Non conoscevo assolutamente questa cantante (a proposito, com'è?), ma la storia della sua carriera che ci racconti è interessante.
Di solito si dice che se un cantante ha la fortuna di incidere per una grande multinazionale del disco, ha la certezza di non passare obliato, quali che siano i meriti artistici. Invece questa signora dimostra che anche una fortuna discografica non disprezzabile (3 dischi con una casa come la EMI ) non garantisce davvero la sopravvivenza della memoria.
Allora davvero, dico io, c'è un merito reale, che non guarda al successo momentaneo e nemmeno alla discografia, ma che fa sì che a distanza di anni si mantenga vivo il ricordo, o lo spegne inesorabilmente.
Penso anche a Sylvia Mc Nair. Qualche anno fa era onnipresente nelle incisioni Philips, vinse due Grammy, poi si è dedicata ad altro repertorio. Ma intanto noi, poco più di dieci anni dopo, quasi ce la siamo dimenticata...
La Gencer, invece, è sempiterna, con i suoi live precari e la sua discografia ufficiale nulla.
Per questo mi sembrano talvolta privi di senso i lai di chi lamenta la fortuna discografica eccessiva del divo di turno, tirando come sempre in ballo il buon vecchio passato, "quando queste cose non succedevano". Come no...? Succedevano eccome...
"Caro lei, quando c'era Lui..."