Elina Garanca

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Elina Garanca

Messaggioda vivelaboheme » mar 05 giu 2012, 13:52

Ieri sera, alla Scala, concerto di Elina Garanca: Schumann (“Frauenliebe” e altro), Richard Strauss, i Lieder giovanili di Berg, più bis da Carmen e zarzuela. Trionfo per lei… con qualche riserva.
Splendida donna e splendida voce. Per il lied, mi sembra che le manchino ancora, rispetto a interpreti storiche, lo studio e l’attenzione alla “parola”: ma è giovane e può crearsela . Per dire, in campo di mezzosoprano o contralto, vien da citare una Ludwig, senza andare al vertice assoluto d’una Ferrier: c’era un’ attenzione al “suono della parola” che qui un po’ manca. Per fare un esempio d’altro registro vocale (senza scomodare un Dieskau, maestro della parola cantata): un Bostridge ha voce “slavata”, ingrata se vogliamo, ma l’attenzione al testo, alla parola, al fonèma, rende ogni lied il microcosmo che è, ne fa una rappresentazione in miniatura. Nella Garanca – che ha una voce letteralmente sontuosa: è un piacere ascoltarla – non ho notato questo tipo di approfondimento. Ma il livello è comunque alto, per colori (tra l’altro, ora, mi è parsa più “scurita”, quasi contraltile) e per duttilità.
Il pianista è stato il punto debole della serata. Strano perché Roger Vignoles è ritenuto affidabilissimo e ha accompagnato mezzo mondo, e che mondo! Qui è stato monotono e monocolore in Schumann, professionale ma non di più in Strauss e Berg, imbarazzante nei bis. La Garanca ha dovuto cantare Habanera e Seguidilla da Carmen con un improbabile, metronomico accompagnamento “a marcetta” che ben poco ha giovato alla ricerca di sensualità e colori, che in lei peraltro c’era. Si direbbe che per lui le due danze siano “marcette”.
Trionfo comunque meritatissimo, dalla cantante. Un salace commento (credo dalla galleria: “cambia il pianista!”) su Vignoles è stato espresso con una certa esuberanza, ma direi che “ci stava”. L’accompagnatore dava senso di routine e stanchezza, un compitino noto ripetuto stancamente. Gioverebbe alla Garanca, che è ancor giovane e fresca, trovare un pianista magari anche meno “scafato”, ma proprio per questo meno “routinier”.

marco vizzardelli
vivelaboheme
 
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