Cornell Mac Neil

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Re: Cornell Mac Neil

Messaggioda Tucidide » lun 29 giu 2009, 18:28

MatMarazzi ha scritto:Il problema, Tuc, è anche quello delle note.
London, bass-baritono, si sarebbe fatto schiacciare dai la acuti e dalla tessitura troppo alta per lui.
Sarà per questo che non ha mai cantato Jago? :)

Jago è stato cantato diverse volte da baritoni corti (Gobbi e Bruson) o addirittura da bass-baritoni (Morris e Raimondi). Che poi non siano esegeti ideali del ruolo per esigenze di vocalità è senz'altro vero.

Comunque secondo me Leiferkus si intende di leggerezze e Opéra-Comique quanto me ne intendo io... Io non stavo perlando di personalità, Tuc, nè di scelte espressive, ma di tecnica e vocalità.

Secondo me il suo Jago, da tanti vituperato, ha più di una freccia al proprio arco.

Sull'idea di Keenlyside, mi unisco ai complimenti a Maugham: penso potrebbe sortirne un personaggio interessante, molto "shakespeariano".
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Re: Cornell Mac Neil

Messaggioda pbagnoli » lun 29 giu 2009, 18:34

Tucidide ha scritto: Il fatto è che l'idea di uno Jago
demonio vestito da fighetto, con tanto di caschetto e sussurri falsettanti, con qualche sospetto qua e là di effiminatezza
non è stata mai o quasi praticata.
Forse, dico forse, Leiferkus con Domingo e Chung nell'incisione DGG.

Ci sarebbe anche Glossop della seconda incisione di Karajan.
E' stato vituperatissimo dalla critica italiana proprio per il suo modo di cantare: insomma, non ha quelle belle note rotonde, non abbatte il leggio con i suoi fa, eccetera.
Ma per me è fra i più grandi che abbiano inciso il ruolo: io lo trovo geniale in un sacco di intuizioni di fraseggio che magari saranno state studiate a tavolino con HvK, ma in fondo il disco esiste proprio per quello, o no?...
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Re: Cornell Mac Neil

Messaggioda Tucidide » lun 29 giu 2009, 19:06

pbagnoli ha scritto:
Tucidide ha scritto: Il fatto è che l'idea di uno Jago
demonio vestito da fighetto, con tanto di caschetto e sussurri falsettanti, con qualche sospetto qua e là di effiminatezza
non è stata mai o quasi praticata.
Forse, dico forse, Leiferkus con Domingo e Chung nell'incisione DGG.

Ci sarebbe anche Glossop della seconda incisione di Karajan.
E' stato vituperatissimo dalla critica italiana proprio per il suo modo di cantare: insomma, non ha quelle belle note rotonde, non abbatte il leggio con i suoi fa, eccetera.
Ma per me è fra i più grandi che abbiano inciso il ruolo: io lo trovo geniale in un sacco di intuizioni di fraseggio che magari saranno state studiate a tavolino con HvK, ma in fondo il disco esiste proprio per quello, o no?...

Sì, certamente, Glossop è notevolissimo. Però, se è vero che la sua interpretazione si distacca dagli Jago con la bava alla bocca, non mi sembra nemmeno il fighetto di cui parla Mat. :D
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Re: Cornell Mac Neil

Messaggioda pbagnoli » lun 29 giu 2009, 19:54

Beh, no, certo.
Per quel tipo di fichetto ce ne sono un bel po', in giro: Mattei, Michaels-Moore, il già citato Keenlyside e altri ancora.
Ma Glossop uscì in quel disco spiazzando un bel po' di appassionati che erano ancora attaccati all'idea di Protti. Un bel po' di anni fa parlavo con un appassionato che, giustappunto, si sdilinquiva parlando di Protti e mi diceva che non c'era mai stato uno Jago così; ho preferito nascondergli che già all'epoca non riuscivo quasi ad ascoltare altri che non fossero Glossop...
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Re: Cornell Mac Neil

Messaggioda MatMarazzi » mar 30 giu 2009, 0:04

In effetti, Bagnol, ha ragione Tuc.
Non è a un cantante come Glossop che pensavo: troppo legnoso e declamatorio lui pure (e infatti anche in Billy Budd è abbastanza straziante). Io pensavo a un cantante abituato alla leggerezza e al brio, ai suoni trasparenti e allusivi, molto francese.
Questo non toglie che tuttavia, da un punto di vista interpretativo, Glossop sia stato l'unico - come tu dici - a giocare la carta di un'allusività in apparenza arrendevole, giovanile e "mince". In questo senso non dispiace neppure a me.

Mi pare calzante invece la proposta Mattei, più calzante dello stesso Keenlyside (che però sarebbe più sfaccettato e complesso).
Escluderei il grande Michaels-Moore, prototipo di una rispettabilità sobria e virile (il miglior Ford che abbia mai visto a teatro, per ben due volte). Anche vocalmente è più duro e declamatore di quel che vorrei io.
credo abbia cantato Jago insieme a Cura allo Chatelet di Parigi.

Salutoni,
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Re: Cornell Mac Neil

Messaggioda vitus » mer 01 lug 2009, 22:44

bene. Vedo un bel po' di interventi. Mi incuriosisce la mancata occasione di ascoltare Mac Neil come Escamillo. Altra dolorosa rinuncia, ma in campo verdiano, il suo Ezio. Per me avremmo avuto un generale romano eccellente con tanto di si bemolle i chiusura di cabaletta, alla maniera di Cappuccilli e Milnes.
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Re: Cornell Mac Neil

Messaggioda MatMarazzi » mer 01 lug 2009, 22:59

vitus ha scritto:Altra dolorosa rinuncia, ma in campo verdiano, il suo Ezio. Per me avremmo avuto un generale romano eccellente con tanto di si bemolle i chiusura di cabaletta, alla maniera di Cappuccilli e Milnes.


Ma che tu sappia, esistono si bemolli di McNeal, anche se non in Attila?

Saluti,
Matteo

PS: in omaggio a McNeil vi ho messo nella sezione audio - purtroppo diviso in tre - il duetto del Macbeth dalle mitiche recite del metropolitan del 1960.
Mitiche anche per la presenza, per l'unica volta nella sua carriera, di Leonie Rysanek come Abigaille.

Ed è proprio lei, la Rysanek, che attira più l'attenzione, anche se Mc Neil è straordinario.
Va premesso che fu un azzardo - per una declamatrice come lei - osare un personaggio tanto vocalistico e improntato all'atletismo virtuoso del primo Verdi, azzardo forse dovuto al trionfale debutto al Met in Lady, l'anno prima.
E infatti si sente fin dalla prima nota che la Rysanek non parla la lingua giusta. Tecnicamente è un pesce fuor d'acqua. E' a disagio con le divisioni, gli intervalli, la linea...

Eppure questo ascolto a me pare elettrizzante, provare per credere. La Rysanek è sempre la Rysanek.
Impeto vocale alla baionetta, acuti da far tremare i lampadari e intuizioni espressive originalissime (da incorniciare da "un'altra figlia...." sussurrato a fior di labbra, quasi sovrappensiero, o la "erre" tellurica di "prigionier", sbalzato sul ritmo, prima di avventarsi come un'erinni su "di una schiava!").
Ma soprattutto questa Abigaille sfodera una cosa che manca spesso alle interpreti, pomposamente atteggiate a soprani drammatici.
Sfodera la gioventù, la bellezza, la carnalità del personaggio, che avvampa felina e passionale.
La Rysanek (che nello stesso anno inaugurava la Scala come Desdemona dalla bellezza lumiosa e biondissima) è un'Abigaille che esplode di freschezza guerriera e femminilità.

Salutoni,
Mat
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Re: Cornell Mac Neil

Messaggioda VGobbi » mer 01 lug 2009, 23:49

Sono talmente incuriosito di ascoltare questo duetto, ma credo che vi siano problemi di audio. Sicuro Marazzi che li hai caricati giusti?

Grazie mille!
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Cornell Mac Neil

Messaggioda Luca » gio 02 lug 2009, 0:01

Anche io non li riesco a captare e sono curioso più per Mc Neil che per la Rysanek: non è una delle mie cantanti predilette, non la conosco in Abigaille, ma in Lady sì e non mi piace assolutamente.

Saluti, Luca.
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Re: Cornell Mac Neil

Messaggioda MatMarazzi » gio 02 lug 2009, 11:32

VGobbi ha scritto:Sono talmente incuriosito di ascoltare questo duetto, ma credo che vi siano problemi di audio. Sicuro Marazzi che li hai caricati giusti?

Grazie mille!


Avete ragione... non capisco perché. Si tratta di normalissimi mp3.
Cercherò di capire che è successo.

Saluti,
Mat
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Re: Cornell Mac Neil

Messaggioda MatMarazzi » gio 02 lug 2009, 17:50

Provate ora, il problema dovrebbe essere risolto.

Salutoni,
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Re: Cornell Mac Neil

Messaggioda Tucidide » gio 02 lug 2009, 18:07

MatMarazzi ha scritto:Provate ora, il problema dovrebbe essere risolto.

Salutoni,
Mat

Grazie, ascolterò senz'altro. :)
Una domanda provocatoria (come fareste senza di me? :mrgreen: )
Tu, Matteo, dici che la Rysanek nel primo Verdi è un pesce fuor d'acqua da un punto di vista tecnico, in quanto spostata sul versante delle declamatrici. Però, riconosci che la sua Abigaille alla fine della fiera è convincente, anzi addirittura elettrizzante. Dunque, una declamatrice in panni vocalistici può comunque fare la sua figura.
Ti vengono in mente esempi opposti, ossia di vocalisti che si sono fatti onore in ruoli declamatorî? Mi pare che, ad esempio, la Sutherland wagneriana non ti avesse convinto, così come alcune celebri cantanti italiane alle prese con il ruolo della Contessa della Dama di Picche - Olivero e Pederzini.
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Re: Cornell Mac Neil

Messaggioda vitus » gio 02 lug 2009, 21:10

MatMarazzi ha scritto:

Ma che tu sappia, esistono si bemolli di McNeal, anche se non in Attila?


In un libro ho letto di un si bemolle emesso nella cabaletta di Gusmano (Alzira, Roma 1967). Non faccio fatica a crederci... Ciao.
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Re: Cornell Mac Neil

Messaggioda MatMarazzi » gio 02 lug 2009, 21:55

Tucidide ha scritto:Ti vengono in mente esempi opposti, ossia di vocalisti che si sono fatti onore in ruoli declamatorî? Mi pare che, ad esempio, la Sutherland wagneriana non ti avesse convinto, così come alcune celebri cantanti italiane alle prese con il ruolo della Contessa della Dama di Picche - Olivero e Pederzini.


Caro Tuc,
Ti rispondo insieme a Maugham che è passato a trovarmi.
Io direi sicuramente la Caballé in Salome (anche se è un ruolo con molti appigli per una vocalista). A me pare che sfrutti il suo vocalismo immacolato per far passare un'immagine inedita del personaggio, quasi smaterializzandolo in nebbie lunari.
Maugham non è d'accordo: secondo lui (cito testualmente) "questi appigli vocalistici la Caballé ...li piglia con tanta insistenza da snaturare il ruolo".

In compenso io e Maugham siamo d'accordo sul nome di Christa Ludwig, che - pur essendo in grado di imitare le declamatrici e fingere di essero a sua volta - restava fondamentalmente un vocalista. L'esempio ovviamente è la sua Waltraute, la sua Ortrud, la sua moglie di Barak e la sua (per noi inarrivabile) Judith, tutti ruoli iperdeclamatori che lei risolveva con maestoso e talvolta languido vocalismo.

Maugham cita la Dominguez nel suo Wagner (la sua Erda con Karajan). Io replico sfoderando il Lohengrin di Pertile, che pur non convincendomi del tutto e risultando oggi penosamente datato, aveva ai suoi anni le sue validissime ragioni poetiche e musicali.
Sempre a proposito di Wagner vocalistico, mi ricollego al mio vecchio articolo sulle prime Isolde di Bayreuth, in cui sottolineavo l'intuizione Cosimaniana (contro la stessa volontà del marito) di affidare a pure e tradizionalissime vocaliste il personaggio di Bruennhilde (e pensare che c'è ancora qualche disutile e ingenuo che replica la fantasia che Cosima abbia indirizzato al declamto la musica di Wagner: i fatti e la storia ci dicono che Wagner scritturò la Materna per Bruennhilde, mentre Cosima chiamò la Lehmann e la Gulbranson) :)

Un altro caso impressionante (penso che saremo tutti d'accordo) è quello della Sutherland in Turandot; è vero che il ruolo ha debiti molto pesanti nei confronti della tradizione belcantistica, ma è anche vero che fu pensato per la Jeritza e che le declamatrici vi si trovano in genere a loro agio.
La Sutherland giocò le sue carte e vinse stupendamente la partita.

é che ora sono preso un po' alla sprovvista, ma di casi come questi se ne possono rintracciare ancora.

NOn di meno, Tuc, io penso che in un determinato repertorio siano favoriti quegli interpreti che ne dominano il respiro interno.
Poi, è chiaro, si può cantare Summertime e Memory con tecnica melodrammatica, o Wagner con tecnica belcantista, o Verdi con tecnica declamatoria...
Si può anche, da canzonettisti, cantare Puccini (come, ahimè, fecero la Streisand, Al Bano, Mina...)
In certi casi - non esistono verità nel mondo dell'arte - si può anche risultare bravi, convincenti; non lo escludo. Tutto è possibile
Dico solo che è molto più difficile...

Un grande attore madrelingua tedesco potrà anche venire in Italia e recitare perfettamente in Italiano, senza che noi ci accorgiamo delle sue origini linguistiche, giocando con tutte le sfumature, i ritmi e i sapori della nostra lingua.
E' possibile, ma difficile...
In genere è meglio che un tedesco reciti in tedesco e un italiano in italiano... No?
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Re: Cornell Mac Neil

Messaggioda MatMarazzi » gio 02 lug 2009, 22:18

vitus ha scritto:In un libro ho letto di un si bemolle emesso nella cabaletta di Gusmano (Alzira, Roma 1967). Non faccio fatica a crederci... Ciao.


L'edizione con la Zeani?
Sono anni che vorrei metterci le mani sopra... purtroppo non l'ho mai sentita. Verifico se c'è in Operashare.

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