da Milady » dom 24 gen 2010, 21:37
Carissimi amici,
cercherò di parlare serenamente di Cecilia Gasdia, mettendo quindi nel dimenticatoio la sua straziante esecuzione - di nome e di fatto- di "Casta Diva" ,come prefazione al concerto della vigilia di Natale dal Petruzzelli, con ,a seguire, una periclitante esecuzione (c.s.) di "Over the rainbow", eseguita , sin dall'inizio , alzando il registro di varie note , con acuti fuori ordinanza e senza tener conto del fatto che il prosieguo, in salita , se si parte in salita diventa proibitivo : tutto ballava. ( come è stato osservato,è letteralmente esplosa giovanissima, nell'"Anna Bolena",in occasione di una défaillance scaligera della Caballè-.
E si è cimentata poi ,coraggiosamente quanto spericolatamente, in opere poco o per nulla adatte alla sua organizzazione vocale.
L'ho ascoltata dal vivo quando era alle prime armi in un concerto in una piccola sala della mia città : intelligentissima e convincente ; poi nel "Benvenuto Cellini"- brava anche col pancione- e infine nella "Sonnambula" (diretta da Gavazzeni) . Ascoltarla allora fu una pena: tutte le agilità spianate, tagli a volontà, e lei in palese difficoltà anche se erava mo in una sala abbastanza ridotta. Comunque se si faceva tabula rasa delle varie debolezze, si capiva che la Gasdia aveva una chiara idea di Amina , anche sul piano scenico e tutta giocata su una nota amara e dolente..
Inoltre l' ho sentita anche alla radio e alla TV.
Mi aveva entusiasmato in un concerto trasmesso via radio, sempre ai suoi esordi, dove aveva cantato benissimo arie settecentesche , mi pare, da Torino, ma non sono sicura.
Ovviamente questa esplosione, senza la regolamentare e sofferta gavetta- necessaria , lo so per farsi le ossa e irrobustirsi la voce - suscitò intorno a lei una montagna di invidie, non le si perdonò niente.
Che abbia fatto scelte sbagliate con i relativi danni arrecati alla sua voce è un dato incontrovertibile , ma in molti altri casi ho visto molta più comprensione e maggiore benevolenza..
Credo che abbia fatto qualche peccato di orgoglio nelle interviste: non ho letto nulla in tal senso, ma le insopportabili chiacchiere degli habitués suonavano la grancassa su questo tasto.
E non le giovò l'essere subito presa in grandissima e speciale considerazione dai grandi Direttori del'epoca , per primo "il Maestro".
Fu stroncata senza pietà da Rodolfo Celletti , non solo nella prima Bibbia dei melomani, ma anche in un altro volume - che non riesco a ritrovare e, di cui, di conseguenza, non riesco a ricordare il titolo.
In questo volumetto, tra gli altri contributi, ricordo un saggio in cui, Celletti , con molto spirito ( e con la sua formidabile competenza anche sui cantanti che non hanno lasciato nessuna sia pur umbratile testimonianza ) ,vestiva i panni di un ascoltatore che aveva assistito alle liti,agli affairs de coulissess di celebri primedonne ottocentesche.
Comunque ,qualunque cosa escogitasse la Gasdia , kaputt : secondum Celletti non sarebbe mai diventata un grande cantante .
Certamente la sua voce non era di quelle memorabili ed è stato troppo messo alla frusta uno strumento delicato , ma il fraseggio e l'intelligenza c'erano eccome.
Non mi sento quindi di associarmi alla durissima sentenza di condanna emanata da Celletti ( ed epigoni) ,anche se . sono io la prima a riconoscere che la Gasdia si è rovinata con le sue stesse mani, mettendo in repertorio ed eseguendo troppe opere , soprattutto troppe di quelle ostiche ed esiziali per la sua voce.
Però l'unghiata di una notevole personalità e di una intelligenza singolarmente penetrante io la percepivo.
Mi dispiace davvero che non abbia saputo gestire il suo patrimonio vocale con la debita cura.
Ha sbagliato ed ha pagato con gli interessi.
Per quanto mi riguarda, pur con certe limitazioni, onore al merito .
"Sauvée ", come Marguerite .
Con simpatia
Milady
Milady