da mattioli » ven 27 feb 2015, 19:32
Che dire? A me sembra che la serata sia andata bene. Il merito è ovviamente tutto di Mirella, che ha riproposto per l'ennesima volta il suo personaggio di antidiva antiretorica, quella che arrivava, cantava (con Karajan, Kleiber, Abbado e chi più ne ha più ne metta) e poi tornava a casa a fare i tortellini. Simpatica, concreta, spiccia, saggia: affettuosa come una nonna e intelligente come un Nobel (in realtà, è una finta ingenua). Però lei non posa, è davvero così: e il pubblico percepisce, ormai da sessant'anni, questa favolosa autenticità.
A me fa piacere che la Scala abbia deciso di festeggiarla: per lei, evidentemente, ma anche per il teatro che così celebra la sua storia, le sue star, in ultima analisi se stesso. E mi è piaciuta la reazione e entusiastica del pubblico, che ha accolto Mirella alzandosi in piedi in un'interminabile ovazione e poi l'ha assediata nel foyer per gli autografi.
Infine, piccola notazione personale: salire su quel palcoscenico, anche solo per parlare, è un'emozione da mozzare il fiato. Durante la prova microfoni ho accennato "Non più andrai": penso che siano le note peggiori che ci si siano mai ascoltate, forse dopo il Ramfis di Salminen. Però posso dire di aver cantato alla Scala...
Twitter: @MattioliAlberto