Milano - Teatro alla Scala

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Re: La Scala 2008-2009

Messaggioda marco » lun 02 giu 2008, 17:41

quoto matteo in toto, troppi spettacoli già visti, il Caso makropoulos sarà lo spettacolo già fatto a TO e BO con la Kabaiwanska, il Sogno con la regia di Carsen è già stato fatto a RA, assurdo rimontare il Viaggio a Reims con la regia di Ronconi, meglio un'altra opera di Rossini mai data in Scala in tempi moderni, mi ricorda quando si rimontò la Bolena di Visconti però senza Callas e Simionato, ma con Caballè sfasciata e Obratzsova e i grandi direttori promessi, non conosco Letonja o Montanaro, ma :roll: :roll: :roll:
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Re: La Scala 2008-2009

Messaggioda MatMarazzi » mar 03 giu 2008, 14:47

marco ha scritto:quoto matteo in toto, troppi spettacoli già visti, il Caso makropoulos sarà lo spettacolo già fatto a TO e BO con la Kabaiwanska, il Sogno con la regia di Carsen è già stato fatto a RA, assurdo rimontare il Viaggio a Reims con la regia di Ronconi, meglio un'altra opera di Rossini mai data in Scala in tempi moderni, mi ricorda quando si rimontò la Bolena di Visconti però senza Callas e Simionato, ma con Caballè sfasciata e Obratzsova e i grandi direttori promessi, non conosco Letonja o Montanaro, ma :roll: :roll: :roll:


Ehi!! Chi si rivede!
Hai visto qualche bello spettacolo per il mondo ultimamente?

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Chi ha paura della Scala cattiva?

Messaggioda Maugham » gio 06 nov 2008, 19:21

Ve la faccio breve.
Parlavo un po' di tempo fa con un critico musicale riguardo ai criteri con cui vengono costruiti i cast della Scala.
Gli chiedo come mai alla Scala non vediamo mai certi cantanti e certi debutti che sono moneta corrente in altri paesi.
Mi risponde che molti artisti rifutano certi ruoli alla Scala perchè temono il pubblico milanese.
E' troppo rischioso, mi dice.
Certi debutti verdiani a Vienna o a Londra "passano" alla Scala no.
Afferma che un fiasco alla Scala nessun artista, anche di livello, se lo può permettere.
Sottolineo, per non essere frainteso, che il critico in questione deplorava questo stato di cose.

Cosa ne pensate?
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Re: Chi ha paura della Scala cattiva?

Messaggioda Tucidide » gio 06 nov 2008, 19:25

Maugham ha scritto:molti artisti rifutano certi ruoli alla Scala perchè temono il pubblico milanese.
E' troppo rischioso, mi dice.

Limitatamente a certo repertorio, e su taluni titoli in particolare, il rischio c'è, indubbiamente.
Se poi sei una stella, sei sotto contratto con qualche casa discografica e riscuoti successo in teatri considerati sdegnosamente "facili", allora hai i fucili puntati. Può scapparci il trionfo, ma il rischio del fiasco è altrettanto probabile, anche di più.
Afferma che un fiasco alla Scala nessun artista, anche di livello, se lo può permettere.

Bah... c'è che è stato fischiato alla Scala, ma non per questo la sua carriera ne ha scapitato. :mrgreen:
Freni e Scotto sono i primi nomi che mi vengono in mente. :wink:
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Re: Chi ha paura della Scala cattiva?

Messaggioda pbagnoli » ven 07 nov 2008, 12:27

Tucidide ha scritto: [Bah... c'è che è stato fischiato alla Scala, ma non per questo la sua carriera ne ha scapitato. :mrgreen:
Freni e Scotto sono i primi nomi che mi vengono in mente. :wink:

Erano già troppo amate e troppo idolatrate. E poi c'erano dietro, comunque, le case discografiche (forse più per la Freni che per la Scotto)
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Re: Chi ha paura della Scala cattiva?

Messaggioda MatMarazzi » ven 07 nov 2008, 14:25

pbagnoli ha scritto:
Tucidide ha scritto: [Bah... c'è che è stato fischiato alla Scala, ma non per questo la sua carriera ne ha scapitato. :mrgreen:
Freni e Scotto sono i primi nomi che mi vengono in mente. :wink:

Erano già troppo amate e troppo idolatrate. E poi c'erano dietro, comunque, le case discografiche (forse più per la Freni che per la Scotto)


Sono ormai trent'anni (forse quaranta) che la Scala non ha più alcuna influenza sulle carriere degli artisti.
E questo perché l'Italia - non mi stanco di ripeterlo - è rimasta tagliata fuori da quasi tutti i circuiti internazionali.
La Scala, già nell'epoca di Abbado, ha smarrito il suo ruolo di riferimento internazionale, di teatro "pilota" di tendenze e prospettive destinate a far scuola, di vetrina del meglio del mondo, faticosamente conquistata negli anni del secondo dopoguerra.
Con Muti si era arroccata in posizioni fieramente nazionalistiche (nella speranza- ahimè, non sempre realizzata - di rappresentare il meglio dell'Italia..."italians do it better" recitava un grottesco slogan scaligero di quegli anni); ora non è più nemmeno quello.
E' un teatro di retrovia, in cui approdano spettacoli vecchi, artisti non sempre di prima fascia e in cui mancano i debutti altisonanti. E per di più con un loggione popolato da patetici "intenditori" vittime e (nel loro piccolo) causa di tanto declino.

Cosa può interessare a un artista internazionale di esibirsi in un teatro periferico, di scarso impatto sulla sua carriera, dove - per giunta - può succedere che ti fischino perché non assomigli a Del Monaco o a Cappuccilli?

Scusate la mia amarezza, ma voi sapete quale sarebbe per me la cura...
Un teatro alternativo... magari privato, magari con otto dipendenti invece degli ottocento della Scala...
Un teatro che - senza nulla pretendere, come diceva Peppino de Filippo - possa far vedere cosa è e cosa può essere l'opera oggi.

Sogni? Mah...
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Re: Chi ha paura della Scala cattiva?

Messaggioda Maugham » ven 07 nov 2008, 22:23

pbagnoli ha scritto:
Tucidide ha scritto: [Bah... c'è che è stato fischiato alla Scala, ma non per questo la sua carriera ne ha scapitato. :mrgreen:
Freni e Scotto sono i primi nomi che mi vengono in mente. :wink:

Erano già troppo amate e troppo idolatrate. E poi c'erano dietro, comunque, le case discografiche (forse più per la Freni che per la Scotto)


Non ho capito cosa vuoi dire riguardo alle case discografiche. :?:
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Re: Chi ha paura della Scala cattiva?

Messaggioda pbagnoli » sab 08 nov 2008, 10:21

La Freni è sempre stata un monumento non solo per le sue doti artistiche straordinarie, ma perché ha anche avuto la possibilità di fissare su disco le sue performances: Emi, DGG, anche Decca.
Può la carriera di un cantante andare a rotoli se hai dietro le grandi majors discografiche? :?:
Guarda che non sto facendo dietrologia - questo è un sito che si occupa di dischi e io ho sempre amato molto la Freni - è solo una constatazione
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Re: Chi ha paura della Scala cattiva?

Messaggioda Tucidide » sab 08 nov 2008, 11:35

pbagnoli ha scritto:La Freni è sempre stata un monumento non solo per le sue doti artistiche straordinarie, ma perché ha anche avuto la possibilità di fissare su disco le sue performances: Emi, DGG, anche Decca.
Può la carriera di un cantante andare a rotoli se hai dietro le grandi majors discografiche? :?:
Guarda che non sto facendo dietrologia - questo è un sito che si occupa di dischi e io ho sempre amato molto la Freni - è solo una constatazione

Ma del resto, se non hai vere doti con cui riuscire a guadagnarti la pagnotta nei teatri, anche le grandi case discografiche non possono più di tanto.
Il caso della Battle è emblematico: era "prezzemolino" discografico preferito da DGG e non solo, e starletta (non star, occorre dirlo) del Met. Ma litigò con Joseph Volpe, che le rescisse tutti i contratti, e la Kathy si trovò a spasso: ha continuato a fare concerti solistici, ma di opere a teatro non mi risulta che ne abbia più eseguite: e anche la DGG se la dimenticò bellamente.
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Re: Chi ha paura della Scala cattiva?

Messaggioda Pruun » sab 08 nov 2008, 12:59

Tucidide ha scritto:
pbagnoli ha scritto:La Freni è sempre stata un monumento non solo per le sue doti artistiche straordinarie, ma perché ha anche avuto la possibilità di fissare su disco le sue performances: Emi, DGG, anche Decca.
Può la carriera di un cantante andare a rotoli se hai dietro le grandi majors discografiche? :?:
Guarda che non sto facendo dietrologia - questo è un sito che si occupa di dischi e io ho sempre amato molto la Freni - è solo una constatazione

Ma del resto, se non hai vere doti con cui riuscire a guadagnarti la pagnotta nei teatri, anche le grandi case discografiche non possono più di tanto.
Il caso della Battle è emblematico: era "prezzemolino" discografico preferito da DGG e non solo, e starletta (non star, occorre dirlo) del Met. Ma litigò con Joseph Volpe, che le rescisse tutti i contratti, e la Kathy si trovò a spasso: ha continuato a fare concerti solistici, ma di opere a teatro non mi risulta che ne abbia più eseguite: e anche la DGG se la dimenticò bellamente.


Tucidide, mi hai letteralmente tolto le parole di bocca!! :wink:
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Re: Chi ha paura della Scala cattiva?

Messaggioda Maurizio Dania » gio 20 nov 2008, 23:42

Ma se una si chiama Caballè, le case discografiche se le sceglie lei. Per la DGG ha inciso un solo disco. Molto per la Philips. Qualcosa per la Decca, parecchio per la Emi, qualcosa per la CBS. All'inizio della carriera importante, anche per la RCA. Poi incise anche, per modo di dire, per le case discografiche americane che registravano i suoi concerti e con la compiacenza del fratellino, distribuivano i live che "pirata" erano fino ad un certo punto.
Quindi poteva cantare alla Scala quel che le chiedevano, ma anche quel che voleva lei. Ed altri titoli vennero accuratamente evitati, a Milano.
Traviata la esordì a Londra, ad esempio.
Non aveva paura del teatro milanese. Quando fu contestata per il forfait di Turandot, (ma fu contestato di più il sistema Scala nell'occasione), tornò trionfando; dopo la Bolena, preceduta da un concerto straordinario 4 gg prima, eccola chiamata per la Salome. E fu un altro trionfo, personale. No, i Grandi non avevano paura, tranne Corelli, forse, ma lui aveva il terrore congenito anche se avesse dovuto cantare ad Asti. Ci voleva del coraggio per affrontare Norma. La prima Norma di Montserrat alla Scala, dopo la Callas e l'esito fu quello che sappiamo.
PS.1
Quoto integralmente il concetto espresso da Matteo:
" Sono ormai trent'anni (forse quaranta) che la Scala non ha più alcuna influenza sulle carriere degli artisti.
E questo perché l'Italia - non mi stanco di ripeterlo - è rimasta tagliata fuori da quasi tutti i circuiti internazionali.
La Scala, già nell'epoca di Abbado, ha smarrito il suo ruolo di riferimento internazionale, di teatro "pilota" di tendenze e prospettive destinate a far scuola, di vetrina del meglio del mondo, faticosamente conquistata negli anni del secondo dopoguerra.
Con Muti si era arroccata in posizioni fieramente nazionalistiche (nella speranza- ahimè, non sempre realizzata - di rappresentare il meglio dell'Italia..."italians do it better" recitava un grottesco slogan scaligero di quegli anni); ora non è più nemmeno quello. (Nota: ma almeno tentò di creare un suono nazionale una sorta di unità della lingua musicale, con un'orchestra che suonava bene, ma anche con la presunzione del DIRETTORE, e fallì. L'Abate Cesarotti ci riuscì).
E' un teatro di retrovia, in cui approdano spettacoli vecchi, artisti non sempre di prima fascia e in cui mancano i debutti altisonanti. E per di più con un loggione popolato da patetici "intenditori" vittime e (nel loro piccolo) causa di tanto declino.
Cosa può interessare a un artista internazionale di esibirsi in un teatro periferico, di scarso impatto sulla sua carriera, dove - per giunta - può succedere che ti fischino perché non assomigli a Del Monaco o a Cappuccilli?".
Per questo appare patetica la difesa del 7 dicembre, specie da parte dei Signorotti e Nobili milanesi, o semplici Magnati o personaggi come Inge Feltrinelli che ha anche il coraggio di dire pubblicamente :"Noi ricchi dobbiamo perdere alcuni privilegi". Quali? E che incidenza hanno sulla qualità artistica del Teatro alla Scala, o sulla sua gestione finanziaria?
Arguta, ma carica di significato, anche politico in senso stretto, la battuta di Confalonieri:" Non ci sarà il Don Carlo? Pazienza, a casa ho ottimi CD".
Poi ci sarebbero tante altre cose da scrivere, questioni che si conoscono, molto italiane, che attengono alla sfera del potere, disegni di cui la questione Scala rappresenta un tassello, importante perchè fa ancora parlare di sè. (E non solo).
Mancano i soldi? Si vero, ma mancano anche la fantasia, l'intelligenza, il fuoco culturale, il dinamismo, il coraggio e l'amore per l'arte che avevano i banchieri milanesi; ieri pensavano ai profitti, solo a quelli, ridimensionati quelli in Mediobanca, scomparsi nel nulla gli altri; oggi entrano nelle aziende e puntano alla ricchezza degli azionisti: i mecenati come i Signori della Banca Commerciale Italiana, non ci sono più. Se non ci fosse stato anche l'orgoglio milanese e italiano, quanti decenni sarebbero trascorsi prima di ricostruire il Teatro, dopo la distruzione bellica? Un Paolo Grassi non c'è più o la sua avventura del Piccolo Teatro, ad esempio, oggi sarebbe impossibile, anacronistica? E se fosse possibile invece, l'opera non avrebbe bisogno di un'operazione simile, quasi salvifica?
Ed in tutto ciò i cantanti non c'entrano, anche se i cantanti importanti capaci con la loro sola presenza di indirizzare le scelte della Direzione artistica e sostenere il sovrintendente, non ci sono più, o non ci sono ancora e quelli che ci sono animano i cartelloni di New York, Madrid, Barcelona, Londra ecc.ecc. Ovviamente cito anche i direttori d'orchestra. Milano ha Baremboin, troppo assente però, anche se si è preso o gli hanno assegnato l'ampio e contestatissimo spazio riservato al camerino di Muti.
Libertà va cercando ch'è si cara come sa chi per lei vita rifiuta
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Di nuovo minaccia sciopero

Messaggioda tatiana » sab 29 nov 2008, 1:09

(ANSA) - MILANO, 28 NOV - Si conferma per ora lo sciopero sulla prima del Don Carlo che inaugurera' il 7 dicembre la stagione lirica della Scala di Milano.Oggi c'e' stata un'assemblea della Fials, il sindacato a cui sono iscritti buona parte degli orchestrali e circa 30 coristi, che ha indetto gli scioperi per le prime 3 rappresentazioni di ogni opera contro il contratto integrativo che a loro dire penalizza gli artisti. 'Manteniamo lo sciopero' ha detto, dopo l'incontro, Sandro Malatesta, della Fials.
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Re: Di nuovo minaccia sciopero

Messaggioda tatiana » lun 01 dic 2008, 22:21

Accordo firmato, la prima si fa.

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Re: Di nuovo minaccia sciopero

Messaggioda pbagnoli » mar 02 dic 2008, 22:19

tatiana ha scritto:Accordo firmato, la prima si fa.

Tatiana

Non so perché, ma me lo immaginavo... 8)
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Re: Di nuovo minaccia sciopero

Messaggioda Alberich » mer 03 dic 2008, 18:07

Infatti...poi fanno lo sciopero selvaggio alla seconda, alla terza o alla quarta e ci rimaniamo fregati noi. Calciatori e veline della prima son sempre salvi, è così tutti gli anni.
Almeno la Scala batte un po' cassa, va...
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