Ma voi che cosa ne pensate di questo artista eccentrico, fuori dai canoni eppure prudentissimo, istrionico eppure elegantissimo, incredibilmente e cinicamente consapevole del proprio potere economico e artistico?
Si è ormai spento nell'estate di più di tre anni fa. È forse tempo di qualche bilancio.
Che sia stato uno dei più grandi è, direi, quasi indiscutibile. Parlano le testimonianze discografiche e video rimaste, così come i ricordi di quanti, prima dell'ultima appariazione a Cagliari nel 1999, lo sentirono dal vivo.
Meno però si è discusso del suo pesante e forse unico limite: il repertorio fattosi sempre più ridotto, tanto da risultare negli ultimi anni addirittura ossessivo.
Sinfonica: Beethoven 4&7, Coriolano, Mozart 33, Brahms 4, Ouverture Fledermaus.
Opere: Rosenkavalier nel 1994, unico e ultimo titolo dal 1991.
Eppure, io penso di non averne praticamente mai sentito parlare male. Anzi, devo dire che non se ne sente peopio quasi parlare: nel collocarlo ai limiti di un ipotetico ideale di perfezione, si rinuncia a discuterne.
Sta timidamente uscendo ora qualche pubblicazione, ma discutere nello specifico della sua arte rimane come un tabù.
Eppure secondo me si è trattato di una personalità troppo grande per rinunciare ad andare oltre le frasi fatte ed i superlativi assoluti.
Proprio nella rinuncia di Kleiber al gran repertorio si cela, credo, la profondità e la grandezza del suo lascito.
Quando non ha avuto più nulla di dire, si è gradualmente fatto da parte. E poi se n'è andato.
Al di là delle battute e dei luoghi comuni del tipo "frigorifero vuoto" o simili.
Proviamo a discuterne un po'?
Salutoni,
Riccardo