Tucidide ha scritto:Bertarido ha scritto:dopo il concerto di Roma ho riflettutto a lungo sulla Bartoli e ho ascoltato dei suoi CD che da tempo erano rimasti silenziosi: quale sorpresa! a cominciare dal CD inciso nel 1989 intitolato "Rossini arias"; ho iniziato con il rondò di Cenerentola che avevo fresco di ricordo dall'esecuzione dal vivo ... ebbene la Cecilia a quei tempi era ben diversa dalla cantante di adesso! la voce, sempre morbida, era decisamente più scura e soprattutto dotata di un gran velluto; le agilità erano affrontate con sicurezza ma scevre da quel gutturalismo che poi sarà il suo marchio di fabbrica; benchè non fosse ben saldato il passaggio tra il registro medio e quello grave, la voce risuonava da autentico mezzosoprano con alcune inflessioni che ricordavano addirittura la Valentini. Devo dire che a posteriori mi risulta incomprensibile l'iter vocale della Cecilia; costante è stato l'impegno ad aggiungere qualche nota acuta all'edificio vocale ma questo, come è accaduto a tante altre, a scapito del registro centrale. Quello che si può constatare è che negli anni ha perso del tutto quelle che erano dei grandissimi atou vocali; mentre sto scrivendo sto ascoltando sempre dal CD di cui sopra un "Mura felici" veramente bello: che peccato !!
Sinceramente, credo che la Bartoli non sia mai stata autenticamente un mezzosoprano. O per lo meno, anche se ha ottenuto risultati eccellenti in certe parti da contralto brillante rossiniano, secondo me ha sempre, anche a vent'anni, scurito artificiosamente il timbro per "fare" il mezzosoprano. La sua evoluzione secondo me è solo un naturale ritorno alle sue caratteristiche vocali naturali. Logicamente, da giovane riusciva a risolvere le parti da mezzosoprano con apparente naturalezza, anche grazie alla freschezza della voce, ma non è un caso se poi ha cominciato a "sopranizzarsi" sempre più.
E nel disco vivaldiano, la citata "Anche il mar par che sommerga" è sopranile anzi che no, e la Cecilia la fa senza problemi.
Assolutamente d'accordo con Tucidide. La Bartoli è sempre stata, secondo me, un soprano leggero travestito da mezzo, che ha deciso di affossare la voce in gola alla ricerca di un determinato colore, colore che in ogni caso ha funzionato sempre meglio in studio che in teatro.