pbagnoli ha scritto:L'idea è talmente attraente che qualcun altro deve averci pensato.
E d'altra parte, pensandoci bene...a chi farlo fare? Sono tutti omoni, questi bassi. E sussurrare sulla marea montante orchestrale, mentre l'Inquisitore scambia bordate di suono con Filippo... non so, non mi sembra così facile.
Certo, sulla carta è talmente bello da essere ideale.
In pratica...
Certo, certo.. è la solita storia del pastore.
Io e Pietro nel 1960.
Io: Sai secondo me la Gencer (hai presente, quella che canta Lucia e Sonnambula) potrebbe fare Lady Macbeth. Certo, sarebbe una Lady diversa, più acuta, insinuante, fragile, femminile...
Pietro: sì, bella teoria... ma in pratica non è mai venuto in mente a nessuno di chiamare un lirico-leggero per Lady, una ragione ci sarà! E poi come ti comporti di fronte a una scrittura orchestrale nella quale faticano le Callas, le Varnay, le Nilsson! La vedo un po' fantasiosa...
Io e Pietro nel 1965
Io: Sai, secondo me si potrebbe chiamare, per Salome, AnjaSilja (sai quella ventenne che canta Zerbinetta e Regina della Notte). In fondo sarebbe una principessa davvero adolescente sia nella voce, sia nel fisico, nervosa, giovane, peccaminosa. Declamare sa declamare...
Pietro: sì, bella teoria... ma in pratica non è mai venuto in mente a nessuno di chiamare un soprano leggero in Salome, una ragione ci sarà! E poi la scrittura? Gli scoppi orchestrali, gli acuti esplosivi, le note gravi.. mah... la vedo difficile.
Io e Pietro nel 1970
IO: sai, secondo me non sarebbe male chiamare Gedda per il Guglielmo Tell (sai, quello che canta Don Ottavio, i Werther, i Lensky...). Avrebbe una voce estesa flessibile, grande musicalità, senso della frase, poesia....
PIetro: sì, bella teoria... ma in pratica non è mai venuto in mente a nessuno di chiamare un tenore lirico mozartiano, per giunta dai centri bianchi e il tono intellettuale, in questo ruolo massacrante, fatto per scatti esplosivi, romanticissimi e tecniche italiane! Mah...la vedo difficile.
Io e Pietro nel 1975
Io: sai, secondo me si potrebbe provare a chiamare Domingo nell'Otello. Sarebbe morbido, vellutato, introverso, sensuale... Certo più sensibile dei soliti Mori, ma forse anche più doloroso...
Pietro: sì, bella teoria... ma in pratica lui è un tenore troppo morbido, troppo sfumato dolce per questo ruolo "monstre" che richiede le voci più grandi e possenti che esistano. E poi gli acuti? Ma siamo matti? Non ce la può fare.
A questo punto, eccovi i commenti di Pietro un anno dopo.
1961 - Pietro: la Gencer è la più grande Lady Macbeth
1966 - Pietro: la Silja è la più grande Salome
1971 - Pietro: Gedda è il più grande Arnoldo
1976 - Pietro: Domingo è il più grande Otello
Il Grimes di Vickers è grossolano, urla e sbraita ma - come il Peppone di Guareschi - non è cattivo dentro.
:O Ma tu che Peter Grimes hai visto?
Non ce lo vedo proprio Peppone che maledice i venti con le braccia alzate mentre dietro di lui infuria la tempesta... NOn ce lo vedo proprio ad atteggiarsi a profeta maledetto sussurrando il canto alle pleiadi, con faccia stralunata, che mette il terrore a tutti nell'osteria...
L'idea dell'orsone buono te la sei inventata tu!
Forse è il tipo di Grimes-Peppone che vorresti fare tu!
Vickers ha fatto tutt'altro.
MatMarazzi ha scritto: Marò, Matteo: è pur sempre un tenore!!!
Bravo finché si vuole, carismatico, grande interprete, tutto quello che vuoi: ma è (stato) un tenore!
Ti sembra che un tenore abbia il cervello di pensare alle pose di Sir Lawrence Olivier in King Lear? Uno che, per di più, fa le
facciotte buffe in Tristan?
No pietro, non ho detto che "come" Lawrence Olivier... Ho detto che "si crede" Lawrence Olivier, e che in molti ruoli pontifica convinto di essere un grande attore, mentre risulta solo un trombone.
Ma non puoi sperare di universalizzare il tuo punto di vista
Notevole, detto da uno che subito dopo, afferma lapidariamente:
Ma quei quattro ruoli sono irrinunciabili: ci ha scritto la Storia
Il fatto è che anche la Tebaldi ha fatto la "storia" con Mimì e Violetta.
Non di meno non è stata brava!
Salutoni,
Mat
Ps
Introspezione, intima lacerazione, sofferenza, al limite persino pudore espressivo