Tito Gobbi

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Ma vale solo per alcuni?

Messaggioda VGobbi » sab 26 mag 2007, 21:04

pbagnoli ha scritto:In realtà mi faceva piacere proporre una discussione su questa cantante che, dalle nostre parti, è sempre molto bistrattata.

E Gobbi? Assai bistrattato in Italia e pure su questo forum. Non sarebbe il caso di rivalutare anche lui, o bisogna solo prendere in considerazione solo quelli di tuo gradimento?

pbagnoli ha scritto:Io non ho sicuramente una passione paragonabile alla tua in merito, ma mi fa piacere mettere in discussione argomenti che troppo spesso diamo per scontati.

Appunto!!!

pbagnoli ha scritto:Poi, lo sai, su questo sito abbiamo deciso di rivalutare qualche opinione corrente in un'ottica che esca dai campanilismi nostrani ...

Artista preferito dalla Callas, che di teatro ne capiva, ed idolatrato a Londra e Chicago, che di teatro ne capivano. Il campanilismo lo vedo solo in Italia per un ostruzionismo che mi riesce difficile da accettare.

Queste mie piccolissime e spero non fastidiose considerazioni, utilizzando alcuni passi comparsi sull'argomento dedicato alla Baltsa, le ho preferite riportarle aprendo un nuovo thread.

Forse potrebbe essere un altro tentativo per capire dove vuole arrivare Operadisc ed a cosa mira.
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Messaggioda pbagnoli » dom 27 mag 2007, 16:19

No.
Non vale solo per alcuni particolarmente simpatici, mentre quelli antipatici vengono cassati d'émblèe.
Il problema - te l'ho già detto, ma lo ribadisco - è cosa andiamo a cercare, chi ce lo può offrire e in che modo.

Come avrai capito, di quello che dicono gli altri qui, in questo contesto, ci importa sino ad un certo punto. Qui cerchiamo di superare le passioni personali per arrivare ad ottenere un plusvalore: qualcosa che vada oltre il campanilismo (e campanilismo è anche quello del fan per il proprio/a divo/a del cuore) per portare a criteri guida di massima.
Ambizione eccessiva? Può darsi, ma è sempre meglio porsi obbiettivi ambiziosi piuttosto che navigare a vista.

Tu dici: era idolatrato a Londra e Chicago. Sì, certo: era.
Sono passati un bel po' di anni.
Perché era idolatrato? Semplice: perché era un animale da palcoscenico che, nei ruoli in cui si trovava a proprio agio, riusciva a dire cose interessanti che facevano passare in secondo piano gli atroci problemi vocali; che c'erano, Vittorio, non possiamo nascondercelo; e se in questo sito siamo particolarmente tolleranti con i problemi vocali se siamo in presenza di plusvalenze che superano la mera cifra vocale, non possiamo tuttavia far finta di niente di fronte alle stonature terrificanti al di sopra del la, alle stimbrature, al colore sempre bieco, arrotato fra i denti, come per farti vedere che "più cattivo di me non c'è nessuno".
Certo, poterlo vedere sarebbe stato un altro paio di maniche; abbiamo però il video del II° atto di Tosca!
Ora, siamo onesti: è un video veramente indispensabile?
Getta una luce nuova sull'interpretazione di Scarpia?
Ci porta a comprendere quella che qualcuno (forse tu stesso) definiva in altro thread la "nobiltà di Scarpia" (ma non è vero: il siciliano Vitellio Scarpia è un parvenu cui viene affidata la reggenza della polizia segreta romana)?
Nossignori: è la documentazione video della Tosca della Callas!

E veniamo al nocciolo del problema da te sollevato: la severità vale solo per alcuni?
No, Vittorio: vale per tutti.
Il problema è capire i rispettivi contributi nell'ottica della sopravvivenza di quest'arte.
Parliamo della sola Italia, evitando per il momento riferimenti ad esperienze estere (che pure avrebbero una logica, visto che - come dici tu - Gobbi fu amato anche all'estero): Gobbi fu l'epigono di un modo di intendere la corda baritonale che partiva da lontano e che aveva prodotto risultati importanti: se ricordi, altrove avevo citato per esempio Amato e Ruffo e altri ancora. Purtroppo per lui, non aveva sicuramente le caratteristiche vocali dei suoi predecessori. Non aveva nemmeno, ahilui, le caratteristiche del grand-seigneur alla Battistini, quelle che poi avrebbero prodotto i Tagliabue e Bruson.
Era, insomma, un cantante abbastanza atipico, dotato di una buona teatralità (dicunt) che permetteva allo spettatore di perdonargli le mende vocali; era anche un discreto sperimentatore: fece Wozzeck, per esempio.
Ci basta, questo, per metterlo sul piedestallo della Storia? A mio giudizio, no.

Tu dici della Baltsa, e potresti avere qualche ragione da vendere.
Però:
- la Baltsa è stata sicuramente cantante molto più moderna nella fonazione, il che le ha garantito - e tuttora le garantisce - un successo duraturo ovunque fuorché in Italia (e non solo a Londra o Chicago)
- il suo repertorio si è modificato nel corso del tempo, accompagnando l'evoluzione della cantante
- non è che la scuola italiana e il modo italiano di intendere il canto siano le uniche prospettive vincenti nell'ambito dell'opera

Ecco, Vittorio: queste sono risposte ragionevoli a quello che evidentemente anche per te è un problema (altrimenti non lo riproporresti con tanta angosciante frequenza).
Possiamo vedere se ci sono altri che hanno risposte più interessanti della mia; poi, però, considererei chiuso l'argomento Gobbi e mi dedicherei decisamente ad altri cantanti...
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Messaggioda VGobbi » dom 27 mag 2007, 22:10

La tua risposta la conosco. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano gli altri. :twisted:
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Messaggioda pbagnoli » lun 28 mag 2007, 5:42

Be', tu però intanto l'hai chiesta a me. E credo che sia una risposta assolutamente ragionevole, no?
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Messaggioda MatMarazzi » lun 28 mag 2007, 11:59

VGobbi ha scritto:La tua risposta la conosco. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano gli altri. :twisted:


sono d'accordo con te.
Anche su Gobbi non si può tirar via; è un cantante di rilievo storico.
Ed è giusto riflettere anche su di lui.
Personalmente non ho in grande simpatia molte delle sue interpretazioni, per una ragione molto semplice.
Non amo le soluzioni facili.

Mi piacciono gli interpreti che si interrogano sui personaggi, e non si limitano a etichettarli.
Jago e Scarpia (per citare due personaggi nei quali Gobbi era illustre ma in cui a me non piace) mi paiono - nell'interpretazione del nostro - due monumenti all'esteriorità e all'effettismo.
Sembrano cattivi dei cartoni animati (hai presente Brutus di Popeye?).
Ringhiano... sogghignano... ammiccano come dire: "senti quanto sono cattivo? hai mai conosciuto uno più cattivo di me?"
Non c'è più dimensione psicologica, contestualizzazione, riflessione: tutto è estremizzato in una serie di effetti esteriori, facili facili, troppo facili.

Mi colpì molto quello che disse Martha Moedl in una delle sue ultime interviste, quando le chiesero se si sentiva a suo agio nei ruoli da "cattiva".
Lei rispose che non si sentiva a sua agio finché (a forza di pensarci sopra e di tentare di calarsi nella situazione) non arrivava a convincersi che in fondo anche lei - in quel contesto - avrebbe fatto le stesse cose e in perfetta convinzione che fosse giusto farle.
Se ci si fermasse un po' di più a riflettere sul perché Jago e Scarpia agiscono così, potrebbero venire fuori tante cose interessanti: ogni interprete troverebbe la sua ragione e i personaggi acquisirebbero tanti elementi di novità e interesse.
Certo... è più facile mettersi un naso gobbo (i cattivi hanno per forza il naso gobbo!) e digrignare i denti.

Esclusi i ruoli "cattivi", Gobbi potrebbe apparirmi più interessante nei ruoli "ambigui", quelli che nemmeno lui etichetta.
Ad esempio Michele del Tabarro, Jack Rance, Wozzeck, Rigoletto, Macbeth.
Qui c'è anche tanta umanità, ne convengo.

Alle volte però Gobbi tende ugualmente a strafare: e ricasca nella sua smania della sottolineatura guitta e prevedibile; è un guaio quando qualcuno si sente un "grande attore neorealista". Si concentrerà più su se stesso e sull'effetto che producono certe zampate, che sul personaggio.

Sono pochi i personaggi nei queli dico: "si, Gobbi mi piace".
Solo quelli in cui le radici un po' plebee del suo canto e del suo modo di essere si sposano alla ruvidità carismatica del ruolo.
Ad esempio Boccanegra. Anche il già citato Michele. In fondo persino Gianni Schicchi e Falstaff.
L'ideale sarebbe stato sentirlo come Principe Kovanchi o Principe Igor.
E, perché no?, come Varlaam.

Salutoni,
Matteo
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