Simon Keenlyside
Inviato: sab 15 mar 2008, 12:29
Poiché se ne è parlato in altro thread (la recensione di Gustav al Don Giovanni di Abbado) vorrei riflettere un po' su questo moderno divo baritonale, e in particolare sul suo rapporto con Verdi.
E' ovvio che Keenlyside segue passo dopo passo la strada tracciata da Thomas Hampson prima e da Bo Schovus poi nell'allargamento del repertorio da Mozart e Britten verso i pesi massimi dell'800.
Hampson in questo senso è stato un apri-pista, il modello di tutti questi baritoni chic, intellettualizzanti, chiari e leggeri che oggi spopolano nei teatri del mondo.
Che Hampson avesse iniziato la sua avventura verdiana con Germont era abbastanza naturale (da sempre terreno anche per mozartiani).
Il colpo di coda, quello che ha cominciato a cambiare le prospettive, è stata la conquista del Marchese di Posa (con Pappano e Bondy), con cui - appoggiandosi ai ricordi "para-mozartiani" di Fischer-Dieskau e di Waechter - Hampson ha sottratto il personaggio ai baritononi drammatici della precedente tradizione.
Da allora, si tende a vedere in Posa soprattutto la fragilità di amico e sognatore, l'ingenuo idealismo che fa battere il cuore alle ragazze per il suo candore anti-eroico e il lato "femminile" della sua tristezza!
E' tramontato l'eroe scultoreo e perentorio a cui eravamo abituati: siamo agli anni luce da Cappuccilli!
Non contando operazioni isolate come Amonasro, Luna e Renato, l'altro passo determinante di questo cammino è stato il Macbeth, ruolo che Hampson ha conquistato in un'operazione-shock (la regia di Pountney) a Zurigo.
Un Macbeth fragilino vocalmente (si sapeva), ma anche sensuale, cinematografico, languidamente introverso.
Ancora una volta le ragazze hanno sospirato.
Rivedere la stessa produzione a Torino con ... Leo Nucci è stata una cosa da morir dal ridere.
Ora Hampson (forte dei primi capelli grigi) ha conquistato persino il Boccanegra, ovviamente valorizzando tutte quelle fragilità da padre-amico, da amante infelice, da politico ..."liberal" che i grandi Simoni di una volta (autorevoli, maturi, paterni, sontuosi) non avevano.
Gli eredi di Hampson si sono fatti coraggio e gli sono andati dietro.
Schovus, ad esempio, si è buttato nel Marchese di Posa a Vienna.
Ora anche keenlyside ci è arrivato.
Siamo arrivati al punto che non potremmo più pensare a un Posa che non sia un giovanotto atletico, di gusto mozartiano, e di colore lirico.
Ma Keenlyside ha intenzione di andare oltre.
E' già programmato un suo Macbeth a Vienna nel 2011.
Ma quel che più colpisce è un altro debutto, previsto a Cardiff nel 2010.
E' per la prima volta, sarebbe anticipato il maestro Hampson.
Si tratta di ...Rigoletto.
E sarebbe la prima volta che uno dei baritonini mozartian-britteniani di questa generazione vi si cimenta.
Che ne dite?
Interessante no?
Io sto quasi pensando di farci un saltino col Wanderer Club.
Salutoni,
Mat
E' ovvio che Keenlyside segue passo dopo passo la strada tracciata da Thomas Hampson prima e da Bo Schovus poi nell'allargamento del repertorio da Mozart e Britten verso i pesi massimi dell'800.
Hampson in questo senso è stato un apri-pista, il modello di tutti questi baritoni chic, intellettualizzanti, chiari e leggeri che oggi spopolano nei teatri del mondo.
Che Hampson avesse iniziato la sua avventura verdiana con Germont era abbastanza naturale (da sempre terreno anche per mozartiani).
Il colpo di coda, quello che ha cominciato a cambiare le prospettive, è stata la conquista del Marchese di Posa (con Pappano e Bondy), con cui - appoggiandosi ai ricordi "para-mozartiani" di Fischer-Dieskau e di Waechter - Hampson ha sottratto il personaggio ai baritononi drammatici della precedente tradizione.
Da allora, si tende a vedere in Posa soprattutto la fragilità di amico e sognatore, l'ingenuo idealismo che fa battere il cuore alle ragazze per il suo candore anti-eroico e il lato "femminile" della sua tristezza!
E' tramontato l'eroe scultoreo e perentorio a cui eravamo abituati: siamo agli anni luce da Cappuccilli!
Non contando operazioni isolate come Amonasro, Luna e Renato, l'altro passo determinante di questo cammino è stato il Macbeth, ruolo che Hampson ha conquistato in un'operazione-shock (la regia di Pountney) a Zurigo.
Un Macbeth fragilino vocalmente (si sapeva), ma anche sensuale, cinematografico, languidamente introverso.
Ancora una volta le ragazze hanno sospirato.
Rivedere la stessa produzione a Torino con ... Leo Nucci è stata una cosa da morir dal ridere.
Ora Hampson (forte dei primi capelli grigi) ha conquistato persino il Boccanegra, ovviamente valorizzando tutte quelle fragilità da padre-amico, da amante infelice, da politico ..."liberal" che i grandi Simoni di una volta (autorevoli, maturi, paterni, sontuosi) non avevano.
Gli eredi di Hampson si sono fatti coraggio e gli sono andati dietro.
Schovus, ad esempio, si è buttato nel Marchese di Posa a Vienna.
Ora anche keenlyside ci è arrivato.
Siamo arrivati al punto che non potremmo più pensare a un Posa che non sia un giovanotto atletico, di gusto mozartiano, e di colore lirico.
Ma Keenlyside ha intenzione di andare oltre.
E' già programmato un suo Macbeth a Vienna nel 2011.
Ma quel che più colpisce è un altro debutto, previsto a Cardiff nel 2010.
E' per la prima volta, sarebbe anticipato il maestro Hampson.
Si tratta di ...Rigoletto.
E sarebbe la prima volta che uno dei baritonini mozartian-britteniani di questa generazione vi si cimenta.
Che ne dite?
Interessante no?
Io sto quasi pensando di farci un saltino col Wanderer Club.
Salutoni,
Mat