Calaf ha scritto:Vista e ascoltata come Eboli a Genova e Cassandre (Les Troyens) a Firenze.
O rimembranze!
Pensa che anche io vidi quei Troyens di Vick, ma non a Firenze.
Li vidi a Monaco alla loro nascita e quella fu l'unica volta in vita mia in cui uno spettacolo di Vick mi parve bello!
Non ricordavo che la Michael fosse stata Cassandre nella ripresa fiorentina; certo mi pare una grande scelta!
Cassandre è adattissima - per il suo furore visionario e le peculiarità della scrittura - a cantanti rotte alla grande declamazione.
A Monaco non avevo lei, ma non posso lamentarmi.
In scena c'era una coppia di regine: Waltraut Meier come Didone, Deborah Polaski come Cassandre.
La Meier fu sconvolgente: contro ogni aspettativa, risultò la miglior Didone che avessi ascoltato.
Invece la Polaski fu una delusione: maestosa e matronale come da tradizione, senza guizzi o intuizioni.
Credo che la Michael a Firenze si sia collocata su un'altro pianeta.
grave innaturale e forzato,
Questo mi sorprende un po'!
Dalle incisioni anzi il suo registro grave appare saldo e corposo.
Non sono tante le Salome che si inabissano al sol bemolle con tanta nonchalance.
i centri apparivano opachi e poco a fuoco e il legato problematico.
Forse questa sensazione potrebbe essere stata acuita dal fatto che il repertorio in cui l'hai sentita solleciterebbe un tipo di sonorità - per lo meno sulla base della tradizione - precluse a chi fa la scelta del colorismo; in particolare - anche tu hai qualche annetto sulle spalle!
- ricorderai che sulle grandi espressioniste americane che hanno preceduto la Michael (Stratas, Ewing, Malfitano, Farley, Ciesinski...) si sono dette le stesse perplessità.
In generale non è il tipo di cantante a cui penserei per i ruoli italiani.
E' con Kundry - vedrai - che tutti grideranno al miracolo.
Però, anche nel repertorio italiano, se devo rinunciare a qualche suono tradizionale per avere in cambio letture teatralmente e musicalmente potenti, sai bene che non mi tiro indietro:
...è per questa ragione che non cambierei nessuna Suor Angelica documentata da disco con quella di Teresa Stratas.
Sono curioso di conoscere la tua opinione sulla Eboli viennese. Non credo che cambierai idea sul fronte vocale, ma credo che dovrai riconoscere che ne esce qualcosa di talmente suggestivo e convincente da autorizzarci a considerarla l'Eboli di questi anni.
Un salutone,
Matteo