VGobbi ha scritto:Vi sono vari episodi citati brevemente, e che gradirei maggior approfondimento. Il fiasco come Elsa tenutosi a Berlino, visto i numerosi fans della Grummer. L'allontanamento di Knappertubsch (monumento vivente) dal tempio di Bayreuth che mal sopportava la Silja, su decisione di Wieland.
L'uno e l'altro episodio si spiegano allo stesso modo.
Il senso di perplessità e imbarazzo che il pubblico provava di fronte a una voce chiara, leggera e acuta imposta nei più pesanti ruoli dell'epica wagneriana e straussiana.
Si trattò di uno strappo fortissimo: una regina della Notte che canta Elektra? e per di più a ventitrè anni? Per molti era semplicemente incomprensibile, o meglio assurdo.
La spiegazione che circolava, ovviamente, era che la Silja era l'ultima "marchetta" (mi si perdoni l'espressione) del maturo Wieland e che questi la imponeva (il ché in effetti era vero) in personaggi che lei non avrebbe mai avuto i mezzi per cantare.
Fra questi anche Knappertbusch, esegeta estremo di un'epica magniloquente e monumentale, fatta di voci assolutamente grandiose.
Lo stesso Knappertbusch reagì malissimo (almeno inizialmente) all'idea che la Crespin dovesse essere Kundry.
Non furono in molti, all'epoca, a rendersi conto che dietro lafreschezza giovanile della Silja, dietro al suo impeto dirompente e alla vocalità chiara e stravagante si celava un'interprete letteralmente rivoluzionaria.
E che proprio sulla strada tracciata da lei (di un ripensamento lirico e moderno di questi personaggi) si sarebbe mossa gran parte della tradizione interpretativa successiva.
Lo stesso Wieland, benché fosse allora il re di Bayreuth, non riuscì a farle cantare sulla collina i ruoli "grandi" wagneriani (Isolde e Bruennhilde), che la Silja poté cantare solo nelle tornées fuori da Bayreuth (Bruxelles, Roma, Parigi, Stoccarda).
In programma ci sarebbe dovuta essere una Kundry (con Bouelz, nel 1968 a Bayreuth) ma, dopo la morte di Wieland, la Silja si allontanò (o fu allontanta) dal festival, e non vi fece più ritorno.
A partire da quell'anno scomparvero dal suo repertorio sia Isolde, sia Bruennhilde, sia Elsa, Eva ed Elisabeth.
Personalmente piango come perdita irreparabile la mancanza di una Kundry della Silja. L'ideale sarebbe stato se l'avesse cantata una quindicina d'anni dopo.... così come Elektra!
Ma a quel punto la Silja aveva già voltato pagina: di Wagner gli unici ruoli (del tutto nuovi) che cantò dopo Wieland furono Ortrud e Fricka.
Il successo scandaloso ottenuto con la sua Salome', cantata praticamente senza veli.
Be' non fu veramente uno scandalo. Se ne parlò molto, perché erano fresche allora le polemiche sul libro di Nabokov: Lolita, che narrava della relazione fra un ...padre (sia pure non di sangue) e la figliastra adolescente. La Salome della Silja, così giovane, bella e ingenuamente perversa, per di più amante del maturo regista (di trent'anni più vecchio) portò molti critici a vedere un'affinità col personaggio letterario.
Tieni presente, Vittorio, che la Salome Wieland-Silja approdò anche all'Opera di Roma e non fece affatto scandalo: anzi, il successo fu tale che dovettero replicarla l'anno dopo.
La totale immedesimazione con il ruolo di Lulu', che tanto ha dato fastidio alla Silja (l'ha cantato in oltre 100 serate!!!). Una parte che per inciso non voleva cantare, nonostante il nume tutelare Wieland consigliasse diversamente.
Mi pare eccessivo dire che "le ha dato fastidio".
La Silja (anche se qualche cretinetti radiofonico continua a dire che è adatta a cantare solo Stokhausen...) non ha mai amato le opere di scrittura vocale troppo complessa, perchè le riteneva di scarso impatto per il pubblico.
In effetti di veramente dodecafonico ha cantato solo Lulu, Marie del Wozzeck, Erwartung, Pierrot Lunaire e il Lear di Reimann.
Arrivò persino a rifiutare (e lì è stata proprio scema) la creazione mondiale di un'opera di Fortner dedicata a Maria Tudor (la regina di Inghilterra detta la "sanguinaria", figlia di Enrico VIII, sorella di Elisabetta I e moglie di Filippo II).
Evidentemente trovò la musica troppo difficile.
Forse è proprio la difficoltà della scrittura musicale a tenerla lontana da un ruolo che dovrebbe assolutamente cantare e che ancora manca dal suo repertorio: Mere Jeanne dei Diavoli di Ludun.
Salutoni
Matteo