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Se non mi sono spiegato bene, dimmelo.
Riccardo ha scritto:Ho come l'impressione che queste parti, anche quelle Varesi, non siano poi così scritte per concedere tutto questo lavorio che prescinde dal puro melodismo... Tutto il bene che trovi tu in Keenlyside alle mie orecchie si scontra poi con una continua insofferenza per la linea melodica, con momenti di imbarazzo nelle corone, nella retorica insistente delle armonie cadenzali...
Eppure mi sento di aggiungere che il brano di Macbeth (l'unico che ho trovato su Youtube) è quello in cui qualsiasi colorista si trova più a disagio.
L'aria solistica!
Cos'altro c'è in quest'aria se non la melodia a cui la "parola drammatica" soccombe?
E cosa è più ribelle all'emissione di un colorista se non la gestione della melodia vocalistica-ottocentesca?
E' vero che - su questo fronte - Keenlyiside è particolarmente grave anche come colorista (molto peggio di Fischer Dieskau e - ha ragione Roberto - anche un po' peggio di Hampson).
Eppure vorrei chiedervi... quanto peso ha la pura e semplice melodia nell'intero contesto di un Macbeth e un Rigoletto?
E' veramente prioritaria rispetto al vastissimo, stupefacente spazio concesso da Verdi (nel resto dell'opera) alla parola drammatica?
L'intero ultimo atto del Rigoletto di Keenlyside a Cardiff è stato una rivelazione talmente straordinaria da star male, da "E l'ami?" (sublime) fino a tutto il duetto finale.
Mai avevo sentito un interprete più esplosivo, fantasioso e struggente di Keenlyside nell'esaltare quella musica (pezzi chiusi compresi) in cui la parola domina e dall'alto la melodia.
Magari avessi potuto farvi sentire qualsiasi altra cosa invece del "pietà, rispetto, amore", o magari confrontare il "Fatal mia donna" di Keenlyside con quello maccheronico e impacciato dei Macbeth tradizionali.
Venendo al dottorCajus
Forse il tempo differente rende più fluida l'esecuzione di Hampson che, comunque, mi è parso decisamente superiore.
Su questo devo darti ragione. Hampson la vince su Keenlyside in questo brano.
Il fatto è che per me nei ruoli Varesi (persino Macbeth che Hampson realizza magnificamente bene) il baritono americano è troppo schiavo del suo autocompiacimento divistico.
E se c'è una cosa di cui i ruoli Varesi non hanno bisogno (almeno per me) è il giogionismo.
Non sono ruoli Ronconi, per intenderci. Sono personaggi di sublime lirismo, elegia sfiorita, sofferenza, solitudine.
Keenlyside è su un altro mondo da questo punto di vista. E' un interprete di sensibilità inaudita, fragilità, profondità, quasi pudore.
Ecco perchè lo gradisco di più anche quando - evidentissimamente - è al di sotto in termini vocali.
Proprio il caso di Germont la dice lunga.
mentre non penso possa nascondere niente di interessante il personaggio di Germont, un monolito troppo convenzionale nei suoi sentimenti per trovarvi qualcosa di particolare
Eppure io credo che se avessi sentito il Germont di Keenlyside a Monaco non la penseresti così.
Il suo Germont diviene una figura struggente e poetica, un padre giovane e triste, non più incombente e censorio, e nemmeno cinico, altezzoso e seducente (come Hampson) ma quasi fragile, vulnerabile, malinconico, come un ragazzo ingrigito in cui ancora nitido è il ricordo della gioventù e dell'intensità di un amore infelice.
A parte tutte le critiche che gli muovete a livello tecnico-vocale (critiche che, ahimé, condivido) per me solo Keenlyside ha finalmente individuato la strada "poetica" per rivelarci il mondo nascosto dei ruoli Varesi.
Salutoni,
Mat