caro Doc,
purtroppo hai messo il dito nella piaga...
Non ho letto il saggio (? come vedi faccio mio il punto interrogativo) a cui fai riferimento, anche perché non sono stato al Lohengrin scaligero e dunque non ho comprato il programma.
Però non ho dubbi sul fatto che questa idiozia della scrittura wagneriana "vocalista tradita da Cosima" continui a mietere vittime...
Ho cercato in varie occasioni di smontarne l'assurdità, ma non c'è nulla da fare: più dimostri ai coglioni che la ripetono l'assurdità storica di un simile argomento, più si tappano le orecchie (come certe ministre).
Anche solo pensare che un secolo e mezzo di cantanti "declamatori" (che travolsero ogni altra tradizione nel mondo intero, che stravinsero persino nei teatri rivali di Bayreuth e che ANCORA OGGI sono gli unici a cantare questo repertorio) sia una imposizione dovuta alle farneticazioni di una donnetta...
(sia pure di forte personalità) è ridicolo.
Fra l'altro bisognerebbe dire all'autore di quel "saggio" (?) che teoricamente doveva occuparsi del Lohengrin, che proprio quando allestì il Lohengrin a Bayreuth Cosima vi impose cantanti che più vocalisti di così si muore: in Elsa la Nordica (che cantava i ruoli di coloratura a New York), in Lohengrin Van Dick (celebratissimo interprete di Massenet) e in Ortrud la Brema (interprete di oratori nonché grande Fides del Profeta).
Il paradosso è che se c'era una che ha sempre riconosciuto il valore dei vocalisti in Wagner (certo: non in tutto Wagner! Solo nelle opere giovanili e in certi personaggi "astratti") era lei.
In questo sì che era più estremista del marito!!
Per Bruennhilde, ad esempio, Cosima fece ricorso SOLO a vocaliste (la Lehmann e la Gullbranson), laddove il marito aveva chiamato una declamatrice fatta e finita (la Materna).
Storicamente parlando (e non ripetendo idiozie) Cosima fu molto più "aperta" alla tradizione vocalistica di quanto non fu Wagner nelle due stagioni che curò personalmente sulla collina: lei chiamò infatti fior di vocalisti anche in ruoli dove il marito aveva preteso solo declamatori.
Se di "tradimento" la si può accusare, è questo!
Di aver portato sulla collina tanti esponenti del Wagner "belliniano" allora di moda al Metropolitan.
Il fatto è che Cosima sfruttò l'ormai storicamente certa diaspora delle scuole canore (di cui non fu affatto l'artefice) per contrapporre anche musicalmente e teatralmente opere e personaggi.
Per lei, ad esempio, Lohengrin era opera da affidare (a differenza di Tristano) a cantanti "antichi".
E... sai, Doc, qual'è la cosa più buffa?
Che quelli che si riempiono la bocca sul "vocalismo" di Wagner (in questo caso la Scala e i suoi "saggisti")... chi scrittura?
E' forse vocalista Kaufmann?
E' forse vocalista la Herlitzius?
E' forse vocalista la Dash? (Hai presente la sua Donna Anna?)
E Tomasson? Caspita... che bell'esempio di baritono "vocalista" e anti-cosimaniano!
Vogliamo sentirli tutti e quattro in Meyerbeer (ruoli che tutti i cantanti chiamati da Cosima per Lohengrin cantavano abitualmente)?
Il cast di questo Lohengrin scaligero è talmente IPER-DECLAMATORIO che la stessa Cosima (fin troppo conservatrice in questo titolo) sarebbe rimasta perplessa!
Detto questo, gli argomenti per avvalorare che il "declamato" non sia stata una sovrapposizione alla scrittura wagneriana, ma una necessità che proprio la scrittura wagneriana imponeva... sono talmente tanti, che è persino ridicolo parlarne.
Ridicolo e inutile....
Infatti il problema dei coglioni è che sono numerosissimi...
E un'idiozia posta in bocca a uno di loro avrà comunque una diffusione immediata e larghissima che i più fondati e rigorosi contro-argomenti non possono avere...
Salutoni,
Mat