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MessaggioInviato: sab 02 giu 2007, 17:51
da gianluigi
E' chiaro che stiamo entrando in una serie di argomenti che non si possono esaurire in quattro e quattr'otto.Per quel he riguarda Morino,per chiudere il discorso, è un tenore che nel repertorio di grazia,almeno stando a quanto attestano le registrazioni della nuova era(ormai fuori catalogo),ha contribuito alla riesumazione di un tipo di vocalità che diede luogo, nel 1820,al mito del tenore elegiaco. le recensioni dell'ottocento,sempre poco attendibili e vaghe,danno peòun'idea-quanto meno abbozzata-di come cantassero i primi tenori beliniani.Non ho sentito una stonatura in nessuna delle registrazioni di morino citate, e stilisticamente mi sembra impeccabile.il rigoletto non lo conosco. il riferimento a de lucia mi sembrava consono, perchè da ciò che si evince dai suoi vecchi dischi è simile,molto simile alla voce di morino.

purtroppo de lucia è forse il tenore più controverso del periodo acustico.nel 1990 uscì una biografia di uno studioso inglese in cui si affermava che il tenore incidesse costantemente mezzo tono e un tono sotto.in casi eccazionali,un tono e mezzo.tutto questo,perchè era un tenore corto che non oltrepassava il la acuto. nel 1992 uscì un doppio cd della bongiovanni in cui si seguiva il metodo di riversamento indicato da questo biografo.a parte la precarietà dei pessimi riversamenti,suono brutto e inscatolato,il famosissimo tenore di grazia si presentava come un baritenore.ma ciò che m'imbarazzava di più erano i tempi.parigi o cara,da andante diventava largo,ecco ridente in cielo da moderato diventava adagio e così via...e poi c'era un dubbio su questo de lucia baritonale che sovrastava tutti gli altri dubbi di questi riversamenti:perchè avrebbe avuto paura di un la bemolle acuto in parigi o cara,se poi nellla romanza del faust raggiungeva comunque-abassando opportunamente di tono-il si bemolle?non so se fossero attendibili le ricerche del biografo su cui si sono basate la bongiovanni e in seguito la pearl,però il risultato era sconcertante.quindi io vedrei de lucia come un tenore charo,di grazia,limitato nel registro acuto ma pur sempre duttilissimo. il medium scuro da baritenore non mi convince affatto. la serra nel suo miglior periodo è stato un soprano sì leggero, ma con una dolcezza e un impasto pregevolissimo da lirico puro.a me è sempre piaciuta la voce della serra,a volte trovavo gli acuti un pò forzati e striduli. di qui a dire che la voce fosse di misera qualità ci corre un pò onestamente..

MessaggioInviato: sab 02 giu 2007, 22:15
da dottorcajus
Mi scuso per aver usato simile aggettivo. Non volevo sicuramente sminuire la Serra ma avendola ascoltata varie volte ho sempre percepito una voce piccola e senza armonici nella zona centrale, una sirena sonora ben udibile ma solo una sirena.
Relativamente a De Lucia, non conosco i riversamenti ma sapevo di un lavoro fatto direttamente sulle matrici e ne avevo potuto discutere con lo studioso che li aveva fatti. Il problema del riversamento dei 78gg è molto complesso dato che i criteri seguiti per un incisione, specie fino ai primi anni del '900, erano molteplici e molto vaghi. Essendo collezionista esclusivamente di 78gg ed avendo un impianto stereofonico specializzato nella loro riproduzione ho iniziato un lavoro di registrazione della collezione medesima. Ho potuto notare che spesso si seguivano criteri legati alle dimensioni della matrice rispetto alla durata del brano. Ecco che trovo un disco dove un artista canta il recitativo su un lato ed l'aria sull'altro e le due incisioni sono state effettuate ad un numero di giri diverso. L'analisi delle cronologie degli ultimi trenta anni dell'ottocento mi ha inizialmente sconcertato. Abituato alle classificazioni vocali del dopoguerra non mi ritrovavo. Leggevo di tenori che una sera cantavano Sonnambula e la sera dopo la Juive o la Forza del Destino. Solo dopo almeno quindici anni dall'avvento di Cavalleria inizia il viaggio di assestamento per quanto riguarda il repertorio, processo che è continuato fino ad invertire il suo percorso e regredire nella confusione odierna. In quest'ottica trovo complicato classificare i cantanti tardo ottocenteschi con i criteri odierni. Unica cosa che dovrebbe accomunare i cantanti di allora a quelli di oggi è la tecnica di canto. I dischi di De Lucia, stando ad alcuni dati rintracciati, potevano girare da 66 a 85 gg ovviamente senza che avvenissero modificazioni nel risultato sonoro. Sappiamo, ed era consuetudine all'epoca, che molti grandi adattavano le parti alle loro esigenze prendendosi non solo libertà musicali ma anche libertà letterarie per far coincidere la nota difficile con la vocale più facile. In questo De Lucia era un campione. Sempre riferendomi allo studio delle cronologie e delle cronache d'epoca coeva al tenore trovo molto difficile pensare che il pubblico allora potesse idolatrare un cantante con la voce belante ed anziana così come appariva in certi vecchi riversamenti. Ovviamente mi riferisco alle incisioni effettuate da De Lucia per la Gramophone e soppesando il fatto che le medesime furono effettuate fra il 1902 ed il 1909 quando il cantante aveva superato i quaranta anni, quindi quando era già abbondantemente nella seconda età (stando alla durata media della vita all'epoca). Il pubblico dell'epoca amava ancora l'artista che si prendeva libertà e giocava sugli effetti ma era esigente in fatto di voci e di qualità vocale. Vero è che molto raramente in queste cronache si leggono riferimenti alle tonalità e quindi è plausibile che De Lucia si prendesse libertà anche sulle medesime ed è altrettando probabile che fosse un tenore corto. Ultima constatazione è per i tempi adottati durante l'esecuzione. Anche questo è un dato di fatto riscontrato in tanti brani che molto spesso risultano accompagnati con tempi inadeguati.
Roberto

MessaggioInviato: dom 03 giu 2007, 0:55
da gianluigi
il fatto che de lucia venga presentato in questi riversamenti come baritenore mi scombussola del tutto. egli è stato il più rinomato tenore di grazia a cavallo dei due secoli,perchè proprio oggi la frittata dev'esser rigirata?voglio dire, se si è sempre saputo che fosse un tenore di grazia,secondo quale tesi da diciassett'anni a questa parte ce lo vogliono far credere baritenore?onestamente, nessuno di noi può sapere con certezza come incidesse e come cantasse i teatro ma tutta questa storia non quadra affatto. di questo ne ho parlato anche con david contini, i quali riversamenti da 78gg sono tra i migliori che circolino in giro. anche lui conosce bene questo cd della bongiovanni recensito da battaglia e gualerzi, ed ha evuto le mie stesse perplessità.mi spiego meglio: parigi o cara è in la bemolle maggiore. nel cd il brano è presentato in sol (non è mai successo di ascoltare questo brano mezzo tono sotto), il tenore sembra un baritono e il soprano-maria galvany,uno dei più acuti e leggeri dell'epoca-sembra un mezzosoprano. è attendibile questo? ho i miei dubbi... fortunatamente ho altri riversamenti dello stesso disco, in tono, il soprano è un soprano com'è realmente e de lucia un tenore sì corto,ma leggero. e soprattutto non risulta ne belante,ne vecchio.poi, altro fatto che non quadra: la nota più acuta raggiunta dal tenore in parigi o cara è la bemolle. de lucia,secondo la tesi del biografo,avrebbe temuto questa nota.perchè allora in salve dimora,abbassato comunque di tono, non sarebbe infastidito da un si bemolle acuto che è poi un tono sopra esatto il la bemolle del parigi o cara?d'accordo sul fatto che all'epoca i tenori specialmente modificavano i brani a loro comodo,tipo proprio far coincidere delle note acute con delle vocali, ma ciò non può sradicarmi dalla mente quella che,secondo me e tanti altri era ed è l'autentica voce di fernando de lucia

MessaggioInviato: dom 03 giu 2007, 2:18
da dottorcajus
Mi scuso ma non avevo letto con la dovuta attenzione quanto avevi scritto. Di conseguenza la mia risposta voleva avere carattere informativo su alcune problematiche relative al riversamento delle vecchie incisioni. Colleziono esclusivamente 78gg e pratico molto raramente i riversamenti, a questo aggiungi che mi interessano esclusivamente i cantanti che vanno dall'ignoto al poco conosciuto. Non conosco nessuno dei due riversamenti anche se di quello della Bongiovanni ne avevo parlato per pura curiosità con il prof.Battaglia. Purtroppo i miei ricordi relativi ai riversamenti di De Lucia risalivano ai vecchi Lp americani che erano realizzati in maniera pessima e che ci restituivano un De Lucia con voce belante, vecchia, asfittica. Rileggendoti non nutro dubbi su quanto affermi e sulla incongruenza di certe soluzioni.
Il sospetto che la voce di De Lucia fosse però più voluminosa di quanto appare nei dischi mi viene dalla conoscenza delle cronache a lui coeve e dallo studio delle cronologie dell'epoca. Certo che un tenore di grazia ai tempi di De Lucia era lontano anni luce, da un punto di vista di caratteristiche vocali, da un Florez, tenore contraltino ma considerato oggi a tutti gli effetti tenore lirico-leggero. Il nostro scambio mi ha fatto nascere la curiosità di riascoltare qualche disco di De Lucia del quale possiedo alcuni Phonotype in vinile che girano con certezza a 78.29. Ti farò sapere le mie impressioni.
Roberto

MessaggioInviato: dom 03 giu 2007, 11:40
da VGobbi
Davvero interessanti le vostre discussioni su una materia di cui la ignoro quasi completamente, se non addirittura del tutto, ovverossia le registrazioni fine ottocento - inizio ottocento.

E non pensavo che a seconda del tipo di riversamento, si potesse modificare la tipologia di un cantante. Penso all'esempio recente citato da voi, ovverossia De Lucia in versione "baritenore", quasi fosse come un Merritt. :shock:

Mentre sembra sotto gli occhi di tutti l'involuzione del canto, quando nei tempi passati un cantante praticamente cantava ogni sera un'opera diversa ma sopra tutto distante per stile. Sembra che la specializzazione sia l'aids dell'opera lirica. Ma non riesco a capacitarmi. Qualcuno puo' dire le motivazioni di cio'?

MessaggioInviato: dom 03 giu 2007, 12:47
da gianluigi
il mio interesse verso de lucia è di vecchia data. è uno dei più interessanti tenori della storia del disco e il problema legato ai suoi riversamenti mi ha fatto sempre molta rabbia. io non colleziono come roberto direttamente 78gg originali per mero spirito di collezione, mi piace avere dei buoni riversamenti in cd. però debbono esser perfetti! negli ultimi dieci anni si è raggiunto un livello eccezionale con i lebendige vergangenheit, i marston inglesi e quelli di david contini,che forse ha la più grande collezione del mondo. un gran lavoro è stato svolto anche dalla symposium,il cui risultato è discutibile.purtroppo quelli del professor battaglia non mi hanno mai convinto. anzi,li trovo tra i peggiori in circolazione. a parte questo di de lucia, anni addietro ne scì uno su pasquale amato, altro cantante straordinario.tu dimmi roberto se questi secondo te sono dei buoni riversamenti. i paragoni certo,sono antipatici, ma a volte lampanti. prova a comparare i due cd di pasquale amato della lebendige vergangenheit con questo della bongiovanni e capirai che c'è una differenza abissale. io non ho mai trovato la voce di questo eccezionale baritono fonogenica, ma almeno nel cd lebendige è attendibile e godibile. quella del professor battaglia è inscatolata e in alcuni punti con un certo senso di riverbero. questo mi fa credere che il blasonato battaglia sia tutto tranne che un esperto di 78gg. lo stesso vale per un cd su giuseppe danis sempre della bongiovanni. dei buoni riversamenti invece sono quelli di maurizio tiberi della tima club. le monografie su pertile e la pampanini ogni appassionato dovrebbe averle. certo, il problema è più spinoso più con i 78 acustici.