Cari amici, come avete visto negli ultimi tempi mi sono dedicato alla revisione del corpus karajaniani. Oddio, non è che abbia intenzione di rivedere tutto il materiale lasciato dal grande direttore austriaco, anche perché non credo che basterebbe un anno.
Però qualcosa sì; almeno quanto basta per sollevare qualcuna di quelle problematiche che ci stanno tanto a cuore.
Le opere scelte sono state...le prime che mi sono capitate fra le mani, per cui non c'è nessuna premeditazione. E, come avete visto nelle recensioni discografiche, qualche motivo di ripensamento c'è stato.
Adesso mi pongo qualche domanda, sulla quale vorrei confrontarmi con voi:
il secondo Karajan, quello delle riletture di capolavori già affrontati, è stato spesso oggetto di critiche spietate. Io sono arrivato invece alla conclusione che sia il vero Karajan. Un esempio? La Carmen: trovo che la prima incisione, quella con la Pricee, Corelli e Freni sia un'oscenità di per se stessa, ma soprattutto che non abbia nulla a che vedere con gli impasti timbrici e l'espressività della seconda incisione, quella con la Baltsa e Carreras
la lentezza di Karajan è sempre stata sbandierata come una valenza negativa. Ora, a parte il fatto che queste incisioni non sembrano affatto così lente o logorroiche, mi sembra poco credibile che una maggior rilassatezza dei tempi sia sempre e comunque una valenza negativa
Voi cosa ne pensate?