Hans Hotter
Inviato: lun 07 set 2009, 21:06
Io lo chiamo tornare sul luogo del delitto.
Ovvero riascoltare, a distanza di anni, esecuzioni ormai sentite e strasentite su cui si pensava di non aver più niente da scoprire.
In questo caso mi riferisco alla Walkiria di Bay del 1953 diretta da Krauss.
Ribatamento!
Ho rivalutato il Siegmund di Vinay che, dieci anni fa, consideravo un monolite dalla voce dura come un sasso e espressivo come una libreria di mogano.
E invece, sarà l'età, mi ha convinto. Un'eroe vichingo tutto di un pezzo, che sembra uscito dalle pagine di Snorri.
Mi ha fatto sobbalzare la Sieglinde della Resnik. Tagliente, appassionata, combattiva. Il finale II è da antologia.
Può non piacere, ma, nella discografia di Walkiria, è una Sieglinde, a mio parere, unica e diversa da tutte le altre.
La Varnay, vabbè, non sono obbiettivo.... è sempre in vetta. Ancora di più che nel terzo atto con Karajan del 1951.
E invece ho ridimensionato Hotter che invece mettevo su un piedistallo e non ascoltavo da tempo.
Certo, i mi e i fa naturali dell'annuncio di Siegfried che verrà sono splendidi così come slendido è l'inizio di Als junger Liebe.
Però, che tono dottorale, sussiegoso, maturo, riflessivo, austero... insomma.... si capisce che questo Wotan fa parte dei "buoni" anche se si comporta come una canaglia e incasina la vita a mezzo mondo.
Certo, stiamo sempre parlando di un grandissimo, ci mancherebbe.
Ma non vi sembra che ormai abbia fatto il suo tempo?
Adesso Alberich mi manda una padellata in testa via web....
Riascolterò anche Oro e Siegfried, promesso.
WSM
Ovvero riascoltare, a distanza di anni, esecuzioni ormai sentite e strasentite su cui si pensava di non aver più niente da scoprire.
In questo caso mi riferisco alla Walkiria di Bay del 1953 diretta da Krauss.
Ribatamento!
Ho rivalutato il Siegmund di Vinay che, dieci anni fa, consideravo un monolite dalla voce dura come un sasso e espressivo come una libreria di mogano.
E invece, sarà l'età, mi ha convinto. Un'eroe vichingo tutto di un pezzo, che sembra uscito dalle pagine di Snorri.
Mi ha fatto sobbalzare la Sieglinde della Resnik. Tagliente, appassionata, combattiva. Il finale II è da antologia.
Può non piacere, ma, nella discografia di Walkiria, è una Sieglinde, a mio parere, unica e diversa da tutte le altre.
La Varnay, vabbè, non sono obbiettivo.... è sempre in vetta. Ancora di più che nel terzo atto con Karajan del 1951.
E invece ho ridimensionato Hotter che invece mettevo su un piedistallo e non ascoltavo da tempo.
Certo, i mi e i fa naturali dell'annuncio di Siegfried che verrà sono splendidi così come slendido è l'inizio di Als junger Liebe.
Però, che tono dottorale, sussiegoso, maturo, riflessivo, austero... insomma.... si capisce che questo Wotan fa parte dei "buoni" anche se si comporta come una canaglia e incasina la vita a mezzo mondo.
Certo, stiamo sempre parlando di un grandissimo, ci mancherebbe.
Ma non vi sembra che ormai abbia fatto il suo tempo?
Adesso Alberich mi manda una padellata in testa via web....
Riascolterò anche Oro e Siegfried, promesso.
WSM