Premetto che non sono un tipo sensibile alle bellezze dei teatri. Solitamente mi concentro sulla comodità, sulla fruibilità, sul fatto che vi siano ottimi bagni e che il palcoscenico sia attrezzatissimo per ogni prodezza tecnologica.
E non mi aspettavo che il teatro di Bayreuth (il cui ruolo di meta di pellegrinaggio oggi mi pare piuttosto incomprensibile) facesse eccezione per me.
E invece l'eccezione c'è stata.
Oddio, intendiamoci: tecnicamente funziona benissimo. Bagni ottimi, acustica ottima, visibilità ottima (va be' che noi eravamo centralissimi, in una posizione fantastica: ma credo si veda altrettanto bene dappertutto).
L'unico difetto, ben noto, è rappresentato da posti stretti e scomodi, senza braccioli, e senza alcun corridoio laterale: uscire durante la rappresentazione è praticamente impossibile.
Ma a parte questo, l'interno del teatro promana un fascino talmente prodigioso e inquitante da lasciar stordito persino me.
I posti sono disposti semicircolarmente su una larga platea... che più che una platea ricorda i gradoni di un teatro antico (le foto esposte mostravano il Teatro di Delphi a cui Wagner si è ispirato). Le file di poltrone non hanno altra via di fuga che gli ingressi laterali, divisi da splendide colonne che fanno tanto "fine '800". Il palcoscenico è vastissimo, considerando la limitata grandezza del posto e soprattutto il "golfo mistico" è davvero - ancora oggi - qualcosa di avveniristico.
Tutte queste cose si sono sempre lette... si sono sempre sentite raccontare.
Ma trovarcisi dentro, viverle... è un'altra cosa.
Pensi di essere nel 1876, pensi a cosa dovette pensare quel pubblico proveniente da tutto il mondo; pensi al suo sgomento di trovarsi in un teatro senza palchi, con una sola platea digradante, con l'orchestra nascosta, con quello strano buco sotto la platea che non ti permette di capire da dove esca questo suono misterioso, che avvolge i personaggi come nella colonna sonora di un film (salvo che nel 1876 mancavano ancora più di cinquant'anni al primo film sonoro).
Per quel pubblico doveva sembrare di trovarsi in un'astronave, non in un teatro.
E lo stesso fascino lo si avverte intatto ancora oggi.
E io almeno ho avuto la sensazione che tutto il Wagner che avevo sentito fino a quel momento(con gli stupidi teatri tradizionali, l'orchestra in primo piano, fastidiosamente visibile, il direttore che si sbraccia, illuminato dai fari, la noia e la distrazione sempre in agguato) non fosse giusto, non fosse corretto.
Persino i boschi alti e maestosi che verdeggiano fuori del teatro, persino le aiuole colorate di fronte ai busti di Cosima e di Richard, tutto concilia la concentrazione, l'immedesimazione completa, felice.
Sono parole banali, le mie. Tutti dicono le stesse cose usciti da Bayreuth.
Però sono cose vere, e lo dice uno che sarebbe felice solo a dire cose diverse dagli altri!
Bayreuth è il teatro più emozionante che abbia mai visto.
Salutoni
Mat