Anche nella prestigiosa opera di Amsterdam -luogo di battesimo di allestimenti epocali e di altrettanti epocali debutti- sembra che battano la fiacca.
Presumo sia da imputare alla trombonite wagneriana che costringe tutte le opera-house più importanti a misurarsi con il Ring. E, guardando i risultati dal Met a Parigi attraverso la Scala etc., sembra che questi teatri abbiano dato il peggio di sè.
Inaugurano con una rarità (almeno per me) Der Schatzgräber di Schreker. Poi proseguono con un titolo contemporaneo: Written on skin con un cast di interesse: tra gli altri Bejun Metha, Cristopher Purves e la regia di Vicky Mortimer.
Poi, dopo allestimenti di passaggio e riprese wagneriane, arriviamo a un Giglielmo Tell da Rof con Alaimo nel ruolo del protagonista, la Rebeka e Osborne. Regia di Audi. Dirige Carignani. La Traviata con la Poplavskaya prelude a un'allestimento dei Meistersinger dove, per me, l'unico punto di interesse risiede nel Beckmesser di Erod (strasentito). Si chiude con Britten e la sua Morte a Venezia. John Graham-Hall e regia di Deborah Warner.
WSM