Moderatori: DottorMalatesta, Maugham
VGobbi ha scritto:Enrico, invidio le tue orecchie ... lasciamelo dire!
Enrico ha scritto:VGobbi ha scritto:Enrico, invidio le tue orecchie ... lasciamelo dire!
Eh, sì, sono molto grandi...
pbagnoli ha scritto: Ben diversa la situazione di Melchior a New York: il cantante danese ha, a quel punto, 57 anni e una grande carriera dietro le spalle. Il suo Siegmund è semplicemente disastroso: non c’è un solo passaggio in cui vada a tempo, l’intonazione è una scommessa persa, il personaggio è totalmente inesistente. [...] voce più grossa che grande, tubata nella prima ottava; acuti sforzati e falsettanti anche nei suoi tempi migliori [...] mancanza totale di dinamiche, incapacità integrale di cogliere qualunque sfumatura del personaggio [...]. Al di là della lunghezza interminabile dei suoi “Wälse!”, per cosa vale la pena ricordarsi di questo che è semplicemente l’antitesi di un cantante wagneriano?
[...] il cantante danese ha trovato la sua patria d’elezione nel Metropolitan, sede del cosiddetto “Wagner internazionale”, creando i suoi personaggi quasi sempre con la placida e paciosa Flagstad e con direttori di scarsissimo rilievo, nati e cresciuti nel teatro americano [...]. Lauritz Melchior, simpatico gigante dal sorriso buono, è il classico prodotto di un’epoca in cui si pensava che Wagner dovesse essere abbaiato e blaterato canne al vento [...] Il suo Siegfried, celebre solo per come col suo vocione riusciva a domare la scena della forgiatura della spada, è stato ampiamente surclassato da Windgassen, uno che non aveva nemmeno un quinto della sua voce ma che, grazie anche a direttori e registi veri, è riuscito a trovare la vera chiave di lettura di questo personaggio.
Enrico ha scritto:MELCHIOR E TOSCANINI
Prendo spunto dall’articolo di Pietro sulle due Walkirie a confronto, e dal giudizio espresso su Melchior, per proporre alcuni estratti da un concerto wagneriano diretto da Toscanini nel 1941, e chiedere un parere sull’esecuzione di questi brani: visto che Toscanini è innegabilmente un “vero direttore”, mi piacerebbe sapere se è possibile riscontrare qualche effetto della sua presenza e della sua volontà anche nelle interpretazioni dei solisti, oltre che dell’orchestra, o se invece i cantanti (e in particolare Melchior) continuano a fare ciò che hanno sempre fatto, indipendemente da chi c’è sul podio.
DottorMalatesta ha scritto:Peraltro trovo che il limite dello stimolante intervento di Pietro (di cui lui stesso, da persona intelligente qual è si è subito reso conto) stia nel voler paragonare direttamente ascolti così lontani senza contestualizzarli “nell’estetica e nella filosofia del suono” degli anni in cui vissero i diversi interpreti. Quindi non è leale confrontare il retorico, superificiale, effettista (alle nostre orecchie, ma probabilmente non a quelle dei miei bisnonni) Melchior e il tormentato, disperato, analitico (sempre alle nostre orecchie) Kaufmann. Altrimenti si corre lo stesso errore di Suozzo e Stinchelli alla Barcaccia , si fa di ogni erba un fascio, e si fa vacillare la linea portante di OperaDisc.
DottorMalatesta ha scritto: P.P.S.: so che dovrei presentare come opera del mese "Belisario". Ma la mia fede wagneriana mi impone una posticipazione... Enrico, mi perdoni?
Enrico ha scritto:Avevamo già notato, commentando la registrazione di Pace, pace mio Dio, come la presenza di Gertrude Ribla, che nella stessa trasmissione interpreta prima Leonora dalla Forza del destino e poi Gilda, fa capire come la scelta di una voce corposa come quella della Milanov nell'esecuzione dell'anno successivo dell'ultimo atto di Rigoletto non fosse casuale. Ne trovo ulteriore conferma nel volume Toscanini di Andrea della Corte, che riferisce un dialogo tra Toscanini e Jan Peerce tratto dal Newsweek dell'agosto 1943, ma relativo al concerto già effettuato a luglio:
'-Nel prossimo programma verdiano includeremo l'ultimo atto del Rigoletto. Voi canterete la parte del Duca, naturalmente. Per le voci femminili ho scelto due giovani, che non hanno mai eseguito l'opera, Gertrude Ribla, come Gilda, e Nan Merriman, come Maddalena. Le conoscete?
' - Sì... - rispose il Peerce, esitando. - Ma la Ribla, Maestro, non è un soprano drammatico?
' - Certamente.
' - E Gilda non è soprano leggero?
' - Che dite' E via! Nessuna virtuosa potrebbe cantare la parte di Gilda. Guardate la partitura di Verdi. Occorre necessariamente un soprano drammatico. Tutti quegli stupidi trilli e le cadenze sono stati aggiunti dai cantanti, e guastano l'opera.
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