoria!
Questo vuol dire che leggo i tuoi editoriali con attenzione, considerato il c**o quadro che mi sto facendo in questo periodo!

MatMarazzi ha scritto:
A parte gli scherzi, per prima cosa Andersen appartiene ai wagneriani scandinavi, che hanno caratteristiche del tutto particolari, soprattutto oggi.
Sono carichi di un'umanità e di un tormento interiore che gli americani si sognano.

Quindi anche Melchior, secondo te?
La risposta che mi auto-anticipo l'hai già data sopra ed è: ovviamente no. :) .
Del resto, mi sono sempre chiesto se il danese Melchior non sia in realtà maggiormente assimilabile a un garrulo tedesco per la dissipata nonhalance con cui affrontava il repertorio. Al di là della presunta onnipotenza vocale - cosa di cui ho sempre dubitato, sentendo acuti intubati e con più di un sospetto di nasaleggiante falsetto - mi sono sempre chiesto cosa ancora oggi alcuni utenti trovino in un cantante del genere. Va bene che ognuno ha i suoi gusti, però...

MatMarazzi ha scritto:
Be'.. all'opera è da un secolo che si nega sistematicamente l'età e nemmeno oggi ci si rende conto che le scelte di casting devano trovare nel rapporto anagrafico fra personaggio ed esecutore un proprio cardine.
E' per questo che anche un grandissimo wagneriano come Andersen arriva a farsi compatire cantando Siegfried e Tristano fino a 60!
D'altronde se pensi che c'è persino chi sfrutta i sessant'anni della Sutherland in Bolena o della Gruberova in Linda di Chamounix per sfoderare maldigeriti concetti come "verisimile" (che peraltro, sia in estetica, sia nel linguaggio corrente, vuol dire "simile al vero")...

Ohmammamia, Matteo: se iniziamo a parlare di questi argomenti gerontoperistici, non ce la caviamo più.
A parte il fatto che esiste qualcuno che ci vive a ricordarci che meraviglia sarebbero ancora oggi i vecchietti ad insegnare a cantare ai giovani che non capiscono una fungia, trovo che la gerontopera sia una dannazione!
Quanto mi incavolavo a vedere la mia adorata Mirella a vezzeggiare Mimì in menopausa!
E quelle foto del già citato Melchior che si mette la pancera prima di andare a martellare su Notung?
Adesso te le posto, to':
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MatMarazzi ha scritto: Comunque se vuoi possiamo proseguire con gli heldentenor scandinavi di oggi!

Direi di no: sono d'accordo con te che gli americani siano più interessanti
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Re: Heldentenor di oggi

Messaggioda VGobbi » mer 01 giu 2011, 20:34

Argomenti davvero interessantissimi, grazie per gli interventi.

Vorrei fare alcune considerazioni :

- Jess Thomas era davvero cantante dotato di grande carisma? A me, personalmente pare di no ... cio' non toglie che ci ha lasciato interpretazioni di levatura (anche se non cosi' tante).

- dei cinque tenori che hai preso a riferimento, Vogt e' l'unico che l'ho sentito dal vivo e proprio nel Lohengrin alla Scala. A me era piaciuto parecchio, ricordando dappresso i Lohengrin lunari, estatici, tratteggiati nel mondo della fiaba piu' che in quello del tenore eroico.

- Gould conosciuto grazie al Ring di Thielemann. Onestamente come Siegfried mi ha lasciato un po' perplesso, nel senso che l'ho trovato inadeguato vocalmente.

- Kaufmann visto in tv (Carmen, Wether, Lohengrin) e sempre con ottimi, straordinari risultati. Mi manca assolutamente il suo Siegmund. Comunque artista di razza come ce ne sono pochi in giro.

- Ryan e Lehman non li ho mai sentiti nominare e quindi non posso esprimermi.

- potete pensarla come volete, ma a me Ben Heppner mi manda in brodo di giuggiole!!!

- Melchior con la pancera in effetti e' un po' ridicolo ... pero' c.a.z.z.a.r.o.l.a. a quando un "Walse" cosi' solido e duraturo? Dai, lo so che quelle note non fanno un Siegmund ... pero' che goduria, che estasi, sentire note cosi' lunghe, eterne e salde come le canta Melchior!!! Ogni tanto l'orecchio vuole la sua parte, no?

- ultimissima cosa. Nel video postato da Mat, in cui c'e' il tenore Andersen, potrei sapere chi interpreta il ruolo di Mime? Grazie!
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Heldentenor di oggi

Messaggioda pbagnoli » mer 01 giu 2011, 20:55

VGobbi ha scritto:
- Melchior con la pancera in effetti e' un po' ridicolo ... pero' c.a.z.z.a.r.o.l.a. a quando un "Walse" cosi' solido e duraturo? Dai, lo so che quelle note non fanno un Siegmund ... pero' che goduria, che estasi, sentire note cosi' lunghe, eterne e salde come le canta Melchior!!! Ogni tanto l'orecchio vuole la sua parte, no?

Santa pace, Vittorio! : WallBash : : WallBash : : WallBash :
La prima volta che ci vediamo in uno spazio adeguato ti sparo un Waelse di un minuto!
Così mi dirai che sono meglio di Melchior!
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Re: Heldentenor di oggi

Messaggioda pbagnoli » mer 01 giu 2011, 21:18

VGobbi ha scritto:
- Jess Thomas era davvero cantante dotato di grande carisma? A me, personalmente pare di no ... cio' non toglie che ci ha lasciato interpretazioni di levatura (anche se non cosi' tante).


In cosa non ti piace?
Io l'ho conosciuto per la prima volta nel Siegfried di Karajan: folgorazione!
A tutt'oggi per me appartiene allo strettissimo novero dei tenori wagneriani di sempre.
Mi piace moltissimo anche il suo Kaiser, se non ricordo male con la Bjoner, la Borkh e la Modl (!!!).
C'è anche il suo Lohengrin con Kempe, mitico.
Se penso a un heldentenor è fra i primissimi nomi che mi vengono in mente
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Re: Heldentenor di oggi

Messaggioda VGobbi » gio 02 giu 2011, 14:12

pbagnoli ha scritto:
VGobbi ha scritto:
- Melchior con la pancera in effetti e' un po' ridicolo ... pero' c.a.z.z.a.r.o.l.a. a quando un "Walse" cosi' solido e duraturo? Dai, lo so che quelle note non fanno un Siegmund ... pero' che goduria, che estasi, sentire note cosi' lunghe, eterne e salde come le canta Melchior!!! Ogni tanto l'orecchio vuole la sua parte, no?

Santa pace, Vittorio! : WallBash : : WallBash : : WallBash :
La prima volta che ci vediamo in uno spazio adeguato ti sparo un Waelse di un minuto!
Così mi dirai che sono meglio di Melchior!

Ah bello, pero' mi devi cantare pure i 40 minuti, circa, che precedono i due "Walse" ... voglio proprio sentirli se li canti "bello e fresco" oppure affaticato!!!

pbagnoli ha scritto:
VGobbi ha scritto:
- Jess Thomas era davvero cantante dotato di grande carisma? A me, personalmente pare di no ... cio' non toglie che ci ha lasciato interpretazioni di levatura (anche se non cosi' tante).


In cosa non ti piace?
Io l'ho conosciuto per la prima volta nel Siegfried di Karajan: folgorazione!
A tutt'oggi per me appartiene allo strettissimo novero dei tenori wagneriani di sempre.
Mi piace moltissimo anche il suo Kaiser, se non ricordo male con la Bjoner, la Borkh e la Modl (!!!).
C'è anche il suo Lohengrin con Kempe, mitico.
Se penso a un heldentenor è fra i primissimi nomi che mi vengono in mente

Non ho detto che non mi piace, tutt'altro, solo che non riesco a trovarlo carismatico, come potrebbe essere un Vickers, un Vinay od un Domingo, tanto per capirci.
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Heldentenor di oggi

Messaggioda MatMarazzi » gio 02 giu 2011, 18:52

E sia! Continuiamo con gli americani.
Fatemi però premettere che gli heldentenor scandinavi di oggi non sono più come Melchior (nè le hochdramatische sono più come la Flagstad).
Oddio, è vero che conservano la migliore caratteristica dei cantanti nordici in Wagner, ossia quel senso di vastità spaziale, di solitudine, di ampiezza di campate e, nel timbro, di profumo marino.
Queste erano caratteristiche anche di Melchior e della Flagstad (secondo me, male impiegate in Wagner).
In particolare c'è un tenore scandinavo (ormai anche lui avviato alla cinquantina) che sarebbe potuto essere solo dieci anni fa il miglior Siegmund del pre-Kauffman.
Si chiama Jyrki Anttila, credo finlandese.
Su Youtube, purtroppo si trova pochissimo.

Qui è, insieme a un vecchio leone come Iorma Hinninen, nell'opera Juta di Merikante. Canta poco, ma la produzione (vecchiotta) è di una decina di anni fa e quindi permette di apprezzare il suo declamato morbido ed espressivo nel momento migliore.


Qui invece è nelle vesti di Siegmund all'opera nazionale lituana, ma purtroppo non lo si sente cantare! Il trayler prevede solo frammenti visivi accompagnati dall'introduzione orchestrale.



Tornando agli americani, ho dimenticato Jon Villars (che sentii in una terrificante Arianna a Nasso a Ferrara, ma non più terrificante di tutto quello che producono nei teatrini emiliani), Corby Welch, il giovanissimo Corey Bix,



Insomma tutti uguali, tutti simillimi a King: sonorità rocciose, declamato atletico e muscolare, presenze sceniche ingrombranti e imponenti.
Tutti artisti che emanano forza animale, dai timbri solidi come rocce e che lanciano elettrizzanti folgori declamatorie, ma che sono la negazione del vocalismo, scarsi quanto a dinamico, regolarmente urlanti in acuto.
Io non ho nulla contro di loro: sono contento che esistano. Sono una falange di artisti popolari e indispensabili. Ciò che fanno loro, nessun altro lo fa!
Sono i boxeurs del tenorismo.
Solo che mi chiedo... non vi pare che siano regolarmente male impiegati? Non pensate che il repertorio in cui vengono sfruttati (benché essi abbiamo forgiato la loro tecnica proprio per servire tale repertorio) metta in luce solo quanto sono vecchi e sorpassati?

Venendo a Vit.
- Jess Thomas era davvero cantante dotato di grande carisma? A me, personalmente pare di no ... cio' non toglie che ci ha lasciato interpretazioni di levatura (anche se non cosi' tante).


Non so che dire... per me il suo carisma (e le sue capacità espressive) era soggiogante.
Tu mi dici che non ti pare carismatico quanto Domingo...
Mah... per me è Domingo a non aver mai avuto vero carisma!
Comunque rispetto i tuoi gusti.

Sono invece d'accordo con te sul fatto che Heppner è un gigante!
Ma rispondimi: davvero ti fa andare in brodo di giuggiole IN QUALSIASI RUOLO?

Davvero questa roba qui


ti emoziona quanto questa?



Insomma, Vit, a dire che Heppner è bravo, anzi bravissimo, siamo capaci tutti.
Ma occorre anche riconoscere che vi sono ruoli in cui le sue caratteristiche (umane, tecniche, vocali) danno frutti, altre in cui non ne danno.
Ok... dovrebbero essere loro, i cantanti, a capirlo! O meglio dovrebbero essere le direzioni artistiche!
Ma non lo capiscono! :)
Il "Ridi Pagliaccio" di Heppner è tanto, tanto più emozionante di quello di Kaufmann!
Ma nel Lohengrin, mi spiace, non è così.

Salutoni,
Mat
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Re: Heldentenor di oggi

Messaggioda VGobbi » gio 02 giu 2011, 23:34

Intanto ti ringrazio per il tuo breve ma sempre interessante excursus di cantanti hedentenor. Non sarebbe il caso di aprire un backstage? :mrgreen:

Una fugace parola. Chi e' fan di Domingo non sono io, ma caso mai il Bagnolo. Cio' non toglie che abbia carisma, francamente e' impossibile non risconoscerlo, dai Mat. Che poi non sia un cantante che rientra tra i tuoi preferiti e' un altro paio di maniche. Ma ripeto, lasciamo stare Domingo, un Vickers, una Modl, una Silja, un Tomlinson sono carismatici ... Thomas a me pare di no. Basta anche vederlo in scena, nei pochi filmati presenti su youtube.

Sul confronto, in merito alla romanza "In fernem land" tra Heppner e Kaufmann, beh provo a dire la mia. Intanto l'interpretazione di Heppner non la chiamerei "questa roba qui", giacche' canta divinamente ... magari un canto rassicurante, pacioso, che tanto tranquillizza i vecchi melomani e chi ama o rievoca ad ogni pie' sospinto il "belcanto", eppero' il canadese canta, ripeto, divinamente, una vera delizia per le orecchie.

Quello di Kaufmann, ecco ... potremmo dire che sentendo lui, sembra che abbia inizio la rivoluzione copernicana, rivoltando il ruolo e dando vita a nuove, interessanti prospettive! Un "In fernem land" così alitato, non l'avevo mai sentito ... e con un crescendo carico di emozione che non può non colpire l'ascoltatore. Due Lohengrin entrambi credibilissimi, solo che uno ha saputo donare linfa nuova ad un ruolo ormai strapazzato. Ecco, allora potrei capire come Kaufmann sia superiore, specificamente in questo ruolo, ad Heppner ... ma il Lohengrin di Ben, credimi, non e' solo "questa roba qui" detto in modo sprezzante.
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Re: Heldentenor di oggi

Messaggioda Alberich » ven 03 giu 2011, 1:09

pbagnoli ha scritto:
VGobbi ha scritto:
- Melchior con la pancera in effetti e' un po' ridicolo ... pero' c.a.z.z.a.r.o.l.a. a quando un "Walse" cosi' solido e duraturo? Dai, lo so che quelle note non fanno un Siegmund ... pero' che goduria, che estasi, sentire note cosi' lunghe, eterne e salde come le canta Melchior!!! Ogni tanto l'orecchio vuole la sua parte, no?

Santa pace, Vittorio! : WallBash : : WallBash : : WallBash :
La prima volta che ci vediamo in uno spazio adeguato ti sparo un Waelse di un minuto!
Così mi dirai che sono meglio di Melchior!

Eeeh, Bagnoli...però se non provassimo di tanto in tanto un po' di sano divertimento e, perchè no, di piacere a sentire certe note (solo le note!) sai che palle!

L'argomento della discussione è estremamente interessante. Non è americano e a rigori non è neppure scandinavo: ma che ne pensate di Poul Elming? Il suo Siegmund, ad oggi ed escluso Kaufmann che ancora non ho sentito a dovere, mi pare non il migliore, ma forse il più appropriato. Chi altri ha espresso la gioventù ribelle del ragazzo come lui?
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Re: Heldentenor di oggi

Messaggioda pbagnoli » ven 03 giu 2011, 7:19

Alberich ha scritto:
pbagnoli ha scritto:
VGobbi ha scritto:
- Melchior con la pancera in effetti e' un po' ridicolo ... pero' c.a.z.z.a.r.o.l.a. a quando un "Walse" cosi' solido e duraturo? Dai, lo so che quelle note non fanno un Siegmund ... pero' che goduria, che estasi, sentire note cosi' lunghe, eterne e salde come le canta Melchior!!! Ogni tanto l'orecchio vuole la sua parte, no?

Santa pace, Vittorio! : WallBash : : WallBash : : WallBash :
La prima volta che ci vediamo in uno spazio adeguato ti sparo un Waelse di un minuto!
Così mi dirai che sono meglio di Melchior!

Eeeh, Bagnoli...però se non provassimo di tanto in tanto un po' di sano divertimento e, perchè no, di piacere a sentire certe note (solo le note!) sai che palle!


Be', Alberico: questo è uno dei tanti conti aperti con Vittorio : CoolGun :
Lui lo sa e ci marcia; io ci casco come una pera :D
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Re: Heldentenor di oggi

Messaggioda Alberich » ven 03 giu 2011, 19:31

pbagnoli ha scritto:

Be', Alberico: questo è uno dei tanti conti aperti con Vittorio : CoolGun :
Lui lo sa e ci marcia; io ci casco come una pera :D[/quote]
:mrgreen:
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