Ho assistito alla stagione estiva dello Sferisterio Opera Festival di Macerata, che proponeva due doppie recite al piccolo teatro "Lauro Rossi". Alle 18 si poteva ascoltare Juditha Triumphans di Vivaldi, alle 21 Attila di Verdi. Sottoponendosi ad un tour de force di tutto rispetto, ha cantato in entrambe le opere il baritono panamense Nmon Ford. Nell'oratorio di Vivaldi ha interpretato Oloferne, trascritto da contralto a baritono, trovando qualche difficoltà nella coloratura, mentre nell'opera verdiana ha assunto il ruolo eponimo, rivelatosi a tratti troppo basso per lui. La voce è piuttosto scura, con una certa ruvidità che la rende molto fascinosa, e la presenza scenica è molto piacevole: Ford ha cantato entrambe le opere in abiti piuttosto succinti, attirando su di sé "gli avidi lumi" delle signore in sala. L'effetto complessivo che m'ha lasciato è quello di una carismatica figura d'artista, magnetica, adatta a mio avviso a ruoli fascinosi ma sotto sotto sinistri. Di Oloferne non so che dire, poiché una trascrizione di un ruolo per voce femminile in chiave di basso mi sembra un abominio, soprattutto nel 2010. Come Attila è stato bravo, ma a parte la tessitura troppo bassa, mancava quel che di eroico, di grandiosamente fiero che il condottiero unno mi pare richiedere. So che Ford canta Escamillo e Conte di Luna, nonché Scarpia. Se fossi un direttore artistico, penserei a lui per le incarnazioni infernali dei Racconti di Hoffmann. Due assaggini: un pezzo wagneriano:
e un Rückertlied di Mahler:
L'avete mai sentito dal vivo? Che ne pensate?
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
Be' Tuc, intanto grazie di avercelo proposto. Io non lo conscevo nemmeno di nome. Da quello che ci hai raccontato e dai brani che hai postato, mi pare certamente un bass-bariton (non un basso, ma nemmeno un baritono). Inoltre mi pare indiscutibilmente di tecnica declamatoria (fra l'altro l'emissione giusta sia per Wagner sia per Mahler). In Mahler si sente chiaramente la tensione (tipicamente declamatoria) sul cosidetto "passaggio" e anche i pianissimi "carnosi" di cui abbiamo spesso discusso. Non capisco assolutamente cosa c'entri con Vivaldi e il primo Verdi... Personalmente trovo assurdo che si chiami uno con una tecnica e una voce simile per questi autori (ma già... come dici tu, se un teatro è disposto a trasportare per Bassbariton un ruolo per contralto, di cosa ci stupiamo?) Sono le solite scritture fatte alla "boia d'un giuda" nella periferia italica.
L'idea dei Racconti di Hoffman non è male, e tuttavia... io ci andrei cauto a chiamare un bass-baritono e per di più declamatore per queste parti. La tessitura è più acuta di quel che pensiamo e la scrittura - almeno per ne - nettamente vocalistica. Per altro noi dimentichiamo sempre che i "demoni" della francia del secondo ottocento (Gounod, Berlioz) erano vaghi, chiari e allusivi; siamo noi a volerli torvi, neri e pesanti a tutti i costi. Persino un gigante come Terfel si è strangolato nei Contes d'Hoffman (e personalmente ho sentito naufragare dal vivo sia Morris, sia il tanto celebrato Van Dam, che per me era molto più convincente in altri ruoli).
D'accordissimo con Matteo: è un declamatore vero. Avrei anch'io delle riserve per i ruoli cattivi dei Comtes, che però a me piacevano cantati da Van Dam. Il suo Wotan all'ascolto sembra interessante, manca ovviamente tutto il resto... Per i Comtes io, oggi come oggi, penserei a un colorista di area britannica, tipo Keenlyside o Mattei
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!" (Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)