Ciao Alberto,
si, hai interpretato il mio pensiero, espresso a rate, secondo il principio ispiratore, anche se le angolature sono un poco divergenti.
lirico, leggero, lirico leggero, drammatico ecc. sono categorie che pertengono oramai stabilmente al "peso".
Qui non mi trovo pienamente d'accordo, perchè farei riferimento anche alla gamma vocale di maggior impegno: acuta il leggero, centrale e acuta il lirico-leggero, centrale e primi acuti il lirico, un'estensione dal grave all'acuto il drammatico, non importa se non sontuoso nei centri.
Mentre concordo pienamente sul fatto che - in termini assoluti - il ruolo non faccia il soprano, benchè sia una nomenclatura condivisa. La Rancatore manca di consistenza lirica nel timbro, ma l'intelligenza interpretativa e l'uso misurato delle risorse vocali la rendono una Lakmè attenta al momento elegiaco, oltre che ritmico.
C'è poi la distinzione tra cantante d'opera, con i requisiti di velluto, potenza e stile, e cantante che sfugge i canoni tradizionali e risulta più adatto alle singole arie, piuttosto che all'operetta che ad altro genere sempre vicino all'opera, il recital ad esempio. Una voce meno impostata, in cui è meno semplice e meno utile mettere fare i distinguo con gli occhiali del melomane.
Forse la Deutekom (gloriosa cantante d'opera a tutti gli effetti) per alcuni aspetti sfugge ai canoni tradizionali, per cui la voce non si inquadra nelle nostre beneamate categorie.
Categorie che già nel repertorio Barocco o comunque precedente al Romantico non si applicano comunemente: penso a Emma Kirby, a Catherine Bott e persino a Joan Sutherland (lirici, si però... lirico-spinto, si però...).
E, ribadisco, sia lodato il cielo (oltre che la Deutekom
) ) se la Deutekom ha osato - in epoca contemporanea alla Schwarzkopf - cantare le agilità aspirate, tutta la geniale inventiva la porta ad essere cantante *epocale*.
Forse ciò che cerco di esprimere è: voce voluminosa, se lo dite voi, ma meno coltivata nell'impostazione lirica, se il risultato dell'ascolto da disco è questo.
Come scrivevo, non propriamente un soprano leggero, ma forte (nonchè eccelsa) nell'area vocazionale del soprano leggero, meno incline all'area vocazione del lirico, del lirico-spinto e del drammatico.
A questo punto quali sono i termini del confronto? Io dico non lirico nè spinto nè drammatico. Mi rispondete: non certo leggero, in senso affermativo cosa leggo?
Se includiamo nelle categorie il drammatico di agilità, in cui rientrano praticamente tutti i pesi vocali (considerato che sono insignite di questa definizione - coniata per la Callas - Beverly Sills, Leyla Gencer, Joan Sutherland, Montserrat Caballé) la Deutekom vi rientra autorevolmente.
I miei limitati ascolti Deutekomiani (Attila, Flauto magico, frammenti di Lucia) non mi permettono di essere oltremodo modo riferimento per la discussione, ma spero che il confronto sia utile quanto meno perchè riporta una visione contaminata diffusa.
Un caro saluto
W la Deutekom
Francesco