I melomani della mia generazione sono cresciuti con l'idea bizzarra che Joseph Keilberth fosse un po' il fratello scemo dei grandi direttori che si sono avvicendati sul podio di Bayreuth; e questa considerazione si è - di fatto - fondata su un pregiudizio tutto italiano.
Nelle ultime settimane ho riscoperto invece questo direttore che è molto, ma molto più intrigante di quello che si può pensare. Valgano, a mo' d'esempio, le seguenti considerazioni:




Ma torniamo a Keilberth: la sua scansione è davvero bruciante! Il dominio della materia, dell'orchestra e dei cantanti di Bayreuth, ne fanno un interprete assolutamente ideale e giustamente testimoniato da numerose registrazioni: i cicli integrali del 1952 e 1955 (quest'ultimo stereo); la Walkure e il Crepuscolo con il secondo ciclo - quello con la Modl come Brunnhilde e la Sieglinde della Varnay) - sempre del 1955 (e credo che debbano uscire anche Rheingold e Siegfried); la Walkure del 1954 (con la Modl come Sieglinde); e il secondo ciclo del 1953, quello che si alternava a Krauss, con la Modl come Brunnhilde!
Credo che solo Knappertsbusch sia stato registrato tanto quanto se non di più, e questo dovrebbe indurci a fare qualche serena riflessione.
Abbiamo sentito dire - o meglio, letto - per anni e annorum che Keilberth è legnoso, metronomico, squadrato, noioso e altre riflessioni analoghe.
Massimo rispetto per chi fa queste riflessioni e per i suoi sacrosanti gusti, ma cavolo! su che base vengono fatte?
Da cosa vengono dettate?
Dal gusto italiano che cerca di sottomettere tutte le regole interpretative?
Da scarsa comprensione dello stile di Bayreuth?
Dai gusti personali elevati al rango di universale?
Mah!...