Renata Scotto

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Messaggioda Rossiniano » mar 09 ott 2007, 20:55

Metropolitan Opera House
October 18, 1984
Metropolitan Opera Premiere


LA CLEMENZA DI TITO {1}
Mozart-Mazzola/Metastasio

Tito....................Kenneth Riegel
Vitellia................Renata Scotto
Sesto...................Ann Murray [Debut]
Servilia................Gail Robinson
Annio...................Ariel Bybee
Publio..................John Cheek
Berenice................Cheryllynn Ross

Conductor...............James Levine

Production..............Jean-Pierre Ponnelle
Designer................Jean-Pierre Ponnelle
Lighting designer.......Gil Wechsler

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Come potete vedere non ho postato solo le arie ma tutta la performance. Credo sia stata la prima ed unica volta che la Scotto abbia cantato Vitellia, è senz'altro un approccio interessante. Bellissimo il Non più di fiori, come tutti i recitativi....il momento più debole della sua Vitellia è forse il terzetto, dove la gamma acuta non le consente più una grande sicurezza (le recensioni dell'epoca furono impietose "In the great trio, "Vengo, aspettate," Miss Scotto either saw a mouse or made a quick, squeaking try at the high D that ends the number"). Ma la sua Vitellia, anche a prescindere dai recenti orrori sentiti in questa parte, è degna di essere ascoltata e anche di essere considerata come una grande prova.

Peccato che vicino a lei non ci fosse la Troyanos (indisposta la sera della prima, cioè la recita che posto) ma l'orribile Ann Murray che dal primo duetto fino allo splendido finale I non coglie occasione per mostrare quanto fosse brava nell'arte del malcanto.
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Re: Renata Scotto

Messaggioda Guidogeno » mar 09 ott 2007, 21:42

[quote="Pruun"]Mi lancio io nella mischia e apro un 3d su Renata Scotto, come altrove auspicato (Leggi confronto di Clitemnestre)

Perfettamente d'accordo Anzi dirò di più: non l'amavo al tempo delle prime incisioni (fino agli anni sessanta) e l'ho adorata in seguito nonostante qualche limite vocale. Intelligente e incisiva nel Nabucco di Muti stupenda e senza paragoni nell' Adriana, eccezionale anche come attrice nella Francesca di Zandonai e fantastica in Luisa Miller e nel Macbeth. Comunque sempre fraseggiatrice eccelsa e geniale. Solo la Callas le si può paragonare da questo punto di vista.
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Messaggioda Pruun » mer 10 ott 2007, 11:55

Grazie Rossiniano! :D
Ho sentito per il momento solo il terzetto incriminato, "Non più di fiori" e il finale di "Parto, ma tu ben mio".
La Scotto mi piace molto! Che bella Vitellia e che interprete! La Murray, sinceramente, non mi sembra 'sto disastro, ma appena sentirò l'opera nella sua completezza potrò parlarne in maniera più approfondita.
G.
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Messaggioda marco » gio 11 ott 2007, 10:01

da quel poco che conosco di Ann Murray non mi sembra che malcantasse, ma che abbastanzabencantasse, poi che non piacesse a Qualcuno, lo sappiamo ...ma Lui mi sembra dicesse che quando cantava piano, cantava benino ... :wink:
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Messaggioda marco » gio 11 ott 2007, 10:05

ritorno in argomento ricordando un'interpretazione discografica della Scotto che mi ha sempre fatto impazzire, un ruolo che credo non abbia mai fatto in teatro (gli "scottiani" eventualmente mi perdonino e mi correggano): Maddalena nello Chenier RCA
soprattutto il terzo atto è strepitoso, la scena con Gerard, il finale, il grido rivederlo da pelle d'oca
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Messaggioda stecca » gio 11 ott 2007, 12:17

Ho recentemente letto una sua pessima e vergognosa intervista rilasciata a tale Adriana Bruno dopo la prima dei Vespri scaligeri del 1971, peccato... mi resta la opinione di una grandissima artista ma si è aggiunto quello di una donna alquanto [MODERATO]....peccato davvero
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Messaggioda Rossiniano » gio 11 ott 2007, 13:32

marco ha scritto:da quel poco che conosco di Ann Murray non mi sembra che malcantasse, ma che abbastanzabencantasse, poi che non piacesse a Qualcuno, lo sappiamo ...ma Lui mi sembra dicesse che quando cantava piano, cantava benino ... :wink:


Non conosco le recensioni di quel qualcuno sulla Murray. Mi sono basato su questo ascolto. Sul cast che avevo a disposizione era segnato come Sesto Tatiana Troyanos, ma sentendo i primi minuti del duetto con Vitellia mi sembrava palese che non fosse la Troyanos ma qualcun'altra. Sentito il duetto, l'aria e il finale I ho trovato questo Sesto alquanto brutto. Se ti può consolare riesco a farmi piacere anche il Sesto della Murray se l'alternativa è Monica Bacelli o Vessellina Kasarova ultima maniera. Ma questo è un altro discorso.
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Messaggioda bergonzi » ven 12 ott 2007, 15:50

Grazie rossiniano, ci hai fatto un bel regalo!
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Re: Renata Scotto

Messaggioda Joseph, Duca di Ferrara » dom 04 nov 2007, 14:37

MatMarazzi ha scritto:Immagine


...potrei averlo come avatar?? :oops:
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Messaggioda pbagnoli » dom 04 nov 2007, 15:09

Non so, dipende se ci sta.
A me la foto che hai messo piace!
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Messaggioda Luca » lun 05 nov 2007, 0:02

Alla notazione sulla Scotto come Maddalena di Coigny aggiungo un'altra perla della Scotto, ossia la sua interpretazione della Messa da Requiem verdiana: ne esistono diverse edizioni. In particolare il suo "Libera me" ha una drammaticità tale che, sposandosi con il timbro a volte aspro della cantante ligure, è difficile trovare in altri soprani anche dalle voci più sontuose e morbide (penso ad una L. Price, oppure ad una Nilsson o alla Freni). A ciò si aggiunga, come al solito, lo scavo della parola e del testo latino.

Saluti, Luca.
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Messaggioda In Tenebris » mar 06 nov 2007, 13:18

Luca ha scritto: In particolare il suo "Libera me" ha una drammaticità tale che, sposandosi con il timbro a volte aspro della cantante ligure


Se il timbro è aspro è semplicemente perchè la voce è male emessa, una compagine di stridori, oscillazioni e secchezze. Non ci trovo proprio niente del tanto decantato "scavo psicologico", le asprezze della Scotto conferiscono alle sue interpretazioni una dimensione isterica e non drammatica, secca e non solenne.
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Messaggioda bergonzi » mar 06 nov 2007, 13:31

Non sono d'accordo sull'analisi di In Tenebris. Concordo con quella di Luca.
La Scotto abbandona nel Libera me la linea vocale per abbracciare un discorso interpretativo vero e proprio che trascende la vocalità: scelta opinabile, senza dubbio, ma molto coraggiosa peerchè privilegia il senso drammatico della parola alla linea del canto. Tante grandi cantanti (Nillson, L.Price, Sutherland, Freni la quale lo interpreta anche) hanno cantato questo pezzo meglio della Scotto, ma nessuna lo ha"interpretato" come lei.
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Messaggioda Luca » mar 06 nov 2007, 16:18

Io guardo anche al testo latino del Requiem e arrivato a quel punto (il Libera me) non c'è molto da stare allegri ! Il terrore prende anche perché, da laico quale Verdi era, non credo ci sia molto in termini di spiritualità e di misericordia divina. L'unica cosa che si può dire è forse una rassegnazione nella ripetizione finale in pp della frase "Libera me".
La Scotto mi pare renda molto l'oscillazione di sentimenti tra la paura e la disperazione con il suo particolare timbro e con quel senso che aveva della parola detta. (Il guaio qui è che la Callas non ha mai cantato e inciso il Requiem verdiano ! Si avrebbe un parametro di confronto)
Mi piacerebbe però che anche qualche altro si esprimesse in merito, in quanto il capitolo Requiem verdiano è interessante soprattutto ai diversi modi con i quali lo si interpreta.

Saluti, Luca.
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Messaggioda Pruun » mar 06 nov 2007, 18:33

In Tenebris ha scritto:Se il timbro è aspro è semplicemente perchè la voce è male emessa, una compagine di stridori, oscillazioni e secchezze.


Ma non sono d'accordo, perché si può rimproverare alla Scotto di aver voluto tentare un repertorio più grande di lei (affrontandolo però sempre con l'intelligenza e la classe dell'artista di razza) ma non che la voce fosse male emessa, sovracuti a parte dove ha sempre avuto i suoi problemi, tranne in alcune serate di forma particolarmente buona degli anni '60.
Io credo che abbia sempre saputo cantare!
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