Riccardo ha scritto:Nei suoi ragionamenti, insieme a pur tante cose giustissime, non compare mai il ruolo della contemporaneità, dalla quale invece noi, come allora Vivaldi, non possiamo prescindere.
Grazie Riccardo per aver voluto esplicitare questo aspetto che anche a me aveva creato (e crea) qualche perplessità (avevo parlato di giudizi "spiazzanti").
A me, francamente, di una filologia avulsa dalla contemporaneità non saprei che farmene. O meglio, la giudicherei al pari di un saggio musicale. Utile, necessario, chiarificatore. Ma con il rischio di risultare arido o di parlare un linguaggio esoterico, da "addetti ai lavori".
Il teatro, forse, abita altrove. In quella terra di mezzo tra passato e presente...
Ma il discorso sarebbe lungo...
Beh, ma abbiamo tempo. No?
DM