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Carlo Guelfi

MessaggioInviato: mar 02 giu 2009, 19:23
da pbagnoli
Sì, lo so, si fa presto a parlarne male.
Mentre ne scrivo sto ascoltando un suo Rigoletto live dal Met (in cui, tra l'altro, c'è anche una sfolgorante Anna Netrebko) e inizialmente mi irrita: risatazza, cachinni, voce totalmente spoggiata.
Però, col progredire della recita, prende progressivamente quota: gli acuti, per esempio, sono agevoli, e la musicalità è di primissimo ordine, almeno quando lascia perdere tutte le trovate da guitto da avanspettacolo.
In effetti, pur essendo criticissimo nei suoi confronti, gli riconosco una musicalità che tanti suoi colleghi, dotati di voce molto più interessante, non hanno.
Voi cosa ne pensate?
Parlatene male, va bene, però... provate a rifletterci!

Re: Carlo Guelfi

MessaggioInviato: mar 02 giu 2009, 19:49
da Tucidide
Beh, guarda: lo sentii nel 2001 a Firenze nel Trovatore con Alagna e la Cedolins. Forse, nel complesso fu dei tre quello che mi piacque di più, anche se si sentivano ogni tanto dei suoni un po'... così.
Stessa favorevole impressione mi fece in un'Aida a Bologna con Dessì-Armiliato. Il duetto del III atto Amonasro-Aida fu un grande momento: bravi tutti e due.
Però, nelle prove più recenti che ho sentito (non dal vivo), mi è parso peggiorare di volta in volta. Jago, Rigoletto, Gérard... voce spoggiata, nasalità a non finire, legato quasi assente...
Peccato: all'inizio mi sembrava promettere molto di più di quanto abbia mantenuto.
Il suo Michele nel Tabarro EMI diretto da Pappano è molto valido, e non è male nemmeno il suo Barnaba con la Casolla nel disco Fonè.
E' vero però, come sottolinei, che sia un cantante musicale. Almeno quello... :roll:

Re: Carlo Guelfi

MessaggioInviato: mar 02 giu 2009, 21:53
da Alberich
Tucidide ha scritto:Però, nelle prove più recenti che ho sentito (non dal vivo), mi è parso peggiorare di volta in volta. Jago, Rigoletto, Gérard... voce spoggiata, nasalità a non finire, legato quasi assente...
Peccato: all'inizio mi sembrava promettere molto di più di quanto abbia mantenuto.

Da quello che ho sentito, concordo pienamente con te. Ricordo anche un buonissimo Barnaba alla Scala, ma la mia memoria può non essere ottima. :mrgreen:

Re: Carlo Guelfi

MessaggioInviato: mer 03 giu 2009, 8:07
da Luca
Ho sentito diverse volte dal vivo Guelfi e non mi dispiace: voce robusta e anche buon interprete. Mi piacerebbe sapere se è parente del suo omonimo che cantava negli anni '50. C'è qualche analogia vocale tra i due, ma Carlo è senz'altro migliore di G.Giacomo.
Consiglio su Youtube alcuni spezzoni del programma Prima della prima su una Tosca con la Dessì allestita a Venezia lo scorso anno in cui Guelfi esprime le sue idee su Scarpia. Lo trovo molto simpatico anche nel parlare.

Salutoni a tutti.
Luca.

Re: Carlo Guelfi

MessaggioInviato: mer 03 giu 2009, 13:24
da pbagnoli
Che io sappia non sono parenti!

Re: Carlo Guelfi

MessaggioInviato: mer 03 giu 2009, 14:45
da krausforever
pbagnoli ha scritto:Che io sappia non sono parenti!

lo sono lo sono...conosco il loro nipote che è tenore...

Re: Carlo Guelfi

MessaggioInviato: dom 07 giu 2009, 12:51
da MatMarazzi
Tra la fine degli anni '90 e i primi 2000 l'ho sentito spessisimo.
Be', vi dirò che mi piaceva: autoritario come un soldataccio ma capace di improvvise introspezioni.
Ho un ricordo molto simpatico del suo conte di Luna a fianco di José Cura al debutto in Manrico... eravamo nel natale 2000 a Madrid.
Giorni felici...

salutoni,
Mat

Re: Carlo Guelfi

MessaggioInviato: dom 07 giu 2009, 18:35
da pbagnoli
L'abbiamo anche sentito insieme a Firenze l'anno dopo nello stesso ruolo e ne siamo rimasti favorevolmente impressionati, se ti ricordi...
Poi è passata molta acqua sotto ai ponti e, pare, anche qualche triste vicenda famigliare per lui; non ne sono certo, per cui non entro nei dettagli.
La voce è quello che è: chiara, ma abbastanza estesa, talvolta usata molto male e stilisticamente a sproposito, ma dotata di una musicalità che secondo me manca a molti suoi colleghi.
Il suo Amonasro alla Scala fu un disastro, ma annegò facilmente nel contesto del disastro collettivo.
Il suo Rigoletto al Met parte malissimo, ma acquista progressivamente credibilità e persino fascino