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Aldo Protti

MessaggioInviato: sab 20 feb 2010, 8:48
da Saba

troppo bravo, guardate com è naturale, non cè tensione nella parte supreiore, respirazione perfetta idem per l'appoggio e l'intonazione

Re: Aldo Protti

MessaggioInviato: sab 12 nov 2011, 14:51
da doncarlo
grande baritono,memorabile il suo "Tonio";ma nessun altro parere su questo interprete?
doncarlo

Re: Aldo Protti

MessaggioInviato: sab 12 nov 2011, 19:23
da pbagnoli
Appartiene a una grande tradizione baritonale italiana: quella dei Ruffo, Giraldoni, Viglione-Borghese e che poi, passata attraverso di lui, è arrivata a Cappuccilli e lì, al momento, si è fermata (infatti considero Nucci un fenomeno a parte).
La voce è chiara e smaltata, la dizione limpida: secondo me, una delle più belle voci verdiane italiane.
Nota bene:
:arrow: ho detto voce, non interprete: l'ho sempre trovato poco fantasioso e partecipe anche nei personaggi in cui ha costruito la sua fama, soprattutto Jago
:arrow: sottolineo "italiane", perché all'estero c'è stato di molto meglio a livello di comprensione della parola verdiana. Ma qui andrei decisamente OT per cui mi fermo

In conclusione, per me un gran bravo cantante: non è probabilmente il baritono che ascolto più frequentemente, ma lo rispetto tantissimo come esponente di qualcosa che, almeno in Italia, sembra in via di estinzione

Re: Aldo Protti

MessaggioInviato: dom 13 nov 2011, 18:24
da Luca
Concordo con Pietro: vocalmente bravo anzi, per certe cose, ottimo, ma interprete un pò generico. Forse in disco non ci si fa molto caso perché le sue prestazioni sono molto gradevoli come suono, però i confronti si fanno con altri artisti della sua corda baritonale. Aggiungo però una considerazione: se Karajan nel '60 l'ha voluto come Jago nell'edizione di Otello con la coppia Del Monaco-Tebaldi che l'aveva già incisa 6 anni prima (ed il '60 era l'anno successivo all'Aida Bergonzi-Tebaldi dove come Amonasro figura Mc Neil), qualche motivo ci deve essere.
Nel suo volume Giudici parla di una incomprensione tra il maestro austriaco e Bastianini, ma appunto Mc Neil non è stato ingaggiato e l'edizione è tornata a vantaggio di Protti.

Saluti, Luca.

Re: Aldo Protti

MessaggioInviato: dom 13 nov 2011, 21:33
da Enrico
Luca ha scritto: Giudici parla di una incomprensione tra il maestro austriaco e Bastianini, ma appunto Mc Neil non è stato ingaggiato e l'edizione è tornata a vantaggio di Protti.


John Culshaw racconta con molti dettagli la registrazione di Otello, e parla anche di Bastianini e di Protti:
http://www.andreaconti.it/culshaw.html

Re: Aldo Protti

MessaggioInviato: dom 13 nov 2011, 22:24
da pbagnoli
Enrico ha scritto:
Luca ha scritto: Giudici parla di una incomprensione tra il maestro austriaco e Bastianini, ma appunto Mc Neil non è stato ingaggiato e l'edizione è tornata a vantaggio di Protti.


John Culshaw racconta con molti dettagli la registrazione di Otello, e parla anche di Bastianini e di Protti:
http://www.andreaconti.it/culshaw.html

Bellissimo, grazie!

Re: Aldo Protti

MessaggioInviato: lun 14 nov 2011, 20:22
da Luca
Grazie anche da parte mia: uno spaccato di vita musicale e discografica!
Saluti. Luca.

Re: Aldo Protti

MessaggioInviato: lun 14 nov 2011, 22:34
da Enrico
Torniamo a Protti. Qui c'è una lista delle registrazioni d'opera in cui è presente:
http://www.operadis-opera-discography.org.uk/CLSIPROT.HTM#1

La Cavalleria Rusticana del 1953, diretta da Ghione, con Del Monaco e la Nicolai, è la prima opera in cui ho ascoltato Protti quando avevo circa 12 anni (due LP Decca di mio padre): mi sembra di ricordare una voce abbastanza credibile nella parte di Alfio, ma sono dischi che non ascolto da tantissimi anni: direi meno "ruggente" del giovane Gino Bechi diretto da Mascagni.

Vedo però che la prima registrazione in studio è l'Aida del 1952 con Tebaldi e Del Monaco. Sinceramente del suo Amonasro non ricordo molto: ricordo meglio la voce della Tebaldi, più "presente" rispetto alla registrazione con Karajan, e forse più partecipe nell'interpretazione.

Nell' Otello Decca del 1954 l'aspetto più evidente è la voluta esaltazione della stereofonia con la collocazione delle voci ai lati opposti del campo sonoro nei duetti: a parte questo non saprei dire molto se non che è una registrazione con voci belle e forti e un'orchestra un po' anonima.

Il Rigoletto del 1954 mi incuriosiva per la presenza di Del Monaco in una parte poco adatta alla sua voce: accanto alla Gilda della Gueden Protti ha sempre la sua bellissima voce e una eccellente dizione (a parte certe "g" toscane, come in "Cortigiani"), ma mi sembra poco adatto a interpretare il vecchio padre e le profondità della scrittura verdiana.

Della Traviata (con la Tebaldi) non ricordo molto: solo, di nuovo, la voce bella e morbida in una interpretazione di "Di Provenza" abbastanza rapida, ben legata, genericamente affettuosa.

Delle sue interpretazioni di Don Carlo nella Forza del Destino conosco solo quella di Colonia del 1957, la prima che ho ascoltato, presa in edicola vent'anni fa prima di andare a scuola...
Rircordo ancora le prime impressioni: direzione di Votto abbastanza buona nel rendere le diverse atmosfere dell'opera, voci tutte interessanti e abbastanza teatrali, la Gencer e Di Stefano, Protti e Siepi (quest'ultimo forse eccessivamente monolitico). Di Protti direi che, vocalmente, può essere adatto al personaggio: almeno è giovane e baldanzoso come Don Carlo deve essere (all'opposto dell'orrido Tagliabue vecchietto nella registrazione con la Callas!), ma anche questa volta ho l'impressione che il personaggio sia poco approfondito.

Dell'Aida in video da Tokyo (1961) ricordo solo le pose statuarie di Del Monaco e della Simionato.
Stesso discorso per l'Andrea Chénier con Del Monaco e Tebaldi e per i Pagliacci con Del Monaco.

Nell' Otello raccontato da Culshaw l'elemento nuovo rispetto alla registrazione precedente è la direzione di Karajan che forse porta i protagonisti ad essere un tantino più raffinati e appena appena più attenti del solito al senso di ciò che cantano.

Dei Puritani del 1968, che vedevano la presenza di "giovani promettenti" come Pavarotti (al suo debutto in Arturo) e Ruggero Raimondi, ricorderei la direzione alquanto rumorosa di Quadri, ma anche il "realismo"della ripresa sonora: al di là dei rumori del palcoscenico e di qualche distorsione nei momenti più fragorosi ho l'impressione che il live colga bene la qualità delle voci nel loro risuonare nella sala del Bellini di Catania. Non c'è molto da dire delle interpretazioni, complessivamente corrispondenti alle aspettative dell'epoca in un'esecuzione tagliuzzata alla vecchia maniera.

Non conosco nessuna delle registrazioni successive.