Il problema qui, non è l'interpretazione del testo: il problema è l'esecuzione, e questa ha solo due modi di essere, corretta o scorretta.
La Dessay, NEL BELCANTO (lo sottolineo perchè non vorrei essere travisato e perchè vorrei circoscrivere le mie osservazioni a questo stile, senza suscitare paragoni con esecuzioni di Strauss o Delibes), almeno nelle sue più recenti performance - si veda l'orrida Lucia del Met - è molto scorretta. Le prove sono documentali: i gravi vengono parlati, spesso e volentieri si lancia in urla grottesche (per esteriorizzare una "pazzia" che sarebbe già tutta scritta nella musica) è sovente stonata e le agilità sono pasticciate (frutto di contorcimenti scenici inopportuni ovviamente, ma che valore può avere un'interpretazione che, per essere apprezzata, deve essere necessariamente "vista"?). Gli acuti sono prossimi allo strillo e al bercio.
Questo non è un altro modo di vedere il belcanto, non è il riproporsi della "rivalità" Callas/Tebaldi (troppa grazia sarebbe), non sono due approcci che si scontrano. La Callas - che enfatizzava il carattere drammatico del testo, e "viveva" il personaggio, cantava la parte in maniera perfetta, in perfetta aderenza con le indicazioni d'autore, e cioè non strillava un urlo belluino prima della cabaletta nella scena della pazzia (come ieri la Dessay), non si metteva a rantolare in terra e neppure sforava nel volgare parlato, né rideva improvvisamente correndo come una dannata lungo il palco. Non scherziamo, paragonare la Dessay alla Callas è offensivo (e io non sono un callasiano). La Dessay - mi spiace per lei - non può "fregarsene" di ciò che è scritto per "rendere" drammaticamente il personaggio. Vada a cantare Santuzza se vuole esercitarsi in berci e grida bestiali! O impari a rendere la drammaticità dei ruoli senza stuprare la parte.
Così pure scorretto è leggere questa discussione come uno scontro tra sostenitori della Devia e sostenitori della Dessay. No no...per nulla, sono cantanti diverse che dovrebbero affrontare repertori difersi. Ora come ora alla Dessay dovrebbe essere inibito il Belcanto (lo si è sentito ieri, così come nella Sonnambula o nella Fille), faccia altro. Dove riesce infinitamente meglio! La discussione qui è in merito al Belcanto stesso e al riconoscere finalmente, delle regole entro cui restare, al di là delle imposizioni mediatiche. Altrimenti tutto diviene lecito. E non va bene!
Ogni opinione è legittima, per carità, ma quella roba lì, propinataci ieri dalla Dessay, non è Belcanto, non è niente...o meglio sarebbe qualcosa, ma risulterei volgare.

La Dessay oltre tutto non ha arricchito la parte di nessuna variazione (ed è vergognoso), nulla...poi ha eseguito la cadenza finale senza dialogare con alcuno strumento, a braccio.. E poi fin dall'inizio aveva un atteggiamento da "rimbambita" pareva una bambola, un automa...davvero pareva Olympia!
E sarebbe Belcanto???? Senza la cura del suono e le meraviglie vocali? Ma non vi sembra una contraddizione in termini?
Cerchiamo di chiamare le cose con il loro nome.
Ripeto, sul Belcanto: c'è un SOLO modo di eseguirlo, ed è quello della correttezza vocale e tecnica, poi, all'interno di questo invalicabile confine, si interpreti il personaggio e se ne dia la lettura che più si sente, ora più drammatica ora più astratta ora più eterea etc.... Ma comunque sia non si può prescindere dalla correttezza tecnica. Uno spettacolo d'opera va visto e sentito, ma se per valutarlo occore soprattutto vederlo, allora c'è qualcosa che non va...