Francesco Cigada

Moderatori: DocFlipperino, DottorMalatesta, Maugham

Francesco Cigada

Messaggioda Tucidide » mar 13 apr 2010, 22:06

Conoscevo questo baritono per l'incisione famosa dei Pagliacci, quella supervisionata da Leoncavallo stesso con il Canio di Antonio Paoli.
Quasi per caso ho scoperto questa incisione su YT, e devo dire che il canto di Cigada alle prese con l'alta tessitura e le morbide linee di re Carlo mi ha molto favorevolmente impressionato.



In particolare, mi piace il gusto per la leggerezza dell'emissione, che consente anche abbellimenti inusitati (su "gioia e vita") e conferisce un'idea di nobiltà notevole. In assoluto la prassi esecutiva dei cantanti di inizio XX secolo non mi convince sempre (cioè la percepisco talvolta un tantino aliena al mio gusto), ma ho un debole per i baritoni "vecchia scuola" alle prese con i personaggi "nobili".
Non rinuncerei mai ad un Terfel Don Giovanni, ad un Hvorostovskij Onegin, ad un Hampson Macbeth, ma per ruoli come Carlo, il baritono grand seigneur continua a sembrarmi la soluzione interpretativa più convincente.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
Avatar utente
Tucidide
 
Messaggi: 1699
Iscritto il: mar 02 ott 2007, 1:01
Località: Faenza

Re: Francesco Cigada

Messaggioda MatMarazzi » ven 16 apr 2010, 22:28

Tucidide ha scritto:ho un debole per i baritoni "vecchia scuola" alle prese con i personaggi "nobili".
Non rinuncerei mai ad un Terfel Don Giovanni, ad un Hvorostovskij Onegin, ad un Hampson Macbeth, ma per ruoli come Carlo, il baritono grand seigneur continua a sembrarmi la soluzione interpretativa più convincente.


Premetto che fai bene ad avere un debole per gli antichi baritoni "Grand Seigneur", che però sono ormai una memoria lontanissima di un passato che non c'è più. Se affermi che non hai ancora trovato un'alternativa valida a certi ruoli "aristocratici" verdiani, ti posso dare volentieri ragione.
Ma se dici che il loro modello (per quanto insuperato) sia oggi applicabile a tali personaggi, allora non mi trovo più altrettanto consenziente.

Il baritono "nobile" di matrice battistiniana non ha ai giorni d'oggi più nulla da dire.
E persino i grandi baritoni verdiani del dopoguerra (da Warren a Bruson) si sono ultimamente fatti fregare le parti più tipiche del repertorio verdiano dai baritoni coloristi (gli Hampson appunto, ma anche i keenlyside, gli Schovus)
Una ragione ci sarà...
Proprio Hampson, che tu citi come grande Macbeth (eppure anche Macbeth un tempo era considerato ruolo da Grands Seigneurs: lo cantava Battistini, non Ruffo), ha cantato di recente al Met un elettrizzante Carlo V dell'Ernani.
La vocalità, è ovvio, non è quella giusta (quindi nemmeno io direi che si può considerare, in assoluto, la risposta moderna a questo tipo di personaggi) eppure lo preferisco mille volte a qualsiasi Carlo di un Bruson (il più recente erede dei Grands Signeurs) che in questa parte risulta inerte, incoerente, piedistalloso e fondamentalmente inutile.
Almeno con Hampson e il suo canto moderno e colorato vengono fuori dimensioni del personaggio vive e brillanti (ad esempio il fatto che non è affatto un modello di nobiltà e splendore, bensì un simpatico cialtrone, un giovinastro viziato che abusa del suo potere per insolentire i vassalli e spassarsela con le loro mogli (e che prende coscenza di chi è e di cosa il mondo si aspetta da lui, solo quando si accorge che stanno per farlo fuori).

Ricapitolando è vero che oggi manca la chiave giusta per questi personaggi (chiave che ai loro tempi avevano trovato i "segneurs" protonovecenteschi); ma che il modello di questi ultimi potrebbe essere valido ancora oggi non direi.

Salutoni
Mat
Avatar utente
MatMarazzi
 
Messaggi: 3182
Iscritto il: gio 05 apr 2007, 12:34
Località: Ferrara

Re: Francesco Cigada

Messaggioda Tucidide » sab 17 apr 2010, 7:24

MatMarazzi ha scritto:Il baritono "nobile" di matrice battistiniana non ha ai giorni d'oggi più nulla da dire.
E persino i grandi baritoni verdiani del dopoguerra (da Warren a Bruson) si sono ultimamente fatti fregare le parti più tipiche del repertorio verdiano dai baritoni coloristi (gli Hampson appunto, ma anche i keenlyside, gli Schovus)
Una ragione ci sarà...

Il baritono seigneur verdiano però dovrebbe avere un tipo di voce molto diverso da quello di Bruson.
Hai ragione quando dici che lui non ti sembra un Carlo azzeccato, ma secondo me ciò anche dovuto al fatto che non aveva l'estensione tenoreggiante e la facilità in acuto. Può sembrare un discorso prettamente vociologico, ma per me non lo è. Bruson ha una bellissima voce e una grande nobiltà nel legato, ma quando la tessitura si alza, cominciano i dolori, le note stimbrate, dure, la fatica a smorzare e cantare dolce. E questo gli preclude la piena realizzazione di questo ruolo.
Nel duetto con Elvira dell'Ernani, le frasi "bella come un primo amore"; "tuo fu il palpito"; "esser tu déi" suonano faticose, e anche se non hanno l'inflessione "veristeggiante" di un Bastianini o Sereni, sono comunque molto diverse da come le immagino io (e le realizzano i baritoni acuti). Warren è invece molto più in regola con i mezzi vocali. A me piace molto.
Su una cosa ti do ragione: la rivisitazione "umanizzante" da parte di un certo tipo di baritoni (come Hampson) ha una sua indubbia efficacia. Se ben realizzata, può far ottenere buoni risultati.
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
Avatar utente
Tucidide
 
Messaggi: 1699
Iscritto il: mar 02 ott 2007, 1:01
Località: Faenza


Torna a BARITONI, BASSI

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 6 ospiti

cron