The Impossible Dream

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Re: The Impossible Dream

Messaggioda pbagnoli » dom 19 ago 2012, 14:39

Dunque: da appassionato come sono dell'arte di Jacques Brel, non sono riuscito ad andare oltre i primi venti secondi della sua interpretazione: un disastro! Non si puà trasformare questo song in Dans le port d'Amsterdam!!!
Analogamente censurabile mi sembra il buon vecchio Elvis, che a sua volta trasforma un song di musical in una qualunque delle sue canzoni, tipo Love me tenderly.
Alla fine, quello che mi convince di più è Scott Walker
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: The Impossible Dream

Messaggioda Triboulet » dom 19 ago 2012, 16:43

Sono quasi daccordo con te Pietro... farò delle riflessioni generali anche su i primi tre ascolti classici proposti da Mat.
In generale l'approccio al brano è, in tutti i casi, molto personale, ovvero - dimenticandosi del testo - un po' tutti gli interpreti tendono a usare questa canzone come veicolo per esprimere il meglio (e il peggio) della propria personalità artistica. E quindi Ramey viene fuori ieratico (ma pure un po' bolso), Terfel dà sfoggio del suo accento istrionico e Villazon deborda come spesso gli succede in una passionalità esteriore e fin troppo generosa (oltre, secondo me, a cantare proprio con cattivo gusto).
Gli ascolti "leggeri" da me proposti secondo me non fanno eccezione. Brel è effettivamente il più fuori fuoco di tutti. Si rimane impressionati dalla sua irruenza, certo, ma della canzone non rimane davvero niente, se non un clichè da cantautorato francese di metà secolo degno del miglior Gilbert Becaud. Non sarei così sbrigativo con Elvis. Siamo in una fase strana della carriera di Elvis che da un lato si lascia letteralmente trascinare verso il luccichio di Las Vegas (il piglio rutilante dell'arrangiamento spinge inevitabilmente in quella direzione), ma dall'altro sposta la sua attenzione (vuoi anche per un periodo personalmente buio) verso un repertorio introverso e dolente. Il suo stile, seppure inconfodibilmente marchiato dalla sua personalità, non è così manierato come quello udibile pochi anni prima. Il risultato è un'interpretazione in bilico tra quella che vorrebbe essere (si ascoltino le strofe o il ripiegamento dopo il climax centrale) e quella che è costretta ad essere, acutazzo finale con strombazzamento incluso. Con Scott Walker secondo me andiamo invece molto vicino. Se è vero come dice Mat che questo dev'essere un vecchio cavaliere anacronistico e malinconico che nega la realtà per sopravvivere, beh questo è Scott Walker! Personaggio mitico e geniale, e purtroppo ancora non sufficientemente noto. Intendiamoci, Walker all'epoca dell'incisione era un fustacchione che spaccava le classifiche insieme ai Beatles e Stones. Eppure il suo pop-psichedelico-sinfonico memore della tradizione del songbook americano, della canzone francofona (molte le sue cover di Brel) e delle suggestioni orchestrali di grandi maestri italiani come Morricone e Rota era anacronistico e malinconico, il suo modo di scrivere/interpretare poco incline alla leziosità e alla facile concessione al pubblico, ecco perchè secondo me questo è uno di quei pezzi che (un po' per caso) sembra ritagliato perfettamente sulla sua personalità.
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Re: The Impossible Dream

Messaggioda MatMarazzi » mar 21 ago 2012, 13:44

Caro Trib, per prima cosa grazie di questi ascolti molto interessanti e molto particolari.

Da un certo punto di vista, un punto di vista linguistico, questi cantanti ci allontanano ancora di più dalla natura del brano.
Ok, era lecito secondo le prassi d'epoca prendere un song da un musical di fine anni 60 (ormai inconfutabilmente pop) e riarrangiarselo a proprio piacimento, sia a livello musicale, sia a livello tecnico.
In fondo anche i tre cantanti "classici" da cui eravamo partiti lo eseguono ognuno in una tonalità e un' "orchestrazione" differenti.
Io però, senza negare la "liceità" di tali operazioni (sostenuta per altro dalle convenzioni fin ad oggi imperanti), auspico l'assorbimento del musical classico fra le convenzioni del genere operistico.
E fra queste convenzioni non c'è solo il ripristino della tonalità originale e dell'originale "arrangiamento", ma anche della tecnica sonora e vocale per cui un brano è stato pensato: il "suono" che il compositore ha in mente quando compone è parte integrante di ciò che compone.
Abbiamo fatto tante battaglie per togliere Otello ai declamatori o Isolde alle belcantiste... figuriamoci come potremmo accettare un Presley che canta "Ecco ridente in cielo" con tecnica rock!

Se vogliamo valorizzare davvero questo brano dobbiamo rifarci, quindi, alla vocalità per cui è stato scritto.
Qualunque altra soluzione (anche se bella, illuminante e lecitamente fondata su vecchie convenzioni) suonerà per me come un tradimento della stessa musica.
Proprio come l'Addio a Roma cantato dalla Gencer sull'orchestrona di Maderna.
Bellissimo, ma pur sempre un tradimento.

Il creatore di Man of La Mancha fu un baritono di formazione "classica" convertito al pop: Richard Kiley (che infatti sostituì Harrison, incapace di cantare in modo abbastanza "baritonale" il musical).
Se lo sentiamo qui sembra un Alfred Drake o Theodor Uppman dei poveri! :)


La formazione è quella. La stessa (in peggio ovviamente) di Bing Crosby o di Thomas Hampson.
Quella per cui ogni nota, ogni intervallo, ogni respiro di questa musica è pensata.
E questa è la ragione per cui il grande Brel ci appare tanto squinternato: perché la sua tecnica è fra tutte la più inadatta e inefficiente. Tutta la sua personalità e la sua forza artistica non possono nulla quando gli strumenti sono sbagliati: sembra la Sutherland nel suo CD wagneriano! :)

Molto meglio gli altri due, che se non altro (per diretta esperienza) conoscono e possono emulare un tipo di canto che pure non è il loro e al quale per altro (per fortuna) si sono artisticamente opposti.
Occhieggiano lo stile del vecchio "Ever green", ma senza dominarlo dall'interno.
L'uno e l'altro hanno dimostrato altrove assai meglio quali fossero le strepitose prerogative del "loro" canto.

Dopodiché Trib hai assolutamente ragione: dal punto di vista poetico ed espressivo colgono il senso, la profondità, la grandezza di questo brano molto meglio dei "vocalisti-coloristi" che abbiamo proposto in apertura di thread (terrei fuori solo Ots suggerito da Alberich, che mi pare su un altro livello).
Anzi: le analisi che hai offerto di Walker e Presley sono illuminanti, come sempre :)., oltre che molto convincenti.
E ti dò ragione: in certe frasi (specialmente con Walker) il risultato poetico e musicale è altissimo!
Nulla di strano: io mi entusiasmo per l'Otello di Vinay, il Ballo in Maschera di Vickers e la Lady della Moedl! :)
Si può essere grandiosi anche "tradendo" una certa musica (l'ho appena scritto a proposito di Toscanini in Verdi), e ci sono tradimenti che ci arricchiscono.

A conti fatti (e pur mantenendo le mie perplessità) se dovessi far sentire a qualcuno questo brano e dovessi scegliere fra Villazon, Terfel e Walker... sceglierei quest'ultimo (proprio come eviterei di far sentire l'Otello di Lauri Volpi e Pavarotti, nonostante tutto, potendo disporre di quello di Vickers).

salutoni e ancora grazie.
Mat

PS: sull'assorbimento di The Man of La Mancha in seno all'opera, ho una bella notizia. Un importante teatro d'opera (Montecarlo) lo proporrà questo dicembre nella propria stagione.
Ovviamente (e giustamente) il ruolo del protagonista è stato affidato a un baritono classico: Nicolas Cavallier.
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Re: The Impossible Dream

Messaggioda Triboulet » mer 22 ago 2012, 2:22

MatMarazzi ha scritto:Abbiamo fatto tante battaglie per togliere Otello ai declamatori o Isolde alle belcantiste... figuriamoci come potremmo accettare un Presley che canta "Ecco ridente in cielo" con tecnica rock!


Ho perfettamente inteso il tuo discorso, e se non posso offrirti Elvis nel Barbiere ti posso però proporre David Byrne (artista che io stimo moltissimo) in un buffissimo (per non dire straziante) estratto verdiano... della serie: come giocarsi 30 anni di carriera onorabilissima in 3 minuti. Così, giusto per rimarcare il concetto :D

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Re: The Impossible Dream

Messaggioda MatMarazzi » mer 22 ago 2012, 15:21

ahahaha... tremendo! :)

Vuoi qualcosa di peggio? Pensa alla Devia (maestra della tecnica UNICA...) che si cimentasse con Like humans do.

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