Manon (Massenet): interpreti
Inviato: dom 05 set 2010, 16:08
John Ardoin riporta che la Callas, finita la registrazione di Gioconda-Emi, abbia dichiarato: "E' tutto lì quello che serve a qualcuno che voglia ascoltare o capire il mio canto e il mio metodo di lavoro".
Sono del parere che una frase simile possa dirla anche la Dessay riferendosi alla Manon da Barcellona pubblicata dalla Virgin.
Non è solo questione di canto più o meno buono; in questa Manon la Dessay trascende l'idea stessa di cantante diventando qualcosa d'altro.
Inutile esemplificare. Timbro, accento, colori, padronanza della lingua francese (ovvio) nelle sue più impercettibili sfumature, nei suoi legami con la musica, in un dialogo continuo e inesausto.
Cito di nuovo Ardoin in una frase detta per la Callas: "non sarebbe riuscita, neanche volendolo, ad essere inespressiva".
Questo vale anche per la Dessay.
Un'altra notevole Manon del nostro tempo è la Netrebko.
Reduce dal clamoroso successo di Londra (Beck, ce ne parli?) la si può vedere nel video (un blu-ray dalla strepitosa qualità tecnica) di Berlino e in quello di Vienna.
Certo, vista in sequenza dopo la Dessay -che poteva vantare anche l'apporto non indifferente di McVicar, ovvero del maggior esponente della direzione d'attori attualmente in circolazione- può apparire più convenzionale.
Sia a Vienna che a Berlino la Netrebko legge Manon come un'irresistibile e inconsapevole catalizzatrice d'erezioni che, lo si sa, prima o poi farà una brutta fine.
Non è una critica, la mia, assolutamente. Anch'io sono stato...catalizzato.
Non è una critica anche perchè la Netrebko canta stupendamente e l'eccesso di civetteria e di autocompiacimento che le si può rimproverare è riassorbito da una forza teatrale dirompente, da un magnetismo singolare e da una musicalità (notate nella prima aria sia a Vienna che a Berlino il rigoroso controllo del ritmo) eccellente.
Sia lei che la Dessay hanno, secondo me, capito il vero segreto della vis seduttiva di Manon.
L'hanno capito pur essendo completamente differenti nel fisico, nella voce e anche nell'approccio.
Perchè Manon arrapa tutta Parigi? Perchè è bella, è colta, è intelligente?
Assolutamente no. Arrapa perchè rappresenta qualcosa di inconsueto.
Sbaglia chi ne fa la solita ragazza provinciale che si trasforma in sofisticata lady del jet-set.
Parigi era già piena di sofisticate lady del jet-set.
Quello che rende Manon così diversa dalle altre e il fatto che, seppur vestita di Prada e Gucci, rimane la ragazza... del Montana che frequenta Park Avenue.
Il problema di un'altra celebrata Manon dei nostri tempi, la Fleming, è proprio l'inverso.
Lei è una ricca signora di Park Avenue che... tenta di fare la ragazza del Montana.
Con risultati, oggi, assolutamente fuori tempo massimo.
Anche qui non è questione di canto e di note. O, almeno, io non ne faccio assolutamente una questione di canto e di note.
Ma di approccio al ruolo e di assoluta incapacità nel gestire, senza palese impaccio scenico-vocale, la prosodia massenetiana.
Con il risultato di apparire falsa come una moneta di cioccolato.
Ovviamente è un mio parere; la Manon della Fleming ha un seguito enorme.
Ciò non toglie che sotto il profilo ritmico, linguistico ed espressivo la Fleming si collochi diversi piani sotto le sue colleghe citate.
Ammetto che con il Pizzi dell'Opéra (ovvero Deflo) non è che poi si potessero fare grandi cose; così come come è altrettanto vero che con un partner come Alvarez che canta Massenet come fosse Puccini (avete sentito il suo Werther?) non è ci fosse chissà quale libertà di movimento... però ritengo che sia un problema, non so come dire, di plausibilità che nè la Fleming, nè Alvarez sembrano porsi.
Perchè, per loro, l'opera è quella cosa lì, dalla drammaturgia stracca, nota a tutti, cui sopperire com gesti stereotipati, pose enfatiche e controscene da cinematografia terzomondista.
O forse semplicemente non sanno recitare.
WSM
Sono del parere che una frase simile possa dirla anche la Dessay riferendosi alla Manon da Barcellona pubblicata dalla Virgin.
Non è solo questione di canto più o meno buono; in questa Manon la Dessay trascende l'idea stessa di cantante diventando qualcosa d'altro.
Inutile esemplificare. Timbro, accento, colori, padronanza della lingua francese (ovvio) nelle sue più impercettibili sfumature, nei suoi legami con la musica, in un dialogo continuo e inesausto.
Cito di nuovo Ardoin in una frase detta per la Callas: "non sarebbe riuscita, neanche volendolo, ad essere inespressiva".
Questo vale anche per la Dessay.
Un'altra notevole Manon del nostro tempo è la Netrebko.
Reduce dal clamoroso successo di Londra (Beck, ce ne parli?) la si può vedere nel video (un blu-ray dalla strepitosa qualità tecnica) di Berlino e in quello di Vienna.
Certo, vista in sequenza dopo la Dessay -che poteva vantare anche l'apporto non indifferente di McVicar, ovvero del maggior esponente della direzione d'attori attualmente in circolazione- può apparire più convenzionale.
Sia a Vienna che a Berlino la Netrebko legge Manon come un'irresistibile e inconsapevole catalizzatrice d'erezioni che, lo si sa, prima o poi farà una brutta fine.
Non è una critica, la mia, assolutamente. Anch'io sono stato...catalizzato.
Non è una critica anche perchè la Netrebko canta stupendamente e l'eccesso di civetteria e di autocompiacimento che le si può rimproverare è riassorbito da una forza teatrale dirompente, da un magnetismo singolare e da una musicalità (notate nella prima aria sia a Vienna che a Berlino il rigoroso controllo del ritmo) eccellente.
Sia lei che la Dessay hanno, secondo me, capito il vero segreto della vis seduttiva di Manon.
L'hanno capito pur essendo completamente differenti nel fisico, nella voce e anche nell'approccio.
Perchè Manon arrapa tutta Parigi? Perchè è bella, è colta, è intelligente?
Assolutamente no. Arrapa perchè rappresenta qualcosa di inconsueto.
Sbaglia chi ne fa la solita ragazza provinciale che si trasforma in sofisticata lady del jet-set.
Parigi era già piena di sofisticate lady del jet-set.
Quello che rende Manon così diversa dalle altre e il fatto che, seppur vestita di Prada e Gucci, rimane la ragazza... del Montana che frequenta Park Avenue.
Il problema di un'altra celebrata Manon dei nostri tempi, la Fleming, è proprio l'inverso.
Lei è una ricca signora di Park Avenue che... tenta di fare la ragazza del Montana.
Con risultati, oggi, assolutamente fuori tempo massimo.
Anche qui non è questione di canto e di note. O, almeno, io non ne faccio assolutamente una questione di canto e di note.
Ma di approccio al ruolo e di assoluta incapacità nel gestire, senza palese impaccio scenico-vocale, la prosodia massenetiana.
Con il risultato di apparire falsa come una moneta di cioccolato.
Ovviamente è un mio parere; la Manon della Fleming ha un seguito enorme.
Ciò non toglie che sotto il profilo ritmico, linguistico ed espressivo la Fleming si collochi diversi piani sotto le sue colleghe citate.
Ammetto che con il Pizzi dell'Opéra (ovvero Deflo) non è che poi si potessero fare grandi cose; così come come è altrettanto vero che con un partner come Alvarez che canta Massenet come fosse Puccini (avete sentito il suo Werther?) non è ci fosse chissà quale libertà di movimento... però ritengo che sia un problema, non so come dire, di plausibilità che nè la Fleming, nè Alvarez sembrano porsi.
Perchè, per loro, l'opera è quella cosa lì, dalla drammaturgia stracca, nota a tutti, cui sopperire com gesti stereotipati, pose enfatiche e controscene da cinematografia terzomondista.
O forse semplicemente non sanno recitare.
WSM