da teo.emme » ven 26 set 2014, 22:06
Mi spiace davvero moltissimo per la scomparsa di Hogwood: tra i tanti decessi di grandi direttori di questo 2014 è quella che mi ha lasciato maggiore amarezza. Sono cresciuto (musicalmente) su molti suoi dischi e molte scoperte sono legate alle sue interpretazioni. In questi ultimi giorni mi ritrovo spesso ad ascoltarlo: con un orecchio diverso, purtroppo e una sensazione di malinconia: avevo 15 anni quando ascoltai il mio primo Messiah, ed era una sua incisione. Proprio oggi ho riascoltato la sua Athalia e ho pensato che solo un grande musicista e un grande uomo ha potuto unire due mondi e due modi di far musica troppo spesso considerati antitetici: in Athalia la matura Sutherland si rimette in gioco in un ambiente totalmente estraneo al suo, la grande tradizione belcantista che stringe la mano al nuovo approccio filologico...a suggerirci, forse, che la musica è qualcosa di più grande e universale e che se pure cambiano i modi d'esprimersi, quel linguaggio è sempre valido, universale e aperto.
Matteo Mantica
"Fuor del mar ho un mare in seno"