Caro Francesco,
ho letto con molto piacere il tuo post, di cui condivido e sottoscrivo molti assunti.
Per piacere di confronto, che spero esteso ad altri amici del forum, mi limito a quotare questa tua predilezione sulla Sills.
melomane ha scritto:La Sills vince dove si richiede di ripercorrere le ottave con fluidità e naturalezza massime e dove il personaggio si giova di un candore timbrico che la Sutherland non aveva: la performance più entusiasmante che ho ascoltato è "Ombre legère" dalla "Dinorah" di Meyerbeer.
Forse l'ho già scritto, ma è la mia condanna (e quella di chi mi legge) il fatto di ripetermi costantemente!
Il fatto è che non metto la Sills fra le cantanti "naturali".
Per me è proprio la retorica fatta suono (e in certi casi fatta emozione).
In lei vedo il maquillage pesante di una vecchia diva holliwoodiana d'altri tempi, il gusto dell'estremizzato e del sentimentalizzato in chiave virtuosistica.
La apprezzo (pur senza adorarla) proprio per questo.
Le mie predilezioni? Be' se devo scegliere un'aria (e non un personaggio) non sottoscrivo la tua Dinorah!
Il vertice della Sills per me cade in un brano relativamente poco virtuoso: "Robert toi que j'aime" del Robert le Diable di Meyerbeer.
Qui l'arte della Sills si concretizza in un grumo di enfasi ed emozione da lasciarmi di stucco e farmi amaramente rimpiangere una sua maggiore assiduità col Grand-Opéra.
Giro la questione a tutti.
Avete un "singolo" brano (non da opera intera) che secondo voi basterebbe a descrivere l'arte di Beverly Sills?
salutoni
matteo