DocFlipperino ha scritto:VGobbi ha scritto:E voi cosa ne pensate?
sentita ora mentre in Expo attendo che qualcuno si senta male.....
esattamente come me la ricordavo: Borkh bravissima vocalmente ma totalmente estranea a come io vedo Turandot. Del Monaco troppo "delmonacheggiante". Erede troppo "areniano", nel senso che tutti gli impasti timbrici inventati da puccini vengono uniti in un ammasso di suono esagerato. Resta la Tebaldi, forse più Leonora che Liù, ma vocalmente straordinaria, prodiga di tutto quanto possa mandare in sollucchero un amante del puro suono, sentire che cosa è quel "Principessa, l'amore...."
Ehi, collega, me la sono riascoltata anch´io questa mattina!
Direi che siamo su posizioni abbastanza simili.
Trovo però il Calaf di Del Monaco assolutamente insopportabile. Sia chiaro, dal punto di vista del suono (un po´ come per la Liù della Tebaldi) le orecchie sono soddisfattissime (vorrei ben vedere). A patto però che non si pensi a che ruolo sta cantando. Mentre ascoltavo questa incisione riflettevo sul fatto che nella valutazione circa la “resa” di un personaggio operistico sono molte le componenti da considerare: le peculiarità della scrittura vocale, il “modello” del primo creatore del ruolo, ma anche la credibilità drammaturgica. Ora, qui ognuno può avere le sue idee. Però, domandiamoci: chi è Calaf? Chi è Turandot? Quanti anni avranno? La mia idea di Calaf è quella di un adolescente, 17-18 anni, massimo 20, un sognatore, uno che si innamora al primo sguardo. Ma un adolescente che scopre la sessualità, quindi tutt´altro che angelicato. Turandot, in tutta la sua fragilità, potrebbe non avere più di 14-16 anni. Due adolescenti che scoprono per la prima volta l´amore e la sessualità.
Ora, tutto quel che volete, ma è difficile pensare al Calaf di Del Monaco come ad un adolescente innamorato e sognatore. Il suo “non piangere Liù” sembra una sgridata ad una bambina che fa i capricci, il suo “Nessun dorma” un molesto e stentoreo disturbo alla quiete pubblica . Il tono è sempre perennemente incazzolato, e passi pure che Calaf è il principe “che non sorride più”, però, accidenti!!! Certo, la dizione è strepitosa, la voce una lama d´acciaio. Però, l´autenticità, la credibilità del personaggio dov´è? Questo vale per Del Monaco, ma vale anche per tutti i suoi epigoni.
Lo stesso discorso si potrebbe fare circa Turandot. Alla fine 9 su 10 sono delle tritasassi per 9/10 dell´opera salvo poi inventarsi una vocina da verginetta impaurita che però spesso ha la stazza, il timbro e la potenza di una vichinga. Non che non si possa fare. Si è quasi sempre fatto così. Però davvero viene da domandarsi quanto sia credibile dal punto di vista drammaturgico la scelta di un sopranone schiacciasassi come Turandot. Alla fine bene ha fatto Karajan ad andare contro una tradizione esecutiva consolidata per imporre una propria visione (in Turandot e altrove: penso ad Aida II, a Boheme, a Salome, a Parsifal) che metteva al centro la credibilità dei personaggi.
Per quanto mi riguarda, quindi, nonostante l´ammirazione assoluta per alcune prodezze vocali di molte Turandot “schiacciasassi” e Calaf alla Del Monaco, penso che la Turandot e il Calaf che avverto come più “credibili” siano altri.
Per quanto riguarda il ruolo di Calaf, mi sembra interessante un confronto diretto tra Del Monaco
Bjorlin (che trovo davvero fenomenale)
Carreras (che, sebbene vocalmente provatissimo, riesce – grazie al timbro solare e alla comunicativa assoluta – a rendere l´idea di un´adolescente che vive ogni istante come fosse il primo e l´ultimo)
e Pavarotti
Che dite?
DM
P.S.: apparentemente non c´entra, invece c´entra (eccome!): concordo con la recensione della Salome di Solti proposta da Pietro in home sin nelle virgole Edizione che è un classico, indiscutibilmente, ma un classico piuttosto invecchiato.