Anna Netrebko

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Messaggioda Tucidide » mar 27 nov 2007, 15:25

MatMarazzi ha scritto:Personalmente non trovo affatto male l'idea di una Desdemona fatta da lei, così come trovo interessantissimo un avvicinamento a Poppea.
L'opera-comique o Lyrique, dopo l'ottimo risultato in Manon, potrebbe riservarci tante sorprese: Louise, Antonia, anche Charlotte.
Io poi, pur essendo consapevole dei limiti vocalistici di cui sopra, sarei curioso di sentirle tentare almeno un'Anna Bolena, in chiave lirica, giovane, smarrita.

Su Desdemona posso essere d'accordo, visto che il personaggio è quello che è, e non richiede a rigore una fuoriclasse del fraseggio.
Su Poppea, l'idea è interessante, e sarebbe buona per il suo calibro, meno, a mio parere, per il senso della parola. Però, non si sa mai.
Quanto al repertorio francese, non vorrei che Manon rappresentasse un unicum, una ciambella venuta col buco in mezzo ad altre meno riuscite. Vero è che la sua Juliette non è male, sempre con i limiti (a mio parere presenti) di una dinamica poco fantasiosa, ma per Louise io vedo meglio una voce diversa, più corposa e calda (un certo soprano l'ha cantata in maniera divina a San Francisco nel 1999 8) ), e Charlotte, almeno dal mio punto di vista sarebbe troppo, troppo bassa per lei (si rischierebbe una caso simile alla Gheorghiu del disco EMI).
Su Anna Bolena... che dire? Per me quelli sono ruoli cult, dovrebbero rappresentare un punto d'arrivo, quasi la guglia di una carriera. Credo che quanto a personalità e vocalità, i ruoli regali di Donizetti siano per ora assolutamente off-limits per Annushka. :roll:
Il mondo dei melomani è talmente contorto che nemmeno Krafft-Ebing sarebbe riuscito a capirci qualcosa...
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Messaggioda MatMarazzi » mar 27 nov 2007, 16:08

Tucidide ha scritto:per Louise io vedo meglio una voce diversa, più corposa e calda (un certo soprano l'ha cantata in maniera divina a San Francisco nel 1999 8) )

ehehe...
E tuttavia a me la Fleming come Louise non convince.
Proprio per la sua calorosa corposità, per il suo gongolare holliwoodiano, per il suo atteggiarsi a divastra del met.
E' innegabile che come personaggio e come cantante, la Netrebko disponga di una franchezza giovane e diretta che la rende sufficientemente fresca e carnale.
In fondo Louise non è quel dolcetto da pasticceria che certe signore dell'opera ci fanno credere, ma un'eroina di aspro naturalismo, alla Zola.

e Charlotte, almeno dal mio punto di vista sarebbe troppo, troppo bassa per lei

La tessitura è un po' bassa, ma non vorrei che in questo nostro giudizio agisse il fatto che siamo abituati ai mezzosopranoni che, un po' abusivamente, si sono impossessati del ruolo.
La tessitura è sempre quella: tutto dipende da cosa ti aspetti dai singoli suoni. Io da una Charlotte non mi aspetto suoni pieni e sensuali (ma proprio per niente). Se Ninon Vallin fu strepitosa e inarrivabile in questo ruolo, non vedo perché la Netrebko non potrebbe - almeno in teoria - fare altrettanto.

Credo che quanto a personalità e vocalità, i ruoli regali di Donizetti siano per ora assolutamente off-limits per Annushka.


Già, io però non avevo parlato genericamente "dei ruoli regali di Donizetti", anche perchè secondo me è semplicemente assurdo mescolarli in un'unica categoria.
Io parlavo solo di Anna Bolena, che è un personaggio tutto particolare.
Mi piacerebbe sentirla avvicinato ad Amina della Sonnambula (altro ruolo Pasta, come sai bene) e vederla come espressione di innocenza corrotta, di una purezza infantile soffocata, repressa e pronta disperatamente a risorgere.
Vocalmente la Netrebko non sarebbe una virtuosa di prima fila, ma io non sono sicuro quanto te che non abbia la personalità giusta, per lo meno per il tipo di lettura che proporrei io.

Certo, il rischio è che la Netrebko - se decidesse di cimentarsi in un simile ruolo - decida di infilarsi la maschera del grande soprano tragico e di imitare la Callas! Questa sarebbe una rovina.
Se invece restasse identica alla sua Manon o alla sua Juliette (che fra poco vedrò dal vivo al Metropolitan) potrebbe essere una Bolena davvero esplosiva, moderna, splendidamente vera, almeno per me.

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Messaggioda MatMarazzi » mar 27 nov 2007, 16:33

Pruun ha scritto:Non sono molto d'accordo:
e se io vi dicessi che oggi si cercano supposte strade interpretative proprio perché non si è in grado di reggere adeguatamente parti più grosse di quanto si potrebbe? Voi che ne dite?


La tua ipotesi è giusta.
Tanto giusta che si potrebbe estenderla ad ogni epoca.


Ogni volta che le cose "cambiano" (e fortunamente è spesso così) qualcosa si aggiunge e qualcosa si perde. Anche la storia della tecnica vocale (almeno per me) consiste in un continuo adattamento alle nuove istanze della cultura e del pubblico.
Questo adattamento porta con sè delle inevitabili rinunce, purtroppo spesso necessarie per arrivare a nuove conquiste.

Probabilmente anche ai tempi di Verdi dicevano che i nuovi cantanti strillavano tanto perché non sapevano più fare le agilità come ai tempi di Rossini.
Naturalmente era vero anche il contrario: che i vecchi rossiniani non sarebbero stati in grado di assecondare i fraseggi sparati e grandiosi di Verdi.

In ogni evoluzione convivono i due aspetti.
Quello del "ripiego" e quello della "ricerca".
E' una dialettica che, se la si vuole intendere in senso polemico, non può che dare ragione (o torto) a entrambe le parti in causa.

E' per questa ragione che vado dicendo da anni che ogni tecnica, ogni suono, ogni tipo di emissione va contestualizzato in una determinata epoca.

Sono abbastanza vecchio (ahimè) da ricordare ancora i commenti aspri e velenosi contro la Norma della Sutherland o della Caballè, giudicate vocalmente "piccolissime" rispetto al peso specifico del ruolo.
Andiamo indietro di venti-venticinque anni, non di un secolo.
Io avevo un bel da dire "ma la scrittura, le aglità, il belcantismo, lo stile belliniano, le tonalità..." mi sentivo inevitabilemente rispondere con la stessa domanda che hai posto tu.
"Ma non sarà che tutto questo accanirsi su problemi tecnici e stilistici, sulle agilità e sul belcantismo, sui da capo e sulle variazioni, non sia una conseguenza del fatto che oggi non ci sono più le vere voci drammatiche? del tipo di Gina Cigna?"

Be' certo che sì!
Al tempo della Sutherland e della Caballé, grandi voci drammatiche come la Cigna non c'erano più, per lo meno in questo repertorio.
Ma non sarebbero nemmeno interessate: cambiato il gusto, cambiata la prospettiva, si cercava altro.
E quell'altro è contemporaneamente "ripiego" e "ricerca".

Io almeno la vedo così

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Messaggioda teo.emme » mar 27 nov 2007, 20:17

MatMarazzi ha scritto:
La tua ipotesi è giusta.
Tanto giusta che si potrebbe estenderla ad ogni epoca.


Ogni volta che le cose "cambiano" (e fortunamente è spesso così) qualcosa si aggiunge e qualcosa si perde. Anche la storia della tecnica vocale (almeno per me) consiste in un continuo adattamento alle nuove istanze della cultura e del pubblico.
Questo adattamento porta con sè delle inevitabili rinunce, purtroppo spesso necessarie per arrivare a nuove conquiste.

Probabilmente anche ai tempi di Verdi dicevano che i nuovi cantanti strillavano tanto perché non sapevano più fare le agilità come ai tempi di Rossini.


Ho grassettato le frasi, perchè a quelle in particolare voglio riferirmi.

Dici bene quando scrivi che qualcosa si aggiunge e qualcosa si perde, certo resta la possibilità di valutare ciò che si aggiunge o perde, e resta sempre la possibilità di giudicare criticamente e liberamente tali aggiunte e perdite. Parli di cambiamento, evoluzione, sacrificio necessario etc... Tutto giusto, o quasi: non me la sento di apprezzare un cambiamento solo per il fatto che di cambiamento si tratta, certo posso e devo prenderne atto (il passato resta passato), ma non sono tenuto ad apprezzarlo, e non commetto una scorrettezza quando il cambiamento è negativo, a chiamarlo "peggioramento". Mi spiego meglio: penso che nessuno di noi possa farsi piacere qualcosa solo perchè è un cambiamento rispetto ad un passato. Credo che neppure sia il fine di un sito come questo. Diversa cosa, naturalmente (lo preciso per amor di chiarezza) è accettarlo storicamente, prenderne atto. Ovvio che il cambiamento avviene, ma a volte è da aggiungere un "purtroppo" e altre volte un "per fortuna". Non mi piace l'accettazione acritica, non mi convince mai. Tutto qui.

Sul discorso dei cantanti all'epoca di Verdi e Rossini. Il ragionamento, secondo me, non è sovrapponibile alla situazione odierna: allora si rappresentavano le opere di contemporanei. Erano rarissime le riprese. Ovvio che il progredire e il cambiare della musica si accompagnava al progredire e cambiare delle voci, degli stili, delle tecniche. Questo naturalmente lasciava scontenti taluni ed estasiava altri. Ma oggi non è più così: oggi si esegue tutto, da Monteverdi a Henze. Allora era impensabile riproporre certe cose. Oggi, volenti o nolenti, la lirica ha perso la dimensione della contemporaneità, non crea più, riproduce. Siamo nell'era della riproduzione e si pone, per la prima volta, il problema interpretativo. Bellini e Donizetti richiedono una certa tecnica e voce, Verdi un'altra, Strauss un'altra ancora (ovviamente sto semplificando e schematizzando). All'epoca di Verdi, chi si curava di ricercare un autentico approccio belcantista alla Semiramide di Rossini? Nessuno, perchè non era un problema attuale: nessuno rappresentava Semiramide, quando Verdi scriveva Il Ballo in Maschera. Punto. E lo stesso per Bellini o Donizetti, o Handel o Mozart o Monteverdi....

Oggi oltre al problema interpretativo c'è il problema della specializzazione: a ognuno il suo, ed è giusto così. Lo dice anche il Vangelo (concedetemi la citazione, siamo in clima pre-natalizio): "A Cesare quel che è di Cesare; a Dio quel che è di Dio".. Quello che si critica è la commistione di voci e le scelte azzardate o palesemente sbagliate di repertorio. Faccio alcuni esempi: chi l'ha prescritto ad Alagna di improvvisarsi tenore verdiano? O a Vargas? Ovvio che i risultati saranno deludenti. Un cambiamento certo, ma quando si fatica ad eseguire il dettato del testo (che dal testo bisogna sempre partire) allora non può che essere un peggioramento. Chi l'ha prescritto a Meli di cimentarsi con Rossini? Non ha quelle note e quelle agilità. Punto. Se non si hanno non lo si può eseguire. Basta. Sempre Meli con Bellini: avete sentito la sua Sonnambula??? Grida vendetta quell'Elvino (nonostante i miracoli dei tecnici del suono)! E così via... Tornando alla Netrebko, perchè fare Puritani? Perchè improvvisarsi belcantiste quando mancano, acuti, agilità, fraseggio consono? Stesso sarebbe con Anna Bolena. La Netrebko avrebbe e ha molto più da dire in altri ruoli. Non si sprechino le voci!
teo.emme
 

Messaggioda MatMarazzi » mer 28 nov 2007, 0:42

Ho l'impressione, Teo.Emme, che tu risponda in modo non proprio consequenziale a quello che avevo scritto, evidentemente perché nella fretta mi sono espresso male e non mi sono spiegato.
(sono concetti non semplici, fra l'altro).

Io capisco la tua appassionata difesa del punto di vista critico di fronte alle novità.
Il fatto è che nessuno te l'aveva richiesto. :)
Rileggi pure il mio post, e vedrai che io non ho mai affermato che si debba apprezzare la Netrebko solo perchè è diversa.

Sull'aspetto "critico" non ero affatto entrato, per la semplice ragione che nemmeno Pruun era entrato su questo aspetto.
Lui aveva semplicemente osservato che, alle volte, i rivoluzionari semplicemente non "saprebbero" fare come i tradizionalisti.
Ed aveva ragione: si chiama ripiego.
Io gli ho risposto che, se non sanno più fare come i tradizionalisti, è spesso anche perché non vogliono più fare come loro, cercano altri percorsi, e questo si chiama ricerca.

Come vedi, nè io, nè tantomeno Pruun abbiamo affermato che "si debba" giudicare il vecchio e il nuovo in un certo modo.
Il giudizio (giusto o sbagliato) compete all'individuo, al singolo ascoltatore e nulla c'entra con quanto si stava dicendo.

Quanto al fatto che oggi si riproduce e non si produce (affermazione che per inciso io non sottoscrivo: l'interprete produce oggi, come produceva ieri) anch'esso mi pare fuori tema.
Il nuovo stile verdiano (rispetto al vecchio stile rossiniano) non era semplicemente un aderire a nuovi repertori.
Era un aderire a una nuova epoca, di cui tanto Verdi - componendo - quanto i suoi interpreti - cantando - erano espressione.
Era il mondo che cambiava, e di conseguenza cambiavano gli stili compositivi (Verdi vs Rossini) e canori.
Proprio come avviene oggi.

Nemmeno capisco il discorso della specializzazione.
Credi tu che il "giusto stile belliniano" (tanto per fare un esempio) esista?
Io credo di no: il modo di approcciare Bellini è sempre cambiato attraverso i tempi e cambierà in futuro.
E se cambierà sarà in funzione delle epoche in cui verrà proposto.
Lo stile canoro è una miscela in cui i reagenti sono due: l'opera (nata in una certa epoca) e l'epoca posteriore che ne fruisce.

Quindi, se sei d'accordo, tornerei alla questione posta da Pruun e a cui ho cercato, nel mio piccolo, di dare una risposta.
Assodato che il tempo cambia le prospettive e gli obbiettivi, ogni nuova generazione non sarà più in grado di fare tutto quel che si faceva prima; in compenso farà cose diverse, molte delle quali non sarebbero state possibili alle generazioni precedenti.
E sempre ci sarà posto per parlare di "ripiego", come per parlare di "ricerca".
Quale che sia il nostro punto di vista, i due aspetti convivono.
Sono parte della dialettica storica.

Ovviamente secondo me.

[quote]Perchè improvvisarsi belcantiste quando mancano, acuti, agilità, fraseggio consono? Stesso sarebbe con Anna Bolena.

Non mi pare affatto che Anna Bolena brilli per acuti.
Non certo più di Manon.
Anche sul fronte delle agilità non mi pare un ruolo stratosferico.
Sul fronte del fraseggio potrei convenire che ci sono state Bolene più varie di quanto potrebbe fare la Netrebko, ma non mi pare affatto che quest'ultima si possa ritenere impresentabile da questo punto di vista.
(sempre che restiamo nel tipo di interpretazione che ho proposto):

Poi, se mettiamo il resto sul piatto della bilancia, direi che finalmente potremmo sperare in un'analisi drammaturgica originale e nuova del personaggio... e ce n'è un gran bisogno.
Sono decenni che assistiamo a Bolene inerti, matronali e inamidate, assolutamente incapaci di esaltare il lato poetico e psicologico che, vivaddio, c'è, tanto nella musica di Donizetti, quanto nei versi di Romani.

Io sono convinto che (col direttore e il regista giusto) ne verrebbe fuori qualcosa di notevole.

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Messaggioda teo.emme » mer 28 nov 2007, 0:54

Ma infatti la mia non era una risposta, ma una riflessione, stimolato dall'argomento trattato (interessantissimo a dire il vero) :wink:
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Messaggioda teo.emme » mer 28 nov 2007, 0:59

MatMarazzi ha scritto: Non mi pare affatto che Anna Bolena brilli per acuti.
Non certo più di Manon.
Anche sul fronte delle agilità non mi pare un ruolo stratosferico.
Sul fronte del fraseggio potrei convenire che ci sono state Bolene più varie di quanto potrebbe fare la Netrebko, ma non mi pare affatto che quest'ultima si possa ritenere impresentabile da questo punto di vista.
(sempre che restiamo nel tipo di interpretazione che ho proposto):

Poi, se mettiamo il resto sul piatto della bilancia, direi che finalmente potremmo sperare in un'analisi drammaturgica originale e nuova del personaggio... e ce n'è un gran bisogno.
Sono decenni che assistiamo a Bolene inerti, matronali e inamidate, assolutamente incapaci di esaltare il lato poetico e psicologico che, vivaddio, c'è, tanto nella musica di Donizetti, quanto nei versi di Romani.

Io sono convinto che (col direttore e il regista giusto) ne verrebbe fuori qualcosa di notevole.

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Forse, chi lo sa. Io ascolterei volentieri. Ma a patto di nessuno stravolgimento dell'opera. Cioè, se per fare la Bolena, la Netrebko avesse necessità di spianare agilità, tagliare, abbassare (come successe con quei brutti Puritani), forse bisognerebbe aspettare che la Netrebko prima acquisisse quegli strumenti tecnici e poi affrontasse quel repertorio. Non voglio parlare di giusto stile belliniano o donizettiano: parlo dell'esecuzione della partitura rispettandone il segno (per me è imprescindibile). Meli, ad esempio. cantò sì Percy, ma con abbondanti tagli!
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Messaggioda PQYD » mer 28 nov 2007, 1:49

pbagnoli ha scritto:Non te lo dirò un'altra volta :evil:


Caro Bagnoli, resto in attesa che tu mi spieghi in che cosa Anna Netrebko sia un'interprete rivoluzionaria di Traviata o di altri ruoli, che cosa renda le sue prestazioni vocali affascinanti e in che cosa consista la sua dote vocale. Perché leggendo il tuo editoriale, e poi i tuoi post, ancora non l'ho compreso. Forse le tue valutazioni critiche sono un po' criptiche, o forse, oltre che maleducato e fazioso e dotato di cattivo gusto, sono un po' tonto. Spesso, come suole dirsi, la verità sta nel mezzo. Un po' come il "belino".
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Messaggioda walpurgys » mer 28 nov 2007, 3:59

:shock: :shock: :shock:
Anna Bolena e Netrebko nella stessa frase... :? :? :? poi si spezzerà il Settimo Sigillo??? :lol: :lol: :lol:

Scherzi a parte, ora stiamo facendo fantaopera ed un processo alle intenzioni...auguro alla Netrebko di acquisire negli anni un bagaglio tecnico ed espressivo tale da poter affrontare con successo la parte di Bolena, che personalmente trovo micidiale e irta di tranelli...ma ora come ora...

(affanno) Coppia iniqua (pant...pant...), l'estrema (pant...pant...)vendetta (pant...pant...) non impreco (pant...pant...pant...pant...) in quest'ora tremenda...

Nelle orecchie di noi tutti abbiamo l'Anna tragica della Callas, quella neoclassica della Sutherland, quella statuaria della Gencer e quella istrionica della Sills...e tutte hanno una sicurezza vocale ed un bagaglio tecnico di ferro, che non trovo nella nostra Netrebko.
Certo anche loro cantavano Puritani, Sonnambula, Traviata, Elisir d'amore come lei e la Sills sopratutto aveva una voce leggera più delle altre colleghe, ma sapevano essere abilissime interpreti, si mangiavano la parte in un boccone e sapevano imprimersi nella memoria.
Con tutto il rispetto per la Netrebko, che indubbiamente è una professionista, e la sua carriera, ma l'unica cosa che mi suscita sono attacchi d'ansia.
Per il momento non vedo e sento in lei nulla di moderno o cosi' trascendentale da farmi preferire una sua interpretazione alle altre citate o ad altre sue colleghe contemporanee
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Messaggioda stecca » mer 28 nov 2007, 21:32

MatMarazzi ha scritto:
Io sono convinto che (col direttore e il regista giusto) ne verrebbe fuori qualcosa di notevole.

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Si, non si dovesse anche.......cantarla........
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Messaggioda MatMarazzi » gio 29 nov 2007, 11:24

walpurgys ha scritto:Nelle orecchie di noi tutti abbiamo l'Anna tragica della Callas, quella neoclassica della Sutherland, quella statuaria della Gencer e quella istrionica della Sills...e tutte hanno una sicurezza vocale ed un bagaglio tecnico di ferro, che non trovo nella nostra Netrebko.



A me pare che la Fantaopera la stia facendo tu (specie quando definisci "statuaria" la Bolena della Gencer).

Inoltre mi pare che tu ragioni più per semplificazioni mitologiche che per obbiettiva analisi del problema.

La Callas del 1957, grandiosa Anna Bolena, anche troppo grandiosa, era afflitta da durezze, difficoltà all'acuto, pesantezze di vocalizzazione.
Inoltre la sua parte è terribilmente tagliata, proprio come l'Elvira dei Puritani della Netrebko.
Mitologie a parte, si sentono molti "pant, pant" (reali, e non immaginari) nella sua pur memorabile incarnazione di Anna Bolena.

Stessi tagli (gavazzeniani) per la Gencer nelle due edizioni disponibili: quella del 58 alla RAI e quella di Glyndebourne del 65.
Per amor di patria, non citeremo l'orrida Bolena del 78 a Roma.
Tra l'altro c'è da ringraziare quei tagli, perché la Gencer (che i ruoli Pasta non li ha mia masticati fino in fondo) avrebbe mostrato la corda sul fronte del virtuosismo.
E nonostante i tagli, la corda si vede. A parte alcune bellissime intuizioni drammatiche (che tutto sono fuorché statuarie) i "pant, pant" (reali non immaginari) della Bolena della Gencer non si contano.

Chi ha richiuso tutti i tagli è stata l'intrepida Sills, che però in questo ruolo (come in altri) rivela il problema opposto: essendo di formazione lirico-leggera, con acuti luminosi (ma già intaccati e calanti) e gravi inesistenti, la cantante pena non poco nell'affrontare certe frasi troppo gravi per lei e si trova in affanno nelle grandi cabalette che pure affronta con ammirevole coraggio.
E' brava, bravissima, ma di "pant, pant" se ne sentono tantissimi anche nella sua interpretazione, nonostante le comodità della studio e la vecchia pratica di inserire troppe variazioni (e comodamente acute - per lei) quando la sola frase è scomoda.

Lascio per ultimo l'esempio più aberrante: la Sutherland, l'unica fra quelle che hai citato che - AL MOMENTO GIUSTO - avrebbe potuto lasciare una Bolena vocalmente senza problemi.
Purtroppo però l'approccio è stato talmente tardivo, che la sua Bolena sdentata e ottuagenaria non è altro che un continuo "pant, pant" e (per inciso) è infarcita di tagli, aggiustamenti, cambi di tonalità, di cui cui sicuramente la Netrebko oggi non avrebbe alcun bisogno.

E finora mi sono limitato a parlare di vocalità, perché sul fronte puramente espressivo trovo che nessuna delle grandi artiste che hai citato (brave Anne Bolene, anzi bravissime, Sutherland esclusa) siano state in grado di scatenare il personaggio di questa povera regina nelle sue più moderne e inquietanti ragioni (che per Donizetti e Romani contavano ben più di trilli e volatine).

Su Anna Bolena e sul suo singolarissimo porsi verso gli altri e verso se stessa, la partita è ancora aperta.
E le ipotesi devono fondarsi su argomenti seri (sia pure discutibili).
Proprio per perseguire la serietà, bisognerebbe cercare di evitare queste mitologie irrazionali, che rappresentano la vera (e più nociva) "fantaopera"!
I grandi esempi del passato vanno guardati con ammirazione e con sobrietà di giudizio e non invocati come spettri sbilenchi, avvolti di intoccabilità acritica, tanto per maledire il presente.

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Messaggioda walpurgys » gio 29 nov 2007, 12:25

:shock: :shock: :shock:

Io faccio fantaopera???

1) Forse ho scordato di scrivere ''PER ME la Bolena della Gencer è STATUARIA'' ed originale :wink:

2) Io non ragiono per ''semplificazioni mitologiche''; quelle interpretazioni le ho sentite e ben assimilate e quando parlo lo faccio sempre con cognizione di causa, ne mi invento nulla, perchè ascolto prima di aprire bocca o scrivere.
Quella non è mitologia, perchè le testimonianze esistono non sto immaginando nulla e sono sotto le orecchie di tutti.
Se le trovi come hai scritto è un parere tuo che non condivido affatto.

3) Dei tagli non è una novità, ne una questione su cui gridare allo scandalo, ne li avevo citati...e tagli a parte non concordo sul fatto che sia ''troppo grandiosa'', quando riesce a conciliare benissimo sia l'umanità dubbiosa, sia l'alterigia del personaggio (basterebbe il suo ingresso in scena, come risponde a Smeton, il duetto da brividi con Seymour in cui basta un ''Tu'' per far apparire lo sdegno e la delusione, oppure il duetto languido con Percy per far trasparire la fragilità).
Non è trilli e volatine, ma carne e sangue già dal gusto moderno.
I pant pant ad un novello ascolto non li ho sentiti, perchè la signora (a parte qualche durezza, ma mai nessuna pesantezza) sapeva respirare e pure bene, mentre non si può dire lo stesso della Netrebko.
Se tu trovi tutti quei difetti, amen, non sarò certo io a farti cambiare idea.
Posso concordare con te per quanto riguarda il gusto della Sutherland e della Sills, ma entrambe avevano una loro idea del personaggio; una diafana e pugnace, l'altra più estroversa, ma sono entrambe interpretazioni di tutto rispetto che dicono la loro.

4) Mitologie irrazionali??? Spettri sbilenchi??? Callas, Gencer, Sutherland e Sills sarebbero spettri sbilenchi??? Intoccabilità acritica???
Maledire il presente???
Ho maledetto il presente per caso quando sono il primo a difendere i cantanti di oggi???
Ho detto per caso che le signore sopra citate siano intoccabili o avvolte da santità intoccabile???
(Se vuoi saperlo a me la Sutherland non sconvolge la vita più di tanto, ma non nego che quell'Anna non lascia indifferenti anche dal lato interpretativo!)
Non ho detto nulla di tutto ciò, ho espresso il mio pensiero e nemmeno in maniera assoluta o volendo cambiare i pareri dei suoi fans.
Volevo soltanto esprimere la mia perplessità riguardo la Netrebko-Bolena, riguardo un'artista che ritengo incompleta, che non mi fa urlare al miracolo e che per il momento non mi pare adatta a questo ruolo.
Ho detto qualcosa di male solo perchè non incontra il tuo gusto o il tuo modo di vedere la Netrebko?
Andiamo!
Rispetto il tuo intervento, pur non condividendolo, ma non ho mosso nessuna accusa.

Non mi aspettavo una risposta simile ad un intervento che voleva essere ironico e personale...ma tant'è!
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Messaggioda MatMarazzi » gio 29 nov 2007, 13:10

Ahi, ahi! :) Se il calmissimo Walpurgys si arrabbia, vuol dire che il mio tono è stato involontariamente troppo forte! :)
Mi scuso in partenza.
E specifico che, parlando di mitologie, non intendevo affatto dire che tu non conoscessi benissimo le interpretazioni delle signore che hai citato, solo che - secondo me - noi giudichiamo le interpretazioni del passato con una forma di "accettazione" di pregi e difetti (che diamo per acquisiti) che invece alle volte non consentiamo ai cantanti di oggi.
Proprio la Gencer che tu citi fu (e aggiungo INCREDIBILMENTE) investita di critiche feroci dalla stampa inglese quando cantò la sua memorabile Anna Bolena a Glyndebourne.
Allora colsero i suoi difetti (che c'erano!); oggi le fanno fare le vicepresidente della Donizetti-Society.
Volevo solo dire che il passato ci porta a "istituzionalizzare" le interpretazioni, accettandone come parte integrante anche i limiti.

Per questo ritenevo che accanirsi sui limiti di Anna Netrebko (come eventuale Bolena) citando al confronto alcune grandi interpreti storiche che pure hanno a loro volta dei problemi mi pare ingiusto.
Nessuna critica alle tue opinioni: la mia era solo una tesi di metodo.

Venendo alle tue considerazioni:

''PER ME la Bolena della Gencer è STATUARIA'' ed originale :wink:


Io non amo molto la Gencer della prima Anna Bolena (RAI 58) perché la trovo generica e impacciata.
Amo moltissimo quella di Glyndebourne, nonostante la voce sia più appesantita.
Quel che mi piace di quello spettacolo (in cui probabilmente agisce l'atmosfera unica, raccolta, campagnola e sofisticata insieme del Sussex) è l'incedere domestico, umano, cameristico della vicenda.
Persino i costumi (senza lo sfarzo holliwoodiano di Visconti alla Scala) hanno un qualcosa di intimo e disinvolto.
La Gencer respira questa scioltezza e ci consegna una Bolena più donna e meno regina, che mi sorprende e mi affascina.
Certo... vocalmente deve arrangiarsi.

Dei tagli non è una novità, ne una questione su cui gridare allo scandalo, ne li avevo citati...

Infatti...
però si era gridato allo scandalo con i tagli dei puritani della Netrebko.
Mentre secondo me erano stati operati più per osservanza alla tradizione (come nel caso della Callas) che al Met è spesso ancora tristemente praticata.
Va detto che la regia di quei Puritani era ancora quella di Sequi degli anni '60... praticamente una baracconata messa su per i turisti.
Mi sorprendo della RAI (?) che ha mandato quello spettacolo invece del primo imperatore di Tan Dum, che - contemporaneamente - veniva creato a New York.

e tagli a parte non concordo sul fatto che sia ''troppo grandiosa'', quando riesce a conciliare benissimo sia l'umanità dubbiosa, sia l'alterigia del personaggio

Che la Callas sia una fraseggiatrice di genio si sa.
Ma tutte le gradazioni espressive della sua Bolena sono all'interno di una unica dimensione: quella della tragicità solenne e (lei sì) statuaria.
Temo che sia stato Visconti a spingerla su questa solennità da affresco storico; forse con un altro regista avrebbe costruito qualcosa di diverso.
Che poi risulti immensa sono d'accordo anche io.
Ma certo il personaggio avrebbe tanto in più da dire (almeno secondo me).

I pant pant ad un novello ascolto non li ho sentiti, perchè la signora (a parte qualche durezza, ma mai nessuna pesantezza) sapeva respirare e pure bene, mentre non si può dire lo stesso della Netrebko.


Qui non si parla di respirazione, ma di condizioni vocali, che nel 57 erano già decisamente allarmanti.
Se bastasse la respirazione, non si capisce perché solo tre anni dopo la Callas si è praticamente ritirata dalle scene.
Sono convinto che se riascolti la sua Bolena sentirai anche tu i segni dolorosi di una voce già molto compromessa (fermo restando la grandezza dell'artista).

Posso concordare con te per quanto riguarda il gusto della Sutherland e della Sills, ma entrambe avevano una loro idea del personaggio


Le mie erano essenzialmente considerazioni vocali (in risposta alle tue considerazioni sui limiti vocali della Netrebko... i famosi "pant pant").
Osservavo che nè la Sills (la cui prova è comunque eccellente), nè la Sutherland (che invece è molto spesso imbarazzante) erano esenti da problemi strettamente vocali.
Però sui loro si sorvola... :)

Volevo soltanto esprimere la mia perplessità riguardo la Netrebko-Bolena, riguardo un'artista che ritengo incompleta,


Il fatto è che secondo me nessun artista è completo.
Ognuno sa fare certe cose e non sa farne altre.
Bisogna vedere quali ruoli esaltano le caratteristiche positive senza far troppo risaltare quelle negative.
Anna Bolena è un ruolo che soffre (nella pur illustre tradizione interpretativa novecentesca) di un eccesso di maniera, almeno secondo me.
Le interpreti si ammantano di seriosità e pose "regali" e si fermano lì.
Secondo me occorre una svolta sostanziale, nel tipo di lettura del personaggio.
E, in mancanza di una cantante drammaturgicamente e vocalmente perfetta, io mi accontenterei - per ora - di una drammaturgicamente perfetta e vocalmente più che accettabile.
In fondo trilli e agilità perfetti li abbiamo già sentiti e non ci hanno risolto più di tanto i problemi.

Ho detto qualcosa di male solo perchè non incontra il tuo gusto o il tuo modo di vedere la Netrebko?

Sai bene che non è così! :)
E' solo che hai denunciato i limiti gravissimi (?) della Netrebko senza essere ugualmente severo con le altre Bolene.
Con questo potresti avere anche ragione tu e la Netrebko rivelarsi pessima come Bolena.
Io per primo, come ho già detto, temo, che senza un direttore e un regista che la convincano a restare la stessa di Manon, lei finirebbe per far finta di essere un gran soprano tragico, rendendosi ridicola e rovinando tutto.

Proprio come è successo al Radames di Alagna o al Tristan di Gambill.

Salutoni
Mat
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Messaggioda Pruun » gio 29 nov 2007, 18:55

Non ho tempo di essere più preciso ma tengo a specificare che la Joan in Bolena è forse affaticata, ma canta meglio lei a sessantadue anni che la Anjuska oggi... ne è prova il live londinese del 1989.
tengo a specificare che io non criticai (non qui ovvio, ma in generale) la Anjuska per i tagli, ma proprio perché in quei Puritani cantò davvero male!
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Messaggioda MatMarazzi » gio 29 nov 2007, 20:34

Pruun ha scritto:Non ho tempo di essere più preciso ma tengo a specificare che la Joan in Bolena è forse affaticata, ma canta meglio lei a sessantadue anni che la Anjuska oggi... ne è prova il live londinese del 1989.!


Secondo me la Sutherland sessantaduenne potrebbe cantare anche meglio di come fa (e personalmente non la trovo affatto trascendentale, con tutti quei suoni chiocci e senili ) e ciononodimeno la Netrebko (come qualsiasi Bolena che ho sentito, compresa la Ricciarelli) dovrebbe metterci tutto il suo impegno per risultare peggiore di lei.
:(
Tu sai bene che anch'io amo moltissimo la Sutherland (quella vera... non questa goffa vecchina col parruccone in testa), ma non posso imperdirmi di considerare la sua "Nonna Abelarda Bolena" un obbrobio inammissibile: a livello vocale, tecnico, drammaturgico e ...logico.

So anche io che, a quell'età, aveva ancora qualche freccia al suo arco e avrebbe potuto fare tante cose belle (penso a una sua Lady Billows!), ma non Anna Bolena, non una ventinovenne vittima dei suoi sogni e delle sue ambizioni, vivaddio: un po' di dignità.
:evil:

Dovremmo aprire un capitolo sui cantanti che "sanno invecchiare".
:)
salutoni
Matteo
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