In Tenebris ha scritto:VGobbi ha scritto:certe emissioni non proprio ortodosse della Scotto, specie nelle note acute non del tutto inappuntabile (per utilizzare un eufemismo)
La Scotto ha iniziato la carriera con una tecnica abbastanza ortodossa, eccetto qualche secchezza sugli estremi acuti. Purtroppo non ha corretto subito questo difetto e le imperfezioni tecniche, anche se infime, se non si risolvono subito non fanno che amplificarsi. In più la Scotto ad un certo punto della sua carriera ha accellerato il processo di disfacimento vocale lanciandosi in ruoli TROPPO immensi per le sue capacita da lirico leggero (Norma, Abigaille, lady Macbeth, Gioconda ecc..) che l'hanno obbligata a forzare oltremisura (un po' come la rana che vuole farsi grande come il bue e poi scoppia) diventando tutta uno stridore, con una voce che risultava in zona di passaggio oscillante e aspra ed acuti che erano vere urla laceranti. Sarà anche un modello di fraseggio ma per me il suo non è canto, ma uno strazio per le orecchie.
Vero non è un modello di canto se per modello di canto assumiano Sutherland, prima Callas e le più recenti Cuberli e Devia.
E non lo è per quel malefico vizio del passo più lungo della gamba.
Però sapeva cantare eccome e se evitava di sembrare quel che non era era splendida anche in termini di puro canto.
Esemplifico ascoltare l'Isabella del Robert Le Diable fiorentino (intendiamoci era in gara diretta con Joan Sutherland, Semiramide e la gara è sempre stata uno stimolo assoluto per la nostra)oppure una Lucia marsigliese (febbraio 1970) con Vanzo, dove la lontananza da obblighi di tragicità vocale le consentiva di cantare con la sua voce.
Però il discorso è un altro ossia quale sia la vera voce della Scotto.
In tempi recenti mi è capitato di sentire la Scotto ante cura Llopard ( anno 1960, se non erro), il colore era più scuro e non c'era quella leziosaggine del timbro che sarà sigla interpretativa e limite della Scotto soprano di coloratura. In compenso si percepisce che qualche cosa sui primi acuti non gira. Ripeto sui primi, quei primi acuti che almeno sino al 1980 saranno saldi (altrimenti non canti Valois e Gioconda senza un si bem decente e facile). Credo che la cura Lloppard, che partì dalla respirazione le abbia consentito a scapito della qualità timbrica (da quei dischi si capisce perchè la studentessa era stata qualificata mezzosoprano) una sicurezza nella zona medio alta che prima la cantante naturalmente non aveva.