Bolzano, Teatro comunale

[dollarius@libero.it]

Comunque Merano è a un tiro di schioppo da Bolzano! (ed è molto più bella )

DM

Coff, cough!
Dottori, aiuto.....ho la tosse....!

baci baci
Irina

[DottorMalatesta]

Mi chiedo il senso, però, di proporre un'altra versione dell'atto III....bah

Perché? In fondo mi sembra un´operazione legittima. Anche se non so davvero su quali materiali si sia basato questo Eberhard Kloke per realizzare la sua versione. Forse essendo trascorsi quasi 80 anni dalla prima rappresentazione di Lulu i frammenti del III atto sono ora di pubblico dominio e quindi possono essere utilizzati per la realizzazione di versioni alternative dell´atto finale. Per inciso, a quanto mi risulta del III atto esiste solo la versione Cerha, l´unica considerata "ufficiale". Giusto?

Ciao!

DM

Legittima sino ad un certo punto...

...

è un riorchestratore di professione, avendo già all'attivo nuove versioni del Boris, di Kovančina, dell'intero Ring (evidentemente non soddisfatto dell'orchestrazione wagneriana), di Wozzeck, dei finali di Tristan e Parsifal, degli ultimi 4 lieder di Strauss, dei cicli liederistici di Schubert e Schumann e Brahms e Mahler, sino a versioni sinfoniche delle sonate per pianoforte di Beethoven e tante altre cose...in un atteggiamento mentale che mi sembra meritevole di indagine psichiatrica. Mi chiedo il perché di dar credito a tale personaggio e alle sue inutili creazioni.

Però questo è indice della grande attualità di queste opere che – in fondo - vengono trattate come organismi viventi, non come reliquie da custodire sotto teca di cristallo.
Ogni opera di teatro di prosa viene adattata, modificata, accorciata. È la prassi. Chi, oggi, proporrebbe un Amleto integrale? La cosa, in fondo, potrebbe valere anche per l´opera lirica. Tra l´altro il fenomeno non è nuovo. In epoca barocca l´opera veniva considerata come un mero canovaccio. La centralità non spettava al “testo”, ma alla sua realizzazione. La sacralità dell´opera nasce solo con il Romanticismo, e con la mitizzazione del compositore e della sua creazione artistica.
Ma, nonostante il fenomeno recente della “sacralità” dell´oggetto d´arte, a teatro non si guarda in faccia a nessuno quando si tratta di andare in scena. Anche in epoca recente vi sono stati casi in cui si è intervenuti più o meno pesantemente sul “testo” dell´opera, e non solo sugli aspetti della sua realizzazione (trasposizioni registiche, destrutturazioni, etc.). Basti pensare alla vecchia Carmen Jones, al Ring senza parole o al Ring in 7 ore rappresentato pochi anni fa al Colon. Basti pensare alle trasposizioni di interi brani e sezioni d´opera che capita di vedere sempre più spesso (Guillaume Tell a Monaco, Faust di Gounod da Lipsia). Non sono contrario in senso assoluto ad operazioni di questo tipo. Si tratta di valutare caso per caso. E in ogni caso si tratta di un fenomeno interessante.

DM

[teo.emme]

Io invece sono assolutamente contrario, oggi, a questi interventi. Non c'è alcuna ragione per procedervi.

[teo.emme]

Io invece sono assolutamente contrario, oggi, a questi interventi. Non c'è alcuna ragione per procedervi.

[mattioli]

Un po' lapidario, no?

[teo.emme]

Un po' lapidario, no?

Argomenterò domani....oggi non ne ho la forza