Grace Bumbry
Inviato: mar 14 set 2010, 18:22
Nei recenti dibattiti a proposito delle grandi declamatrici sull'onda della Viardot, si è parlato molto della Bumbry, a cui non avevamo ancora dedicato l'onore di un thread. Rimedio subito!
No, non ha cantato Elektra, ma comunque hai ragione; tutti i pesi massimi del repertorio sopranile rispondono all'appello, e non solo! Anche Tosca, Leonora della Forza, Chimène del Profeta (con l'inserimento di un re sopracuto).
A conti fatti nel suo repertorio sono più i ruoli da soprano che quelli da mezzo.
Anche la sua vocalità (cosa di cui si è spesso lamentata nelle sue interviste) era soprattutto sopranile: ricordo un'intervista del 1974 (in occasione della celebre Tosca alla Scala) in cui era letteralmente furibonda, perché i loggionisti si erano scandalizzati del fatto che un "mezzo" osasse cimentarsi con l'eroina pucciniana.
In quell'occasione ironizzò pesantemente sull'ignoranza del pubblico milanese ("qui alla Scala ho già cantato Poppea e Jenufa, ruoli sopranili. Ma nessuno se n'è accorto: forse perché non sono di Verdi e Puccini"); soprattutto però si lamentava del fatto che l'etichetta di mezzosoprano non corrispondesse più alla sua voce, e anzi che la maggior parte dei ruoli mezzosopranili che si ostinavano ad affidarle fossero troppo bassi per lei, le stancassero la voce: Azucena in particolare. "Ma possibile - si chiedeva - che un'etichetta debba decidere della carriera di qualcuno, più che la sua stessa voce? Quanti soprani drammatici ci sono che dispongano - come me - del mi bemolle sopracuto? Eppure loro cantano Tosca abitualmente, senza che nessuno si scandalizzi".
La Bumbry aveva perfettamente ragione: lo dimostra proprio questo rigoglioso finale della Salome.
La cantante lancia si naturali più solidi di molti soprani, in compenso quando deve scendere al gravissimo sol bemolle (minuto 3.30) emette un ansimo che nemmeno si sente.
Ok, è una nota gravissima, ma tutte le Salome l'hanno sempre eseguita...
Persino la Silja la faceva con più facilità.
Comunque questo brano dimostra il dominio da parte della Bumbry delle tessiture sopranili (purché, ovvio, siano di scrittura declamatoria).
Un altro esempio di come la Bumbry-soprano funzionasse egregiamente (sempre che la scrittura non fosse vocalistica) è la sua "In questa Reggia", ruolo in cui molti di noi l'ascoltarono addirittura all'Arena di Verona... un buon ventennio dopo questa registrazione.
E' una folgore! Peccato solo che il primo si naturale (quel grido) le scappi un po' di mano - come all'8 % delle Turandot - ma i successivi (mai nessun m'avrà) sono note che più sopranili non si può. Idem per il portentoso do della frase finale.
SAlutoni,
Mat
Luca ha scritto:1) sulla Bumbry soprano: ha cantato tutto quello che di più arduo c'è nella produzione del drammatico: Norma, Gioconda, Medea, Lady, Abigaille, Turandot e pur anco Salome (ignoro - ma non mi pare - se abbia fatto Elektra). E come se ne vantava, ma la sua personalità era esplosiva!
No, non ha cantato Elektra, ma comunque hai ragione; tutti i pesi massimi del repertorio sopranile rispondono all'appello, e non solo! Anche Tosca, Leonora della Forza, Chimène del Profeta (con l'inserimento di un re sopracuto).
A conti fatti nel suo repertorio sono più i ruoli da soprano che quelli da mezzo.
Anche la sua vocalità (cosa di cui si è spesso lamentata nelle sue interviste) era soprattutto sopranile: ricordo un'intervista del 1974 (in occasione della celebre Tosca alla Scala) in cui era letteralmente furibonda, perché i loggionisti si erano scandalizzati del fatto che un "mezzo" osasse cimentarsi con l'eroina pucciniana.
In quell'occasione ironizzò pesantemente sull'ignoranza del pubblico milanese ("qui alla Scala ho già cantato Poppea e Jenufa, ruoli sopranili. Ma nessuno se n'è accorto: forse perché non sono di Verdi e Puccini"); soprattutto però si lamentava del fatto che l'etichetta di mezzosoprano non corrispondesse più alla sua voce, e anzi che la maggior parte dei ruoli mezzosopranili che si ostinavano ad affidarle fossero troppo bassi per lei, le stancassero la voce: Azucena in particolare. "Ma possibile - si chiedeva - che un'etichetta debba decidere della carriera di qualcuno, più che la sua stessa voce? Quanti soprani drammatici ci sono che dispongano - come me - del mi bemolle sopracuto? Eppure loro cantano Tosca abitualmente, senza che nessuno si scandalizzi".
La Bumbry aveva perfettamente ragione: lo dimostra proprio questo rigoglioso finale della Salome.
La cantante lancia si naturali più solidi di molti soprani, in compenso quando deve scendere al gravissimo sol bemolle (minuto 3.30) emette un ansimo che nemmeno si sente.
Ok, è una nota gravissima, ma tutte le Salome l'hanno sempre eseguita...
Persino la Silja la faceva con più facilità.
Comunque questo brano dimostra il dominio da parte della Bumbry delle tessiture sopranili (purché, ovvio, siano di scrittura declamatoria).
Un altro esempio di come la Bumbry-soprano funzionasse egregiamente (sempre che la scrittura non fosse vocalistica) è la sua "In questa Reggia", ruolo in cui molti di noi l'ascoltarono addirittura all'Arena di Verona... un buon ventennio dopo questa registrazione.
E' una folgore! Peccato solo che il primo si naturale (quel grido) le scappi un po' di mano - come all'8 % delle Turandot - ma i successivi (mai nessun m'avrà) sono note che più sopranili non si può. Idem per il portentoso do della frase finale.
SAlutoni,
Mat