Simone Kermes

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Messaggioda Tucidide » ven 25 dic 2009, 21:28

A voi piace?
Io conosco la sua Rodelinda nell'incisione Archiv diretta da Curtis e non mi sembra niente di speciale, anzi...
Poi ho guardato in questi giorni su YT i video tratti dal suo ultimo album "Lava" dedicato a compositori partenopei.
Sono veri e propri videoclip, a mo' di rockstar, con tanto di ambientazioni in esterni, cambi repentini di immagini e quant'altro.
Eccovene alcuni, ma se ne trovano anche altri.



Al di là delle indubbie qualità musicali e della sicurezza con cui gestisce la voce, non mi piace nemmeno qui. Capisco che possa piacere, anche perché ha energia e piglio: so che ha un seguito piuttosto nutrito e gode di un buon successo, ma a me lascia l'impressione di una cantante piuttosto "normale": niente di speciale insomma.
E poi questa esagitazione nei brani agitati alla lunga mi annoia. Quanto a facce strambe, non è certo seconda alla Bartoli! :lol:
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Re: Simone Kermes

Messaggioda Luca » ven 25 dic 2009, 23:22

Dai video presentati neppure a me soddisfa pienamente: la voce è piuttosto leggera e nemmeno credo di gran volume dal vivo. Inoltre la vocalizzazione non appare fluida e c'è troppa esagitazione. Almeno la Bartoli aveva un pò di calore mediterraneo, qui non c'è nemmeno quello.


Saluti natalizi, Luca.
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Re: Simone Kermes

Messaggioda Milady » sab 26 dic 2009, 14:01

Carissimi,
non avevo mai ascoltato questa cantante.
Nella mia (sofferta) ignoranza mi aspettavo chissà cosa.
Come è stato osservatao da altri amici molto più esperti della sottoscritta ,siamo nella piena normalità, nonstante il battage pubblicitario.
D'altra parte sto facendo un corso di recupero accelerato di lirica soprattutto grazie al nostro Forum.
Ho ascoltato la Kermes sia col supporto del video che senza.
In quest' ultimo caso la voce, pur gestita con oculatezza, mi pare di piccolo cabotaggio - e qui non ci sarebbe nulla da eccepire- ma poco convincente nelle agilità e con una poderosa botta sul pedale negli "agitati", altrettanto poco convincente quanto inefficace.
La gestualità esasperata , mi ricorda poi certe attrici del cinema muto quando si aggrappavano ai tendaggi ,e , nello stesso tempo , soprattutto nei primi piani con gli occhi fuori dell'orbita, alcune altre del periodo espressionista.
Da donna a donna , almeno per quanto concerne i video postati e la preminente funzione di sponsorizzazione e di promozione affidata alla componente visiva , consiglierei alla signora Kermes un sarto , un truccatore , e , in 'ultima analisi , anche un regista o un cameraman in grado di attenuare certe mende del suo volto e della sua figura.
Quando questi tecnici sanno il fatto loro, fanno indiscutibiili miracoli.
O forse è un effetto artistico (!?) intenzionalmente ricercato.
E allora sono io che non capisco...
Comunque non la boccio , ma neppure mi spello le mani per applaudirla.
C'è di meglio e c'è di peggio.
Non vorrei fare la parte della vecchia zia inacidita, ma quando ci si affida ai video , si fanno a regola d'arte.
Tanti auguri post- natalizi a tutti
da
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Re: Simone Kermes

Messaggioda Bertarido » gio 28 gen 2010, 17:01

Ebbene sì, lo confesso, sono grande fan di Simone Kermes che ho conosciuto come interprete di diverse produzioni di Alan Curtis. La cantante è assai singolare e dotata di personalità dirompente. Ho visto i video di cui si è parlato e concordo con Milady che forse sarebbe necessario maggior attenzione ad alcuni particolari che per noi cisalpini, sono fondamentali; non dimentichiamo però la matrice teutonica della nostra che in un certo senso rende tollerabile certe forzature. Senza dubbio è nel novero di quegli artisti "moderni" che mira a conquistare una più ampia fetta di pubblico senza tuttavia riunciare al proprio rigore musicale e musicologico (cfr, anche Bartoli); operazione molto più onesta rispetto al tentativo fatto dalla nostra RAI con la trasmissione guidata da Frizzi sul quale convien stendere un velo pietoso ...Per quanto riguarda più propriamente le doti vocali della nostra riconosco come queste siano piuttosto particolari e, se vogliamo, anche limitate: scarso peso specifico nel registro centrale, vocalizzazione alla tedesca con abbondanza di asporazioni, accento votato soprattutto all'espressione elegiaca e dolorosa ed incline, nei momenti di furore, a deragliare facilmente... ; tuttavia Kermes sfoggia un registro acuto estesissimo manipolato con grande maestria, intonatissimo e molto strumentale, alla Stich-Randal (come diceva il Celletti) per il quale nutro un gran debole: sono convinto che anche il solo suono, privo di parola, possa avere gamma espressiva infinita. La voglia di stupire ha poratato la nostra a cimentarsi anche, udite udite, nel Trovatore da poco disponibile su OS: cosa dire? e se vi dicessi che il suo "D'amor su l'ali" non è affatto male? certo è lento, lentissimo e soprattutto arcaico: come l'avrebbe cantato la Cuzzoni, ma di grande suggestione (uso della variante con il re4 acuto che in disco e dal vivo eseguiva la Joan). Proprio ieri sera ho scaricato della nostra un "Lascia ch'io pianga", eseguito con pianoforte, veramente toccante e incantato.
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Re: Simone Kermes

Messaggioda pbagnoli » gio 28 gen 2010, 19:51

Non è fra le mie cantanti preferite.
In un periodo come questo, particolarmente fecondo di cantanti in grado di stupire con effetti speciali, non mi sembra che la Kermes si segnali per particolari doti.
Non la apprezzo tantissimo nemmeno nel repertorio Barocco; sto ascoltando in questo periodo i suoi dischi di area vivaldiana, ma non finisce per piacermi: preferisco l'eccentrico virtuosismo di una Génaux, o - se è solo per quello - anche di una Bartoli.
Mi sembra che sia sempre troppo isterica nella fonazione, ma senza mai entuasiasmare per piglio o mordente
"Dopo morto, tornerò sulla terra come portiere di bordello e non farò entrare nessuno di voi!"
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Re: Simone Kermes

Messaggioda Tucidide » ven 29 gen 2010, 0:22

Bertarido ha scritto:La voglia di stupire ha poratato la nostra a cimentarsi anche, udite udite, nel Trovatore da poco disponibile su OS: cosa dire? e se vi dicessi che il suo "D'amor su l'ali" non è affatto male? certo è lento, lentissimo e soprattutto arcaico: come l'avrebbe cantato la Cuzzoni, ma di grande suggestione (uso della variante con il re4 acuto che in disco e dal vivo eseguiva la Joan).

Eccola: ascoltiamola.

L'ho ascoltata con grande curiosità. Devo dire che ho trovato spunti assai interessanti. Mi ha molto colpito il tono quasi di sospensione estatica, priva di ogni ricerca di sensualità notturna. A questo contribuisce l'assenza di portamenti "all'italiana" fin dalle prime battute: "D'amor su l'ali rosee" ed evidente per tutto il brano. I sospiri e le stimbrature non mi disturbano; però da una barocchista come lei mi sarei aspettato trilli più precisi e netti.
Certamente, la fissità marcatissima della voce, non solo in alto ma anche al centro, è davvero "stramba" per una romanza del genere, che siamo abituati a sentir cantare da voci affatto diverse e ben altrimenti ricche d'armonici. Aggiungo che, oltre ai già citati trilli, non trovo ben realizzati nemmeno i restanti abbellimenti.
Però, nel complesso, mi sembra che in questo brano - teoricamente estraneo al suo repertorio - la Kermes sia ben più interessante che nei brani postati in apertura, dove a rigore dovrebbe stare di casa. Qui avverto una forte personalità, idee musicali ed interpretative chiare - non perfettamente realizzate, però.

Buona notte! : Nar :
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Re: Simone Kermes

Messaggioda Bertarido » ven 29 gen 2010, 0:44

Tucidide ha scritto:Mi ha molto colpito il tono quasi di sospensione estatica, priva di ogni ricerca di sensualità notturna.

Mi pare che proprio in questo risieda la grande suggestione di quest'interpretazione: aver svelato dell'aria la forte componente "lunare", nel senso più squisitamente romantico del termine.
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Re: Simone Kermes

Messaggioda Maugham » gio 30 set 2010, 17:14

Arrivo lungo.
Scoperta solo ieri dopo essermi divorato, letterlamente divorato, LAVA.
Al di là della confezione rocckettara-goth dei video, un disco splendido.
Soprattutto la dimostrazione di come sia la Bartoli che la Dessay abbiano fatto scuola.
Certe note sono proprio identiche, sovrapponibili, a quelle della Dessay nell'essere così sfacciatamente fuori-Garcia (che nella Napoli dell'epoca non sapevano nemmeno cosa fosse) da parlare addirttura di copiatura.
Dall Bartoli ha ereditato il gusto per l'uso delle tinte sgargianti e per il sillabato-soffiato nei momenti più accesi.
Vorrei sentirla dal vivo.
Allego

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Re: Simone Kermes

Messaggioda Tucidide » dom 03 ott 2010, 17:14

Maugham ha scritto:Soprattutto la dimostrazione di come sia la Bartoli che la Dessay abbiano fatto scuola.
Certe note sono proprio identiche, sovrapponibili, a quelle della Dessay nell'essere così sfacciatamente fuori-Garcia (che nella Napoli dell'epoca non sapevano nemmeno cosa fosse) da parlare addirttura di copiatura.
Dall Bartoli ha ereditato il gusto per l'uso delle tinte sgargianti e per il sillabato-soffiato nei momenti più accesi.

Mah... a me pare che faccia un bel po' di scena. : Blink : E' indubbiamente un personaggio interessante, una cantante scatenata, una che si dimena come una cubista mentre si lancia in vorticose roulades, che si veste con abiti inusitati per una cantante lirica, una che dimostra appunto di aver ascoltato, e molto attentamente, la Dessay e la Bartoli.
Ma io sento proprio la finzione, il gusto per "'o famo strano", l'occhiolino malizioso rivolto al pubblico, come a dire: "eh? che ne dite? Non ve l'aspettavate, eh?" : Chessygrin :
Nulla da dire sulla sensibilità musicale, che ho apprezzato nell'aria del Trovatore che adesso non è più disponibile su YT.
Mi piacerebbe però sentirla alle prese con un personaggio intero, possibilmente uno di quelli di cui canta le arie nei suoi CD. La sua Rodelinda in disco con Curtis non è niente di che, secondo me. :roll: Per altro, anche "Amor profano" con arie di Vivaldi non mi ha entusiasmato.

Sul Garcia, Maugham, beh, è ovvio che non lo conoscessero all'epoca! Non era ancora stato scritto! :mrgreen:
Però pare che proprio il Garcia fosse la summa della tradizione pregressa, quella appunto che usavano i cantanti per cui furono scritti questi pezzi.
Resta inteso però che, come sempre, non ho nulla in contrario alle sperimentazioni. : Thumbup :
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Re: Simone Kermes

Messaggioda Maugham » dom 03 ott 2010, 20:24

Tucidide ha scritto:Mah... a me pare che faccia un bel po' di scena. : Blink :


A me della scena interessa poco. Infatti avevo detto che la confezione modaiola era irrilevante.
E' indubbiamente un personaggio interessante, una cantante scatenata, una che si dimena come una cubista mentre si lancia in vorticose roulades, che si veste con abiti inusitati per una cantante lirica, una che dimostra appunto di aver ascoltato, e molto attentamente, la Dessay e la Bartoli.


Mi sarebbe piaciuto discutere di suoni e di modalità esecutive. Se vuoi parliamo pure di cubiste. Anche se il termine "cubista" è un po' datato...... :D Anche se definire cubista la Bartoli....

Ma io sento proprio la finzione, il gusto per "'o famo strano", l'occhiolino malizioso rivolto al pubblico, come a dire: "eh? che ne dite? Non ve l'aspettavate, eh?" : Chessygrin :

Bah, penso di no. Ormai il web e il mercato audio-video è pieno di cantanti d'opera glamour e gggiovani. Mai confondere il contenitore con il contenuto.

Sul Garcia, Maugham, beh, è ovvio che non lo conoscessero all'epoca! Non era ancora stato scritto! :mrgreen:


Non mi dire! :) :) :)

Però pare che proprio il Garcia fosse la summa della tradizione pregressa, quella appunto che usavano i cantanti per cui furono scritti questi pezzi.


Mi piacerebbe che tu indicassi da dove hai tratto questo "pare". Io ho una fonte, accreditatissima, che dice proprio il contrario.
A te la palla. : Captain :
Ciao
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Resta inteso però che, come sempre, non ho nulla in contrario alle sperimentazioni. : Thumbup :

Si vede! : Thumbup :
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Re: Simone Kermes

Messaggioda Tucidide » dom 03 ott 2010, 23:09

Maugham ha scritto:Mi sarebbe piaciuto discutere di suoni e di modalità esecutive. Se vuoi parliamo pure di cubiste. Anche se il termine "cubista" è un po' datato...... :D Anche se definire cubista la Bartoli....

Il debito della Kermes nei confronti della Bartoli è unicamente relativo alle agilità, più, se vogliamo, qualche smorfia. Il lato "coreografico" è invece tutto suo. E' la Kermes la cubista, mica la Bartoli. :wink:

Bah, penso di no. Ormai il web e il mercato audio-video è pieno di cantanti d'opera glamour e gggiovani. Mai confondere il contenitore con il contenuto.

Beh, ma io non parlavo di glamour o di gggiovani gnocche, anche perché la Kermes tanto giovane non è mica... :mrgreen:
Però i movimenti ritmati sono un qualcosa di quasi solo suo. E' famosa per questa caratteristica, che si nota più nei concerti che nei videoclip. :D


Però pare che proprio il Garcia fosse la summa della tradizione pregressa, quella appunto che usavano i cantanti per cui furono scritti questi pezzi.


Mi piacerebbe che tu indicassi da dove hai tratto questo "pare". Io ho una fonte, accreditatissima, che dice proprio il contrario.

Boh... Garcia figlio apprese l'arte dal padre Manuel, che apprese il canto fra gli altri da Giovanni Ansani, tenore romano che pare abbia studiato con Porpora, uno dei compositori di cui la Kermes canta arie in "Lava".
Di più, nin zò! :mrgreen:
A te la palla. Sono ansioso di apprendere qualcosa di nuovo. D'altronde, io sull'argomento ho una conoscenza molto all'acqua di rose... :oops:

Resta inteso però che, come sempre, non ho nulla in contrario alle sperimentazioni. : Thumbup :

Si vede! : Thumbup :

Ah, uéhi, non è che mi debba piacere tutto solo perché è "sperimentale". :D :)
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Re: Simone Kermes

Messaggioda Maugham » lun 04 ott 2010, 9:27

Tucidide ha scritto:
Però pare che proprio il Garcia fosse la summa della tradizione pregressa, quella appunto che usavano i cantanti per cui furono scritti questi pezzi.


Mi piacerebbe che tu indicassi da dove hai tratto questo "pare". Io ho una fonte, accreditatissima, che dice proprio il contrario.

Boh... Garcia figlio apprese l'arte dal padre Manuel, che apprese il canto fra gli altri da Giovanni Ansani, tenore romano che pare abbia studiato con Porpora, uno dei compositori di cui la Kermes canta arie in "Lava".
Di più, nin zò! :mrgreen:
A te la palla. Sono ansioso di apprendere qualcosa di nuovo. D'altronde, io sull'argomento ho una conoscenza molto all'acqua di rose... :oops:


innazitutto anch' io, come ho più volte affermato, non sono un approfondito conoscitore di questo repertorio nè tantomeno un erudito sulle prassi vocali dell'epoca.
Quello che so deriva esclusivamente da cose che ho letto.
Quando parlavo di fonte accreditatissima (non ho messo l'emoticon, ma c'era un po' d'ironia) mi riferivo al terzo volume tomo secondo della Storia dell'Opera edito dalla UTET. E' un librone tutto scritto di pugno da Celletti ed è dedicato alla vocalità.
Sarebbe utile la lettura a tutti coloro che citano e straparlano di RC magari avendo letto solo le sue recensioni discografiche della senescenza.
Qui troviamo uno studioso chiarissimo, efficace e soprattutto -cosa che non cessa mai di stupirami- "possibilista".
Arrivando a bomba, praticamente Celletti sostiene che il manualissimo conteneva -oltre che ovviamente una codificazione dell'esistente- due sostanziali novità rispetto al passato. La prima consisteva nella teorizzazione del suono "misto", ovvero di un suono intermedio tra registro di petto e di testa che prima non veniva applicato. La seconda spiegava la cosiddetta respirazione "toracico-diaframmatica" da contrapporre a quella addominale (che sarà alla base della scuola declamatoria, questo lo dico io) avversata (questo lo dice lui) da molti trattatisti e compositori dalla seconda metà dell'Ottocento in avanti.
Oh, vado a memoria, non prendetemi alla lettera.
La Kermes, quindi, con il suo canto tutto scalini nella vocalizzazione agitata (non usa il misto a differenza, che so io, della Sutherland) e, come dicono i denigratori, soffiato e fisso nei centri (respirazione addominale, deduco, ma forse sbaglio) mi sembrerebbe abbastanza attendibile.
Celletti risponde poi anche alla più che logica domanda: ma perchè queste novità?
E la risposta a mio parere è ancora più interessante. La necessità di codificare "nuovi" principi tecnici derivava dalla diffusione planetaria delle opere di Rossini che fu il primo conpositore nella storia dell'Opera a riscuotere un successo assoluto.
Per risolvere i problemi tecnici della vocalità rossiniana occorreva trovare soluzioni nuove che la precedente pedagogia vocale non contemplava.
Fu in quel periodo che si cominciò a "universalizzare" i sistemi dell'insegnamento del canto esclusivamente perchè, semplifico, servivano a cantare un determinato repertorio che, lui per primo, stava diventando "universale".
E non viceversa.

Ciao
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Re: Simone Kermes

Messaggioda Tucidide » dom 04 set 2011, 12:30

Letto l'editoriale di Pietro sulla Leonora della Kermes.
Premesso che anche a me è piaciuta molto, che l'ho trovata interessante e "fuori dagli schemi" in modo intelligente e efficace, resto un po' perplesso di fronte a queste espressioni:
Siamo onesti: cosa ci importa dell'ennesimo fine dicitore che "canta sul fiato" come tutti gli altri che l'hanno preceduto, cloni e replicanti non sempre affidabili, quasi mai entusiasmanti, di lontani archetipi che, a loro volta, diventarono famosi perché ebbero il coraggio di violare le regole auree a essi stessi imposte da altri soloni? Cosa ci importa di sentire l'ennesimo tronfio pavone che canta "à l'italienne"? E poi: di tutte le assurdità che si possonodire sul tema, quella più resistente e dura a morire è quella del "canto sul fiato", come se esistesse la possibilità di un canto che prescinda dal fiato per fare risuonare il laringe.
No, la vera differenza è fra il canto immascherato - morto, sepolto, putrefatto, decomposto, polverizzato - tipico della vecchia scuola italiana che non ha più niente da dire, che ha esaurito il suo percorso; e quello aperto, con cui ormai si esprime ormai pressoché tutto il mondo civilizzato.

A parte il fatto che sembrano "voci di guerra" :D verso il canto all'italiana, o per lo meno nei confronti di una sua applicabilità attuale, del tutto speculari a quelle di chi dichiara guerra al canto aperto, antitecnico e dilettantesco, : Sig : io ripeto quello che dissi tempo fa (mi pare a proposito della Traviata Dessì-Armiliato). Il fatto che attualmente manchino legioni di cantanti specializzati nel canto "sul fiato" all'italiana non significa che esso sia del tutto incompatibile con l'attuale sensibilità. Si tratta forse della crisi di questa scuola, che però non è detto che sia inattuale e inapplicabile al giorno d'oggi. Si potrà dire che è uno stile "rétro", ma non che è oramai anacronistico. Un cantante bravo "all'italiana" vale tanto quanto uno altrettanto bravo che canti "aperto". Diversamente, si denotano prevenzione e pregiudizio nei confronti di una scelta artistica, tecnica e stilistica; il che non è mai bello.
La storia del "tronfio pavone" poi è un po' uno stereotipo, :D come se fossimo ancora ai tempi di Pavarotti fermo in scena con le mani sulla pancia intento a lanciare i suoi acuti fotonici. Il mondo è cambiato, e non è detto che un tenore che canta "all'italiana" abbia i modi da tenorastro d'altri tempi. 8)
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Re: Simone Kermes

Messaggioda MatMarazzi » dom 04 set 2011, 12:43

Tucidide ha scritto:Letto l'editoriale di Pietro sulla Leonora della Kermes.
Premesso che anche a me è piaciuta molto, che l'ho trovata interessante e "fuori dagli schemi" in modo intelligente e efficace, resto un po' perplesso di fronte a queste espressioni:
Siamo onesti: cosa ci importa dell'ennesimo fine dicitore che "canta sul fiato" come tutti gli altri che l'hanno preceduto, cloni e replicanti non sempre affidabili, quasi mai entusiasmanti, di lontani archetipi che, a loro volta, diventarono famosi perché ebbero il coraggio di violare le regole auree a essi stessi imposte da altri soloni? Cosa ci importa di sentire l'ennesimo tronfio pavone che canta "à l'italienne"? E poi: di tutte le assurdità che si possonodire sul tema, quella più resistente e dura a morire è quella del "canto sul fiato", come se esistesse la possibilità di un canto che prescinda dal fiato per fare risuonare il laringe.
No, la vera differenza è fra il canto immascherato - morto, sepolto, putrefatto, decomposto, polverizzato - tipico della vecchia scuola italiana che non ha più niente da dire, che ha esaurito il suo percorso; e quello aperto, con cui ormai si esprime ormai pressoché tutto il mondo civilizzato.

A parte il fatto che sembrano "voci di guerra" :D verso il canto all'italiana, o per lo meno nei confronti di una sua applicabilità attuale, del tutto speculari a quelle di chi dichiara guerra al canto aperto, antitecnico e dilettantesco, : Sig : io ripeto quello che dissi tempo fa (mi pare a proposito della Traviata Dessì-Armiliato). Il fatto che attualmente manchino legioni di cantanti specializzati nel canto "sul fiato" all'italiana non significa che esso sia del tutto incompatibile con l'attuale sensibilità. Si tratta forse della crisi di questa scuola, che però non è detto che sia inattuale e inapplicabile al giorno d'oggi. Si potrà dire che è uno stile "rétro", ma non che è oramai anacronistico. Un cantante bravo "all'italiana" vale tanto quanto uno altrettanto bravo che canti "aperto". Diversamente, si denotano prevenzione e pregiudizio nei confronti di una scelta artistica, tecnica e stilistica; il che non è mai bello.
La storia del "tronfio pavone" poi è un po' uno stereotipo, :D come se fossimo ancora ai tempi di Pavarotti fermo in scena con le mani sulla pancia intento a lanciare i suoi acuti fotonici. Il mondo è cambiato, e non è detto che un tenore che canta "all'italiana" abbia i modi da tenorastro d'altri tempi. 8)


Come Pietro sa bene (avendogli detto le stesse identiche cose per telefono, non appena ha pubblicato l'editoriale) io la penso esattamente come te.
Mentre sulla Kermes condivido in toto l'editoriale, la frase che hai citato è solo frutto del pensiero di Pietro.
Per quanto riguarda me, dovrai darmi atto che in questi anni mi sono affannato in tutti i modi a elogiare il canto di tradizione vocalistica.
Affermare che esso non esaurisca le possibilità della voce umana o gli orizzonti del canto occidentale (a differenza dei faciloni, fideisti e cellettiani) non significa metterne in discussione (per quanto mi riguarda) l'importanza e addirittura l'insostituibilità in certo repertorio.

Salutoni,
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Re: Simone Kermes

Messaggioda pbagnoli » dom 04 set 2011, 13:52

Tucidide ha scritto:A parte il fatto che sembrano "voci di guerra" :D verso il canto all'italiana, o per lo meno nei confronti di una sua applicabilità attuale, del tutto speculari a quelle di chi dichiara guerra al canto aperto, antitecnico e dilettantesco, : Sig : io ripeto quello che dissi tempo fa (mi pare a proposito della Traviata Dessì-Armiliato). Il fatto che attualmente manchino legioni di cantanti specializzati nel canto "sul fiato" all'italiana non significa che esso sia del tutto incompatibile con l'attuale sensibilità. Si tratta forse della crisi di questa scuola, che però non è detto che sia inattuale e inapplicabile al giorno d'oggi. Si potrà dire che è uno stile "rétro", ma non che è oramai anacronistico

Alberto e Matteo,
con tutto il rispetto per le vostre opinioni, citatemi qualche esempio di cantante con caratteristiche "all'italiana" che possa essere portato come esempio internazionale.
Come dite? Che non ce ne sono? E certo!
Sì, c'è la Pratt, va bene: ma è ancora un progetto di cantante, non un fenomeno, un fulmine di guerra.

Premesso che non esiste il canto che non sia "sul fiato" (questa espressione è una fesseria: senza fiato non c'è canto), il fatto è che oggi tutti cantano "aperto".
Citavo a Matteo l'esempio della Lezhneva: vocalista pura,anche piuttosto funambolica, ma aperta, apertissima.
Chi canta oggi usando pienamente i risuonatori facciali? Chi è che mette oggi il suono altissimo in maschera come facevano Freni, Sutherland, Kraus? Sì, ci sarà qualcuno che lo farà ancora, ma...
Tu stesso, Alberto, parli apertamente di crisi della scuola di canto all'italiana. Certo che è così: è un modo vecchio, antistorico, percepito come retorico e totalmente mancante di verità.
Preciso a scanso di equivoci: io, come chiunque altro, sono cresciuto a questa scuola. Ne ho amato i campioni, che mi hanno raccontato - e tuttora mi raccontano - storie meravigliose. Il fatto che non ci sia più nessuno a un certo livello a cantare così è dettato da questi elementi:
:arrow: crisi della scuola (come diceva Alberto)
:arrow: compositori che scrivono per voci diverse
:arrow: evoluzione delle tecniche di canto
:arrow: il pubblico che seleziona
Quest'ultimo punto è molto interessante, a mio modo di vedere.
Da convinto evoluzionista darwiniano, credo che sia l'ambiente a selezionare la specie; non viceversa.
C'è stata una mutazione anche e soprattutto nel gusto del pubblico che ha privilegiato questo modo di esprimersi. E' indiscutibile che il canto aperto sia più ricco di colori: oggi anche i vocalisti puri (e la Kermes ne è un buon esempio) fanno un uso scarsissimo dei risuonatori facciali, ma in compenso un uso esagerato di colori, sfumature, nuances.

Può darsi che alla fine salterà fuori un cantante "à l'italienne" che sbaraglierà nuovamente la concorrenza.
Non mi dispiacerebbe, in fondo, anche perché per riuscirci dovrebbe essere veramente un fuoriclasse, e io vado matto per i fuoriclasse.
Ma fino a quel momento, se volete convincermi che il canto all'italiana ha ancora qualcosa da dire, dovrete farmi esempi veri di gente che canta alta, immascherata e che riesca a produrre gli stessi colori di quelli che cantano aperto.
E non credo che il mio sia manicheismo.
Buona domenica,
Pietro
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