Riccardo Muti
Inviato: mer 13 ago 2008, 12:19
Muti Reloaded
Credo che il nuovo editoriale di operadisc ci imponga una riflessione libera dai soliti pregiudizi che talora circondano questo direttore.
E' vero che da una parte Muti ha una schiera di sostenitori e di critici che lo acclamerebbero per qualunque cosa, ma dall'altra, mi pare si trovi un'altra fetta di appassionati che, al suo nome, alzano le spalle e arricciano il naso. Devo ammettere che fino a poco tempo addietro anch'io ero fra questi.
Per mio conto, ha pesato il giudizio sul versante sinfonico di Muti; non ho memoria di esecuzioni sinfoniche "da antologia": nè il suo Schubert (un pò noiosetto), nè il suo Beethoven ( l'ultimo movimento della nona sembra venuto fuori da un'opera, altro che Beethoven e poi è l'impostazione che mi fa dire che di meglio ce n'è - per inciso ho ascoltato solo la sua nona, spero che il restpo non sia così)...In ogni caso l'elenco potrebbe continuare...Oppure pesa il suo repertorio abbastanza lontano dalle avanguardie (un poco di Stravinsky e poi? Ecco perchè ho delle buone aspettative per il suo nuovo impegno con i Chicago, a mio avviso potrebbe essere la svolta, l'occasione per un cambio di marcia. Muti è un direttore che non è affatto invecchiato male; e, chi l'ha visto e ascoltato lo scorso anno proprio alla testa del Chicago, nel suo tour in Italia, a dirigere Tchaikovsky e Scriabin, mi ha riferito di una prova spettacolare.
Un direttore, come un artista, per essere considerato un grande del suo mestiere, però, si deve ammettere non sia necessario che raggiounga risultati eccellenti in ogni dove (solo alcuni ce l'hanno fatta, come il suo predecessore alla Scala, ma forse parlare di un artista partendo dai paragoni non ne varrebbe la pena perché altrimenti non ne verremmo più fuori). Così, il repertorio d'elezione di Muti è e rimane, fino ad ora, quello dell'opera. In particolare spesso si dimentica la sua fondamentalissima interpretazione di Mozart. Appunto Mozart è stato l'autore grazie al quale ho riscoperto e iniziato a riconsiderare Muti. Confrontando Nozze fi Figaro e Così fan tutte con i predecessori illustri (Boehm e Giulini per dirne due) mi rendo conto che , a parte un cast non sempre eccelso (leggere nelle nozze la recensione di Pietro) Muti è un direttore mozartiano sublime!
E poi di Muti non bisogna dimenticare il rilievo che ha dato a Gluck... Ok, ma se lo confrontiamo con Gardiner mi si potrebbe dire...A ciò io risponderei: sono due modelli diversi. E comunque anch'io, che ho iniziato ad ascoltare Gluck con Gardiner, non ho avuto difficoltà a passare a Muti.
A me sembra, ma spero di sbagliarmi(infatti lo dico, come tutto quanto di questo topic a titolo personale, sulla base di mie considerazioni), che la fama del nostro sia stata erosa pian piano nel tempo, dalle mille invidie, operazioni anche mediatiche sbagliate, un ego non comune ecc...Sarebbe il caso di tornare a parlarne per quello che ha fatto e farà, dimenticandoci anche delle molte registrazioni che solo per il nome celebre come un marchio ha reso e che non gli hanno tributato non tanto il successo, che già aveva, ma la considerazione auspicata.
Non dimentichiamo che quando, negli anni ottanta, Karajan arrivò ai ferri corti con i Berliner, le voci su un suo probabile sostituto giravano fortemente attorno a Muti...
Credo che il nuovo editoriale di operadisc ci imponga una riflessione libera dai soliti pregiudizi che talora circondano questo direttore.
E' vero che da una parte Muti ha una schiera di sostenitori e di critici che lo acclamerebbero per qualunque cosa, ma dall'altra, mi pare si trovi un'altra fetta di appassionati che, al suo nome, alzano le spalle e arricciano il naso. Devo ammettere che fino a poco tempo addietro anch'io ero fra questi.
Per mio conto, ha pesato il giudizio sul versante sinfonico di Muti; non ho memoria di esecuzioni sinfoniche "da antologia": nè il suo Schubert (un pò noiosetto), nè il suo Beethoven ( l'ultimo movimento della nona sembra venuto fuori da un'opera, altro che Beethoven e poi è l'impostazione che mi fa dire che di meglio ce n'è - per inciso ho ascoltato solo la sua nona, spero che il restpo non sia così)...In ogni caso l'elenco potrebbe continuare...Oppure pesa il suo repertorio abbastanza lontano dalle avanguardie (un poco di Stravinsky e poi? Ecco perchè ho delle buone aspettative per il suo nuovo impegno con i Chicago, a mio avviso potrebbe essere la svolta, l'occasione per un cambio di marcia. Muti è un direttore che non è affatto invecchiato male; e, chi l'ha visto e ascoltato lo scorso anno proprio alla testa del Chicago, nel suo tour in Italia, a dirigere Tchaikovsky e Scriabin, mi ha riferito di una prova spettacolare.
Un direttore, come un artista, per essere considerato un grande del suo mestiere, però, si deve ammettere non sia necessario che raggiounga risultati eccellenti in ogni dove (solo alcuni ce l'hanno fatta, come il suo predecessore alla Scala, ma forse parlare di un artista partendo dai paragoni non ne varrebbe la pena perché altrimenti non ne verremmo più fuori). Così, il repertorio d'elezione di Muti è e rimane, fino ad ora, quello dell'opera. In particolare spesso si dimentica la sua fondamentalissima interpretazione di Mozart. Appunto Mozart è stato l'autore grazie al quale ho riscoperto e iniziato a riconsiderare Muti. Confrontando Nozze fi Figaro e Così fan tutte con i predecessori illustri (Boehm e Giulini per dirne due) mi rendo conto che , a parte un cast non sempre eccelso (leggere nelle nozze la recensione di Pietro) Muti è un direttore mozartiano sublime!
E poi di Muti non bisogna dimenticare il rilievo che ha dato a Gluck... Ok, ma se lo confrontiamo con Gardiner mi si potrebbe dire...A ciò io risponderei: sono due modelli diversi. E comunque anch'io, che ho iniziato ad ascoltare Gluck con Gardiner, non ho avuto difficoltà a passare a Muti.
A me sembra, ma spero di sbagliarmi(infatti lo dico, come tutto quanto di questo topic a titolo personale, sulla base di mie considerazioni), che la fama del nostro sia stata erosa pian piano nel tempo, dalle mille invidie, operazioni anche mediatiche sbagliate, un ego non comune ecc...Sarebbe il caso di tornare a parlarne per quello che ha fatto e farà, dimenticandoci anche delle molte registrazioni che solo per il nome celebre come un marchio ha reso e che non gli hanno tributato non tanto il successo, che già aveva, ma la considerazione auspicata.
Non dimentichiamo che quando, negli anni ottanta, Karajan arrivò ai ferri corti con i Berliner, le voci su un suo probabile sostituto giravano fortemente attorno a Muti...