Leo Nucci

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Re: Leo Nucci

Messaggioda MatMarazzi » mar 19 giu 2012, 12:20

VGobbi ha scritto:Questa affermazione mi spiazza non poco ... potresti essere piu' esaustivo, come di solito sai fare? :mrgreen:
Galeffi, Tagliabue, Mc Neil, Bruson ... non mi pare che siano dei "declamatori a voci spiegata" ... anzi! Dei grandi vocalisti, che piu' di altri, hanno esaltato la vocalita' verdiana ... fermo restando che non era, non e' e non sara' l'unica via interpretativa per affrontare Verdi.


Forse sono stato un po' "veloce" perché era un argomento che avevamo già a lungo trattato: la vicenda interpretativa del baritono verdiano lungo il '900.
Provo a sintetizzare.
In pratica nel '900 per il baritono verdiano sono state battute tutte le strade:
- la più antica: quella del baritono vocalista (da Battistini fino a Bruson, passando per gli americani Tibbett, Warren, Mc Neal, o i tedeschi come Schlussnus),
- la più recente, del baritono "colorista" (inaugurata da Fischer Dieskau dopo la guerra e oggi proseguita da Hampson & C)
- la più larghissimamente diffusa fin dai primi del 900 e ancora oggi la più praticata, quella del baritono "declamatore" (e qui non saprei nemmeno chi citare, tanto sono numerosi gli esempi: gli Italiani da Ruffo a Cappuccilli, passando per Gobbi e Bastianini; il "Baryton Verdi" dei Francesi; i declamatori tedeschi, americani, inlgesi; i baritoni russi... anche oggi i Lucic, i Gagnidze, gli Hendrics, i Tezier, i Dobber, tutti declamatori sono).

In base ai miei gusti, i più lontani dal mio modello verdiano sono i declamatori, benché siano i più richiesti in tutto il mondo da almeno un secolo.
I vocalisti - meno numerosi e non sempre capiti nemmeno dal pubblico - mi sembrano i più vicini alla scrittura, ma il loro canto mi pare troppo aulicizzante per il pubblico odierno e spesso drammaturgicamente fuorviante.
I coloristi, gli eredi di Fischer Dieskau, sono quelli che secondo me possono consegnarci i personaggi migliori, specialmente oggi.
Però la loro avanzata in Verdi è ancora cauta: non tutti ne accettano le sonorità innovative.

Questi sono i miei gusti; per la maggioranza del pubblico, invece, il vero "baritono verdiano" è quello declamatorio, non fosse altro che perché lo si è sentito più spesso.
Questo spiega, secondo me, perché Nucci - pur non essendo eccellente cantante, nè eccellente attore, nè disponendo di un timbro di bellezza particolare - goda di tanti favori. Perchè il suo è il tipo di declamato che moltissimi associano ai baritoni di Verdi.

Io almeno la vedo così.
Salutoni,
Mat
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Re: Leo Nucci

Messaggioda Triboulet » mar 19 giu 2012, 16:35

Posso svelare che sto (umilmente) preparando una recensione del Macbeth di Fischer Dieskau? A me pare la sua prova migliore in campo verdiano (meglio, molto meglio, di Rigoletto), un'edizione sì incompleta (vedi la Souliotis non proprio esaltante) ma comunque soddisfacentisima... chissà perchè non si cita mai, anzi io la ritengo la migliore edizione su disco tra quelle in studio! A confronto la patinatissima coppia Cappuccilli-Abbado mi appare di una pesantezza mortale. Nucci-Chailly non andiamo molto più lontano. Nucci è un sopravvissuto, una voce "antica" di quelle che ti fa dire "aaah ecco, baritoni italiani così non esistono più, quanto cuore, quanta passione, quanta verve"... quanta scena! : Chessygrin :
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Re: Leo Nucci

Messaggioda VGobbi » mer 20 giu 2012, 14:30

Grazie Mat per la risposta e scusami se ogni tanto obbligo a ritornare su certi argomenti, anche se gia' sviscerati. :oops:
Nemmeno noi siamo d'accordo con il gobbo, ma il gobbo è essenziale! Guai se non ci fosse!
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Re: Leo Nucci

Messaggioda Rodrigo » sab 23 giu 2012, 14:28

MatMarazzi ha scritto:
per la maggioranza del pubblico, invece, il vero "baritono verdiano" è quello declamatorio, non fosse altro che perché lo si è sentito più spesso.
Questo spiega, secondo me, perché Nucci - pur non essendo eccellente cantante, nè eccellente attore, nè disponendo di un timbro di bellezza particolare - goda di tanti favori. Perchè il suo è il tipo di declamato che moltissimi associano ai baritoni di Verdi.

Io almeno la vedo così.
Salutoni,
Mat


Il ragionamento non fa una grinza eppure, a mio avviso, non spiega tutto. In altri termini: i difetti che sono stati sin qui enumerati (voce non particolamente privilegiata, interprete talvolta stereotipato, vocalità censurabile) ci sono ma... se ci fossero solo quelli il favore del pubblico a teatro (e, aggiungo, una rispettabilissima discografia) resterebbero un mistero.
Ritengo che Nucci aveva (e in parte ha ancora) anche diverse qualità. Anzitutto - e mi sento di dissentire da Mat - è un attore quantomento spigliato (soprattutto rispetto a tanti colleghi della sue generazione, facciamo un po' di sano relativismo). Potremmo giustamente discutere sulla modernità della sua recitazione o sul fatto che un po' troppo spesso sia "caricata", ma mi sembra che nei suoi ruoli-feticcio (Figaro e Rigoletto) conservi una sua efficacia. E del resto si tratta di un "proletario" e di un "guitto", mica di aristocratici gentiluomini e dunque non è detto che debbano muoversi con la compitezza che ci si aspetta in un salotto da alta società.
Sugli aspetti vocali - fermi restando i limiti sopra tratteggiati - non si può negare una notevole efficacia nel reggere tessiture acute (quali appunto quelle di Figaro e di Rigoletto). Sia pure all'interno di un'organizzazione vocale "declamatoria", Nucci sembra un po' la reincarnazione delle origini del baritono: un tenore che "si assesta" un po' più in basso. :D Scherzi a parte a me ha sempre colpito la sicurezza di questo baritono nel lanciare spavaldo acuti dove altri sono "prudenti".
Andrei un po' cauto sulla "superficialità" di Nucci-interprete. Premesso che come Rigoletto gli preferisco Bruson (soprattutto quello diretto da Muti nello spettacolo scaligero con Alagna e la Rost), il suo buffone ha una sua esuberanza tragica e patetica che colpisce. A quesot proposito un corista del Comunale di Bologna mi raccontava la sua meraviglia nel notare che ad ogni recita Nucci dava un tono diverso all'entrata di Rigoletto nel II atto (La ra la... povero Rigoletto).
Saluti.
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Re: Leo Nucci

Messaggioda pbagnoli » sab 23 giu 2012, 16:19

Esistono cantanti che riescono a creare un feeling particolare con il pubblico.
Il feeling evidentemente non è unflusso unidirezionale, come quello che si può creare fra l'Artista eccezionalmente dotato--> il pubblico.
Mi sembra molto più interessante per le implicazioni quello bidirezionale che si può creare fra un Artista magari meno outstanding e il pubblico: in questo caso particolare, secondo me, si creano interazioni di immedesimazione molto interessanti con gli spettatori che vedono l'Artista come uno di loro. Se poi l'Artista ci sta; se gioca in modo adeguato con i propri limiti in modo da trasformarli in pregi; allora può puntare su un'immedesimazione "di pelle" che funziona molto bene e che paga dividendi talvolta anche superiori al tradizionale rapporto verticale Artista-->pubblico.
Nella fattispecie, il vecchio Leo ha sempre avuto la capacità di tenere in mano il proprio pubblico. Non può contare su particolari doti timbriche o su virtù di fine dicitore; e allora se la gioca su altri fronti, esaltando magari gli aspetti grotteschi dei suoi personaggi sino a renderli umani, troppo umani.
Il limite di un'operazione del genere è evidentemente stilistico: i suoi personaggi si assomigliano un po' tutti. Il pregio maggiore è invece il fatto che persino lo Scarpia di un cantante del genere può diventare più simpatico di quanto ci si aspetterebbe.
Ricordo il suo Germont della famosa Traviata di Solti che lanciò la Gheorghiu: faticai a non ridere!
Il solito sopracciglio alzato; i buffi vestiti e la bombetta (addirittura!); persino la sberla a quel bietolone di Alfredo (Frank Lopardo): riguardatevelo, e ditemi se non vi ricorda l'omino perennemente incazzato coi baffoni dei film di Stanlio e Ollio!
Certo, una visione del genere punterà sempre maggiormente (e talora esclusivamente) sul lato grottesco di un personaggio; ma se si sta al gioco, una visione del genere può anche avere una sua dignità da non sottovalutare. E' lo stesso punto di vista di Alberto Sordi, che ha dato uno spaccato importante dell'Italia media che fu, ma che all'occorrenza (vedi, per esempio, la prova offerta in Un borghese piccolo piccolo) seppe dimostrarsi anche un eccellente attore drammatico
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
(Arturo Toscanini, ai musicisti della NBC Orchestra)
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Re: Leo Nucci

Messaggioda Enrico » sab 23 giu 2012, 17:26

pbagnoli ha scritto:ditemi se non vi ricorda l'omino perennemente incazzato coi baffoni dei film di Stanlio e Ollio!


L'omino coi baffoni si chiamava James Finlayson.
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