Caro Teo.Emme
Io alle volte resto stupefatto a leggere che un tipo simpatico, piacevole, solitamente documentato come te, se ne esca con post così sgradevoli e per giunti privi di qualsivoglia fondamento.
Si vede che l'argomento Florez ti eccita e ti turba a tal punto da farti perdere quel controllo e quella sobrietà che ti caratterizza.
Mi spiace... ma credimi non vale la pena.
Allora, per prima cosa i tuoi commenti sulle "chiacchiere da bar" e "il buon gusto di" te li tieni per te.
PUNTO E BASTA!
In secondo luogo, invece che partire per delle battaglie che nessuno ti richiede, cercherei se fossi in te di leggere meglio quello che gli altri scrivono e di rispondere a tono, magari avendo meglio ponderato le tue risposte.
Sui commenti su Florez il tema non ti sollecitava.
Si stava semplicemente parlando di sopracuti.
Sei stato proprio tu a tirare in ballo questioni di giudizio estetico su Florez (manco fosse uno dei tuoi spettri, come Jacobs e la Dessay) che non c'entravano nulla con ciò di cui parlavamo.
Ci si limitava a constatare l'inesattezza storica e formale espressa da In Tenebris.
Tu in compenso ti sei inventato chissà quali tentativi di far passare Florez per un genio rispetto a Rubini (e perché? perché ha acuti estesissimi? siamo ancora fermi a giudicare i tenori dagli acuti? bel risultato...).
Questo fa pensare che sei tu a voler talmente ridimensionare il tenore da non saper nemmeno accettare una discussione esclusivamente tecnica.
Il problema posto (sia pure in modo erroneo) da In Tenebris era di natura semplicemente storica e tecnica.
Lui affermava che Florez non può fare un disco dedicato a Rubini perché non ha il fa sopracuto.
Io gli ho risposto molto semplicemente che un fa "in falsetto" non è affatto una cosa straordinaria (molti uomini possono arrivarci) mentre un "mi bemolle" in voce (cosidetta) di petto, come lo fa Florez, è davvero una cosa rarissima.
Checcè tu ne possa strologare, i dati storici sono semplici e acquisiti.
Il falsetto tenorile ERA PRATICATO da tutti i tenori di scuola italiana e francese negli anni di Rubini.
Il falsetto aveva la prerogativa di consentire il raggiungimento di note più alte.
Negli anni 30, con l'avvento di Duprez, l'uso del falsetto fu messo sotto accusa e sostituito da un'emissione nuova, detta di petto, in realtà più simile a un misto.
Questa rivoluzione fece l'effetto di una bomba a cui il pubblico si votò immediatamente, proprio per l'aspetto di spettacolarità che conteneva.
Un do "di petto" era molto, ma molto più spettacolare di un fa in falsetto.
Non fu nemmeno una rivoluzione "indolore".
I passatisti trovavano l'effetto triviale: Rossini lo definì l'urlo del cappone sgozzato. Non tutti i tenori (che avevano potuto essere giudicati tali solo in virtù del falsetto) furono in grado di adeguarsi alla nuova emissione e dovettero interrompere la carriera.
Il caso più spettacolare e drammatico fu quello di Adolphe Nourrit, che era il tenore più grande, più intellettuale, più adorato del primo Romanticismo.
In virtù di quel do che Duprez sapeva fare "di petto" e Nourrit no, si vide declassato da "primo tenore di Parigi".
Abbandonò la capitale, si trasferì in italia per cercare disperatamente di conseguire l'acuto di petto, non vi riuscì, si sentì finito e si suicidò.
Quando tu sventoli gli spartiti per Rubini (è scritto un FA, quindi è un FA e basta) tu commetti una grave leggerezza storica.
Occorre vedere come ci si aspettava che quel fa fosse emesso, ossia in falsetto.
La prova te la dà proprio Nourrit, il tenore che si suicidò a causa di un "do".
Se tu scorri le parti scritte per lui (ovviamnete prima della rivoluzione di Duprez) ti accorgi che sono acutissime.
Arnoldo del Guillaume Tell, Raoul degli Ugonotti, Masaniello, Eleazar della Juive, Robert le Diable, con do e re sopracuti a gogo.
Eppure noi sappiamo che - se Nourrit avesse cantato con la tecnica odierna, ossia come tentò di fare negli anni italiani - sarebbe probabilmente considerato un baritono acuto o un tenore grave.
Personalmente trovo persino assurdo far cantare queste parti a tenorini estesissimi... ma certo sventolare gli spartiti e le note scritte (quando si praticava il falsetto) è un'ingenuità.
Su Rubini, falsetti e emissioni di petto non mi addentro, nessuno di noi ha qui sentito Rubini dal vivo e mi sembra azzardato presupporre il modo in cui egli emettesse certe note.
Questo scusami è il classico argomento da "acqua alla gola"!
Nemmeno tu hai sentito con le tue orecchie il diapason 451 alla Scala: ti fondi solo su quello che hai letto (a proposito, perché non ci spefici anche l'anno a cui a Milano sono arrivati a questo diapason? Vogliamo scommettere che parliamo di anni molto posteriori a quelli di Rubini?)
E visto che siamo arrivati a parlare di diapason, e visto che tu ti permetti di invitarci ad aggiornarci, caro Teo.Emme, ti faccio osservare che ciò che hai scritto (ossia che all'opéra di Parigi il diapason fosse - negli anni di cui ci occupiamo - 448) è semplicemente una BALLA grande un mausoleo.
Informati, da bravo!
Ai tempi di Nourrit il diapason a Parigi era sui 431, mentre ai tempi di Rubini (quando vi creò i Puritani) era di 435.
Sei tu che devi toglierti i tuoi spettri di Jacobs dalla testa, non noi.
Le tue crociate personali contro Florez o contro Jacobs non interessano nè il thread, nè il forum e nemmeno l'occasionale lettore, perchè ti fanno semplicemente perdere di obbiettività.
Resta il fatto che tra falsettone e falsetto di differenza ne corre assai, e, stando alle testimonianze d'epoca, il Rubini praticava il primo, altrimenti non sarebbe stato fisicamente possibile l'emissione "di forza" richiesta dalle parti (scritte, giova ricordarlo, per Rubini stesso, non per un ignoto marziano).
Anche qui, scusami sai, ma non devi pensare di parlare con gente che si faccia prendere in giro facilmente.
Piantiamola con questa furbata (tutta cellettiana) di dire che il falsettone non c'entra nulla col falsetto: il falsettone è un tipo di falsetto (lo si diceva "rinforzato") ma era ugualemnte un falsetto, ossia permetteva il conseguimento di note più acute.
Lo dice il nome: FALSETTONE!
Se fosse stato un registro misto l'avrebbero chiamato MISTONE!
Se fosse stato un registro di petto l'averbbero chiamato PETTONE!
Invece lo chiamavano falsettone proprio perché era un falsetto rimpolpato da un certo tipo di amplificazione.
Anche quella di voler far passare Rubini per un tenore di forza è una barzelletta di cui riderebbe anche lui.
Ma, guarda, ti voglio venire incontro.
Anche ammesso che alcuni passaggi scritti per lui sia un tantinello più perentori di altri, questo non è affatto in contrasto col fatto che usasse il falsetto.
Infatti:
1) l'uso del falsetto era riservato al registro acuto della voce; al centro i tenori dell'epoca cantavano in modo simile al nostro; quindi fraseggi perentori al centro erano possibilissimi.
2) l'uso del falsetto non è affatto sinonimo di voce "flebile". Il falsetto può essere potentissimo e drammaticissimo; infatti lo usavano regolarmente anche i tenori di forza dell'epoca (che pure salivano in falsetto oltre il la).
D'altronde per aver la prova di quanto possente possa essere un falsetto, basta che sentiamo - ancora oggi - Birgit Nilsson!
le donne infatti non hanno mai avuto il loro Duprez! Loro continuano a cantare in falsetto... e perché?
Per conseguire maggiori acuti! Se togli loro il falsetto, le poverette perdono almeno una quarta di estensione.
Se però si vuole a tutti i costi dire che Florez è il più grande dei grandi ed incarna la perfezione e che si sarebbe mangiato a colazione Rubini, Nourrit etc... prego, fate pure..restano chiacchiere da bar e atti di fede cieca e preconcetta. Non voglio partecipare a tali beghe da tifoseria.
Qui, caro Teo.Emme, si vuole solo "a tutti i costi" far trionfare l'obiettività sulle partigianerie "pro" e soprattutto (le peggiori) "contro".
Se non vuoi partecipare, Teo, allora fallo, senza bisogno di pronunciamenti retorici!
Se invece vuoi intervenire cerca di farlo rispettando il topic, mantenendo toni più sereni e argomenti più solidi e provati.
Matteo
PS: la cosa che mi fa più ridere in tutta questa storia è che ci sono due che hanno sempre inteso ridimensionare in modo obiettivo e pacato il fenomeno Florez, quelli siamo sempre stati io e Pietro (lui soprattutto).