Vedo che in tanti hanno sentito i tre brani, che io trovo interessantissimi perché molto, molto diversi.
Ognuno lo canta in una tonalità diversa (l'unico in tono è Terfel), segno che il brano è sentito da loro più come song a sé stante che come sezione di un'opera più vasta. Infatti, fra le nostre consuetudini, c'è quella di eseguire le arie d'opera, sia pure in concerto, nella loro originale tonalità, ma di adattare alla propria voce i brani non teatrali (ciò che avviene non solo nella canzone, ma anche nella Liederistica).
In questo io già vedo un errore. Il Don Quichotte di Leigth è un personaggio di teatro-musicale (proprio come Manrico e Tristano). Nessun basso si sognerebbe di cantare in concerto un'aria di Manrico abbassandola al punto da farla entrare nelle proprie corte. E nessun tenore canterebbe in concerto la Calunnia magari alzandola di una quarta. Ok, è solo una convenzione, ma è una convenzione che, se è giusto applicare alle arie dei personaggi operistici, dovrebbe esserlo anche con quelle del Musical! Però - mi si dirà - nel Musical è prassi autorizzata! Perché? Nell'opera no? Non c'era cantante ottocentesco che non si adattasse le parti con alterazioni oggi inconcepibili. Ma nel presente le convenzioni sono cambiate, perché si ritiene che se un compositore ha pensato un ruolo in quella tonalità e per un certo tipo di voce una ragione ci sarà. Lo stesso vale per Don Quichotte che Leigh ha affidato all'umanità di un baritono come Richard Kiley (curiosità: originariamente doveva essere Rex Harrison a interpretare Don Quichotte, ma la parte si rivelò musicalmente troppo difficile).
Eseguire questo brano a dispetto del suo contesto narrativo porta con sè varie sgradevoli conseguenze, oltre la tonalità. Le peggiori sono a livello interpretativo. L'unico che salverei è Ramey che, è vero, fa sempre troppo il bassone ieratico: da un momento all'altro sembra doversi trasformare in Fiesco o Maometto II. E tuttavia lui è l'unico a ricordarsi "chi" sta dicendo quelle belle parole: un vecchio cavaliere anacronistico e malinconico che nega la realtà per sopravvivere.
Impossibile che se ne ricordi Villazon. Cosa ha a che fare con Cervantes quel suo vociare disperato da Massimo Ranieri? Se invece di questo brano avesse cantato "My way" sarebbe stato lo stesso. Certo,l 'impatto di mimica e sonorità è notevole: verrebbe voglia di applaudirlo come le entusiastiche masse televisive. Ma dell'eroe di Cervantes non è rimasta traccia: al suo posto un generico tenore da concertoni estivi, che, con piglio da mattatore e certo del proprio ascendente sulle vecchiette, si mette in tribuna a concionare!
Benché più contenuto, Terfel ci offre un po' la stessa cosa. Stranamente anche l'immenso baritono gallese pare non interessarsi delle motivazioni del personaggio (che sono le più intime, le più tenere, le più dolorose e introverse) e cede alla tentazione di una retorica meno chiassosa ma altrettanto alla buona. A parte forse Ramey, nessuno capisce che questo Impossible Dream è una negazione della realtà, non un canto edificante sui valori della vita.
Per amor di confronto (anche se non si tratta di cantanti "classici") vi metto due esecuzioni che, per lo meno (anche se non paragonabili vocalmente ai tre suddetti) danno al brano un minimo di senso. Certo nessuno dei due interpola l'acutone finale (non scritto) da cui i tre "classici" non possono esimersi: sindrome della Pira, si direbbe. In compenso, in termini di definizione del personaggio, possono dare punti ai tre più illustri e blasonati colleghi.
Il primo è il già citato Richard Kiley, creatore della parte e vincitore per l'occasione del Tony Award.
Il secondo è lo stesso che nel video precedente funge da presentatore, ossia l'ancora più bravo Brian Stokes Mitchell. Peccato che si prenda tutte quelle libertà con la musica, perché - se non fosse per quegli stucchevoli effetti e per la volgare modulazione sulla ripresa di "this is my quest" - sarebbe il più convincente, almeno per me.
Pensavo di concludere proponendovi lo stesso brano cantato da Domingo (il primo ad aver affrontato la parte da cantante "classico"). Ma è talmente orrendo che ve lo risparmio!
Considerazione finale: se questo è il modo con cui i cantanti d'opera trattano il musical, come fosse una concessione natalizia e televisiva, è meglio che se ne astengano!
Ecco il testo, secondo me molto bello: To dream the impossible dream To fight the unbeatable foe To bear the unbearable sorrow To run where the brave dare not go
To right the un-rightable wrong To be better far than you are To try when your arms are too weary The reach the unreachable star
This is my quest, to follow that star No matter how hopeless, No matter how far To fight for the right Without question or pause To be willing to march into hell For a heavenly cause
And I know if I'll only be true To this glorious quest That my heart will be peaceful and calm When I'm laid to my rest
And the world would be better for this That one man scorned and covered with scars Still strove with his last ounce of courage To reach the unreachable star
Di quelli che hai proposto, quello che mi piace più di tutti è Terfel: canta molto aperto, poco operistico e molto musicalistico. Villazon è interessante: si rifà a una tradizione tenorile del brano, che esiste e ha una sua ragione di essere. Tra l'alro, ho scoperto che la canta anche Elvis Presley! Abbastanza bello anche Ramey, ma troppo pompato: su questo sono d'accordo. Mi piacciono meno i due specialisti: sembra che vogliano far vedere che, in fondo, la voce ce l'hanno anche loro. Comunque bella proposta davvero!
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!" (Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
VGobbi ha scritto:Dovreste sentire/vedere Ramey in Don Quichotte di Massenet!!! Il numero uno!!!
D'accordo, Vittorio: ma è una roba completamente diversa. Non c'entra proprio nulla, al di la del soggetto. Matteo ha posto un problema relativo a un song di un musical; song che, peraltro, oltre che da cantanti d'opera e "specialisti", è stato interpretato da Elvis Presley e Frank Sinatra, per stare ai più famosi. Tu parli di un'opera lirica in cui il confronto non è fra basso o baritono o basso e tenore, o addirittura cantante da musical, ma fra basso e basso! Che c'azzecca, Vittorio? Poi, per carità, possiamo parlare anche del Milan, ma dovremmo cercare di stare un po' attaccati al topic, non credi?
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!" (Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
VGobbi ha scritto:Si si, hai assolutamente ragione ... e' che non riuscivo ad immaginare un Don Quichotte senza la musica di Massenet.
Me ne scuso profondamente.
Inizio off topic Effettivamente come quasi tutto quello che ho ascoltato di Massenet anche Don Quichotte è un vero gioiello....Dovresti sentirlo se già non l'hai fatto nell'edizione Decca con Ghiaurov,Bacquier e la Crespin edizione davvero splendida Fine off topic
Eppure il Bagnolo, con questo suo zelo improvviso e inaspettato, mi ha rovinato tutto. Aprendo il Thread "Impossible Dream" (che come potete osservare non si intitolava "The Man of the Mancha") io speravo proprio di poter affrontare con voi il mito di Don Quichotte attraverso la musica. Volevo partire dal Musical per approdare a Ibert, Ravel e appunto Massenet (e altre raffigurazioni musicali del personaggio). E quindi parlare di Chaljapin, Van Dam, ecc... Pertanto l'allargamento del Gobbo era perfettamente in topic!
Appena torno penso che riunirò i due thrad: questo e quello aperto da Vit su Massenet.
"Ne pleure pas Sancho..." la canzone della morte come la canta Salyapin (mai capito perche' viene sempre traslitterato con lla Ch*) e' uno degli ascolti cui sono piu' legati in assoluto.
Per l'impossible dream mi sembra che, Ramey a parte, giganteggi Awards. Gli altri o non hanno nulla da dire o non seguono minimamente la musica.
* adesso si: wikipedia dice che lui lo traslietterava cosi': Chaliapine.
MatMarazzi ha scritto: Eppure il Bagnolo, con questo suo zelo improvviso e inaspettato, mi ha rovinato tutto. Aprendo il Thread "Impossible Dream" (che come potete osservare non si intitolava "The Man of the Mancha") io speravo proprio di poter affrontare con voi il mito di Don Quichotte attraverso la musica. Volevo partire dal Musical per approdare a Ibert, Ravel e appunto Massenet (e altre raffigurazioni musicali del personaggio). E quindi parlare di Chaljapin, Van Dam, ecc... Pertanto l'allargamento del Gobbo era perfettamente in topic!
Bene, allora! Un plauso a Vittorio che ti ha letto nel pensiero , perché io proprio non ci ero arrivato. A me sembrava semplicemente un confronto fra i vari interpreti del song e, conseguentemente, del musical. Evidentemente non c'ero proprio arrivato, I'm sorry
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!" (Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
Non la migliore incisione...ma questo cantante? Quasi tutte le incisioni sue che ho sentito sono in Estone, ma ha fatto cose grandiose. E, oltretutto, sarebbe un po' da capire da dove esce questo video. Facevano il musical -nel 1972- in Estonia con uno dei grandi cantanti d'opera dell'URSS? O era in Finlandia...??? A giudicare dal nome della televisione... Un video VERAMENTE interessante...se posso dire.
Sono d'accordo: nemmeno io penserei che quella zona potesse essere interessata in quel periodo ai musicals, eppure... Lui interessante: non lo conoscevo. Grazie di avercelo segnalato. Bel thread, questo: peccato che chi l'ha iniziato l'abbia abbandonato
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!" (Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
Alberich ha scritto:http://www.youtube.com/watch?NR=1&feature=endscreen&v=NF0r3uJZdY4 Non la migliore incisione...ma questo cantante? Quasi tutte le incisioni sue che ho sentito sono in Estone, ma ha fatto cose grandiose. E, oltretutto, sarebbe un po' da capire da dove esce questo video. Facevano il musical -nel 1972- in Estonia con uno dei grandi cantanti d'opera dell'URSS? O era in Finlandia...??? A giudicare dal nome della televisione... Un video VERAMENTE interessante...se posso dire.
Non solo interessante. A me pare una delle migliori esecuzioni che finora abbiamo messo in questa lista. E' vero: la voce è molto usurata e Ots ha qui tutte le caratteristiche del baritonone declamatore stanco. Eppure, a parte il fatto che anche le rughe vocali aiutano ad aumentare il fascino del brano, Ots è uno dei pochi che capisce la natura del brano: una confessione a fior di labbra, un disperato tentativo di negare la realtà. Sono trasecolato a sentirlo... E' un mistero come potesse lui, incatenato all'URSS, capire un brano che invece non afferrano cantanti come Domingo, Terfel e Villazon, immersi nella patria del musical e in quella di Cervantes! Mistero...
Certo Ots era un cantante speciale... dedito per tutta la carriera al peggiore canzonettismo, eppure riuscì sempre a mantenere quel tono raccolto, sofisticato e screziato di malinconia. Merita un omaggio
Sentite la meraviglia ipnotica del suo Demone di Rubinstein.
Riesce a essere bravissimo anche qui, in questo buffo valzer...