Leggendo il tuo backstage, ho trovato che riporti alcuni giudizi della Nilsson sui suoi colleghi direttori...Quando scrivi che lei riteneva bravi "I grandi vecchi", tra questi immagino rientrassero quelli di moltissimi anni addietro come Furtwangler, Walter, klemperer... e non quelli della generazione successiva come Bernstein o Solti ( almeno di quest'ultimo avrà un'opinion positiva
?)...giusto?
Vedi, è un discorso più generale.
Se monti su un palcoscenico devi avere un ego discretamente sviluppato.
Se poi diventi una superstar allora questo ego diventa sproporzionato.
Se poi diventi una vecchia superstar ricchissima, circondata da fan osannanti, invitata a tenere corsi, con registrazioni che ancora tengono il mercato allora l'ego diventa disumano.
O hai dalla tua una cultura (non solo musicale), un'intelligenza, uno spirito critico, una maturità fuori dal comune oppure rischi la caricatura.
La Nilsson non fa eccezione.
Quella che traspare da queste memorie intendo.
Per lei l'opera in generale era un concerto per voce solista. La sua.
I giudizi sui direttori quindi sono divertenti per gli aneddoti (una lettura piacevole) ma non vanno assolutamente presi come moneta sonante.
Per lei il direttore era sostanzialmente un musicista al servizio del cantante. Che doveva aiutarlo nei momenti di difficoltà tipo vuoti di memoria o entrate sbagliate. Punto e basta.
Un allenatore.
Di Solti esalta le straordinarie qualità di pignoleria musicale (considera però che in quell'epoca Wagner non era conosciuto come oggi e quindi le esecuzioni "corrette" sotto il profilo musicale erano rare) ma poi ne mette in discussione i volumi orchestrali che potevano coprire le voci. Ovviamente non la sua, tiene a precisare.
ultima cosa, dei direttori di "più moderna generazione" salva qualcuno che salva, o proprio per nessuno va "al di là della generica lode"- come tu scrivi? (certo che è stata piuttisto cattivella con Boulez!!!)...
Guarda, il direttore che lei indica come modello è Koblucar. Considerati i miti con cui la Nilsson ha avuto la fortuna di lavorare puoi trarre da solo le tue conclusioni.
Su Boulez non è stata cattivella. Quello che ha scritto l'ha semplicemente resa ridicola. E' saltata fuori, come dicevo prima, la caricatura.
In quel caso la Nilsson semplicemente non possedeva nè la caratura culturale nè musicale per poter dialogare a tu per tu con Boulez.
Tutto qui.
E allora tira fuori la favoletta che Boulez non conosceva Tristano.
Come no, quando si tratta della partitura che anche il più sprovveduto studente di armonia e composizione tiene sul comodino.
Come no, visto che ne parlava con Wieland da anni...
Quando ci si mette d'impegno la Nilsson è divertentissima.
E quei tipi così hanno tutto il mio affetto
.
Ciao
WSM